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«Spencer» e «Dune»: Venezia svela i suoi assi

di Andrea Chimento

Venezia 78, al Lido arriva Timothee Chalamet

In concorso il nuovo film di Pablo Larraín con Kristen Stewart nei panni di Lady Diana. Fuori concorso il kolossal di Denis Villeneuve tratto dall'opera di Frank Herbert

3 settembre 2021
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2' di lettura

È arrivato il giorno più atteso della Mostra del Cinema di Venezia: oggi sono stati presentati due dei titoli che pubblico e addetti ai lavori aspettavano maggiormente dell'intera kermesse, «Spencer» di Pablo Larraín e «Dune» di Denis Villeneuve.

Il primo, in concorso, racconta pochi giorni nella vita di Lady Diana, il cui matrimonio con il Principe Carlo è in crisi da diverso tempo. In occasione delle feste di Natale nella residenza reale di Sandringham sembra che possa esserci una parentesi di pace, ma le cose andranno diversamente dal previsto.

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Non vuole fare un film biografico Pablo Larraín, che aveva già messo al centro delle sue opere personaggi realmente esistiti in «Neruda» (che ragiona sul rapporto tra finzione e realtà in maniera mirabile) e «Jackie» (in cui veniva raccontato un breve periodo nella vita di Jackie Kennedy, dalla morte al funerale del marito). L'approccio di «Spencer» è simile ai precedenti, con una narrazione che prova a immaginare cosa sia successo in quei giorni decisivi.

Un grande film di fantasmi

Nel corso della pellicola, più volte Diana dice di non sapere dove trovarsi (emblematica in questo senso la battuta iniziale) e sono numerosi i riferimenti al passato, a tradizioni che si ripetono identiche ogni anno (tanto che ogni ricorrenza è come se fosse già stata vissuta) e ai fantasmi (dallo spirito di Anna Bolena alla stessa Diana che si definisce tale in una sequenza fondamentale). Non è un caso che il titolo del film sia il cognome della principessa, perché Diana cerca di ritrovare se stessa e una propria identità, anche facendo leva sui legami con la storia della sua famiglia.

Scritto da Steven Knight, «Spencer» è un ottimo lungometraggio, forte di una confezione elegante e di tempi di montaggio perfetti, oltreché valorizzato dalle musiche di Jonny Greenwood e dall'intensa interpretazione di Kristen Stewart. L'ennesima conferma che Pablo Larraín è uno degli autori più significativi del cinema contemporaneo.

Dune tra alti e bassi

Fuori concorso, invece, è stato presentato «Dune» di Denis Villeneuve, nuovo adattamento del romanzo di Frank Herbert del 1965, che ha dato poi il via a una vera e propria saga letteraria. Ci avevano già provato altri registi importanti come Alejandro Jodorowsky (opera non realizzata) e David Lynch (con una trasposizione del 1984 che è tra i film meno riusciti del grande regista americano) a portare sul grande schermo il complicato testo di Herbert, ma Villeneuve ama raccogliere le sfide, dopo aver realizzato un ottimo sequel del «Blade Runner» di Ridley Scott.

Nonostante il coraggio e le ambizioni, in questo caso gli esiti sono meno entusiasmanti, perché il lungometraggio non riesce a essere costante dall'inizio alla fine, rimanendo vittima di alcuni passaggi altalenanti lungo i suoi circa 150 minuti di durata. L'intrattenimento resta comunque appassionante e gli effetti speciali sono di altissimo livello ma da Villeneuve ci si poteva aspettare anche qualcosa di più.

Ricchissimo il cast (da Timothée Chalamet a Zendaya, passando per moltissimi volti noti) per un film di cui torneremo a parlare molto presto: uscirà nelle sale italiane il 16 settembre.

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