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Ue, sul Tribunale brevetti Milano in pressing per avere la terza sede

di Laura Cavestri

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Il 1° giugno 2023 partirà ufficialmente la nuova disciplina del brevetto unitario europeo e la città di Milano è, da tempo, candidata ad ospitare la terza sede. Valditara: «Stiamo collaborando con Fiera Milano per realizzare una grande Fiera dei brevetti e la sede ideale potrebbe proprio essere il distretto Mind»

6 febbraio 2023
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1' di lettura

«ll ministero sta collaborando con Fiera Milano per realizzare una grande Fiera dei brevetti e la sede ideale potrebbe proprio essere il distretto Mind. Vogliamo rendere Milano un importante hub dell’innovazione a livello internazionale. In particolare, portare a Milano la terza sede del Tribunale unificato dei brevetti sarebbe una vittoria non solo per il made in Italy ma anche per la valorizzazione delle bellissime realtà nel campo della ricerca dei nostri Its». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, oggi in visita ad alcuni istituti superiori in Lombardia.

Il 1° giugno 2023 partirà ufficialmente la nuova disciplina del brevetto unitario europeo e la città di Milano è, da tempo, candidata ad ospitare la terza sede del Tribunale unificato dei brevetti, quella che avrebbe dovuto ospitare Londra se non avesse oprato per al Brexit e le cui funzioni sono state riassegnate alle altre due corti principali, cioè quella di Parigi e quella di Monaco di Baviera.

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Del resto, sul punto si era in mattinata espressa anche Confimi, sottolineando – il presidente Paolo Agnelli – «l’importanza che la sede italiana pspiti una delle sedi apicali del Tribunale per il brevetto unitario e che le sia assegnata l’intera quota di competenze originariamente prevista per la sede di Londra, anche considerata la vocazione dell’impresa italiana in modo particolare negli importanti settori della farmaceutica, della chimica, della siderurgia e della metallurgia. Ciò permetterebbe le migliori opportunità all’industria domestica di potersi difendere al meglio senza il rischio di avere processi all’estero, non in lingua italiana e con costi aumentati da cinque a 30 volte».

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