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Piana del Sele, piena adesione al disciplinare della rucola Igp

di Luigia Ierace

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A un anno dalla costituzione del Consorzio di Tutela quasi tutte le aziende agricole presenti nell’area hanno adeguato la coltivazione da 400 milioni e cinquemila addetti diretti

13 dicembre 2021
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2' di lettura

Foglie croccanti e un’aroma speziato e piccante distinguono la Rucola della Piana del Sele riconosciuta Igp un anno fa. A marzo è nato il Consorzio di tutela che riunisce produttori e aziende di confezionamento. Su un terreno di origine vulcanica, in 8 comuni del Salernitano, 3.600 ettari di superficie, 90% sotto serra, un nuovo polo produttivo di quarta gamma chiude la filiera della rucola, il 73% della produzione italiana.

«Da 20 aziende - spiega Vito Busillo, presidente del Consorzio di tutela – siamo arrivati a 135 (+575% rispetto a marzo 2021), oltre il 65% di quelle produttrici di rucola delle Piana, il 70% degli ettari produttivi, ed entro l’anno raggiungeremo la totalità dei produttori».

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Un indotto che in tutto conta 5.000 addetti diretti e 4.000 indiretti (circa il 70% fa capo ad aziende affiliate al Consorzio), con 430 aziende agricole (il 60% guidate da giovani) e una produzione media di circa 400mila tonnellate. Valore economico: 400 milioni di euro che, con il peso del packaging arriva a 680 milioni di euro. Cifre con cui il Consorzio di tutela stima di posizionarsi a fine 2021 tra i primi 5 consorzi Dop/Igp in Italia per quantità di prodotto commercializzato.

È l'unica filiera che ha nella Grande distribuzione organizzata il player più importante, l’85% di questo prodotto, per il 60% destinato all’export e per il 40% al mercato interno, viene venduto attraverso la Gdo.

Bonduelle, prima azienda a credere nelle potenzialità della rucola della Piana del Sele, ha un legame di fornitura esclusiva da parte di O.P. Oasi, organizzazione di produttori del Nord e del Sud, che nella Piana del Sele raccoglie 25 aziende agricole, circa 300 ettari superficie coltivata e il 15% della rucola prodotta da tutti gli affiliati al Consorzio. Da luglio ha venduto circa 3,3 milioni di buste di rucola Igp, per un totale di 295 mila kg, l’8% in più rispetto alle stime di budget. Numeri che consentono di commercializzare circa il 60% del totale Rucola Igp di IV gamma del consorzio.

«Nel triennio 2022-2025 – spiega Antonio Salvatore, presidente di Op Oasi – si prevedono investimenti tra 2 e 3 milioni per adeguare la capacità produttiva dello stabilimento di Battipaglia alla maggiore richiesta del mercato». Macchine più performanti e sostenibili che richiederanno figure professionali in grado di governare processi complessi, quali ingegneri e ingegneri chimici.

«Puntiamo su innovazione e qualità con start-up (come Evja che realizza modelli predittivi mediante sistemi di Intelligenza artificiale), università ed enti di ricerca – sottolinea Francesco Punzi, dell'azienda omonima, 150 ettari, terza generazione di produttori e testimonial di innovazione al corso in Agrobusiness della Bocconi -. Gli investimenti realizzati, dal monitoraggio continuo delle colture, alle otto raccoglitrici elettriche ad altri progetti innovativi, vanno verso un'economia circolare che garantisce velocità, sicurezza e freschezza del prodotto». E per la tracciabilità della rucola Igp della Piana del Sele il Consorzio si è affidato a una start-up cilentana. «Un certificato digitale – spiega Giorgio Ciardella, Cto di Farzati Tech - garantirà l’accesso, tramite un QR-Code, a una etichetta parlante con caratteristiche e valori per ogni lotto di rucola prodotto».

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