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Apre Viu, hotel 5 stelle a Milano Porta Volta

di Sara Magro

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16 marzo 2017
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3' di lettura

Milano è proprio una città in fermento, e c’è tutta la zona di Porta Volta che ne rappresenta lo sviluppo in chiave contemporanea. Tra ex case popolari ed ex fabbriche, crescono architetture avveniristiche, contemporanee, che si amalgamo con il tessuto urbano d’inizio Novecento, creando un armonioso intreccio tra vecchia e nuova Milano. In questo contesto movimentato, in soli 16 mesi, è sorto il nuovo hotel della famiglia Viscardi, hotelier milanesi che hanno investito nel progetto 40 milioni di euro per struttura e interni, d’altronde non ancora finiti.

Nel contesto emergente in cui si trova, dove già sono Desquared e la nuova sede di Google, e in futuro nasceranno la Biblioteca degli Alberi, il Museo del Design, l’Hotel VIU vuole diventare esso stesso un hub di riferimento per la moda e il design, incarnando i tratti distintivi non solo del quartiere ma di una capitale internazionale. Basta uno sguardo all'ingresso per capire l’intenzione, con il primo impatto di una meravigliosa composizione floreale, e un’area living con poltrone e lampade Gio Ponti, pezzi disegnati appositamente, separé di scaffali pieni di volumi di arte e architettura. Tutto concepito da Molteni, come gli altri spazi degli otto piani: ristoranti, area wellness, dehors, terrazza, le 124 camere, semplici, nelle tonalità naturali ravvivate da un dettaglio di colore.

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Apre Viu, hotel 5 stelle a Milano Porta Volta

10 foto

Il progetto della facciata dell'hotel VIU, nuovo cinque stelle costruito dalla famiglia Viscardi nella zona di Porta Volta, distretto in grande sviluppo della nuova Milano. L'edificio è di Architects Arassociati Studio, mentre il giardino verticale è di AG&P Greenscape
La lobby dell'hotel. Gli ospiti trovano all'ingresso uno splendido tavolo di Molteni, con un favoloso allestimento floreale che cambia sempre (foto: courtesy Tiziano Sartorio)
Il salotto al piano terra del VIU, associato ai Design Hotels. Arredato, come tutti gli altri spazi da Molteni, ha poltrone in velluto verde di Gio Ponti, oltre ad altri oggetti di design storico o progettati appositamente per lo spazio (foto: courtesy Tiziano Sartorio)
Il salotto è un'area di relax, lavoro e lettura, con scaffali di volumi di arte e architettura. Gli interni sono di Arassociati e Nicola Gallizia (foto: courtesy Tiziano Sartorio)
Il mixology bar. Di sera si anima con musica e dj e ha un ampio dehors per le belle giornate (foto: courtesy Tiziano Sartorio)
Una delle 124 camere e suite (foto: courtesy Tiziano Sartorio)
Camera: palette naturale, boiserie alle pareti, tende e tessuti Rubelli, nel rispetto del made in Italy (foto: courtesy Tiziano Sartorio)
Il progetto della terrazza all'ottavo piano, fiore all'occhiello dell'hotel. È aperta agli ospiti, ha una lista molto limitata di invitati ed è affittabile per eventi privati
La cucina a vista del Bulk, uno dei ristoranti dell'hotel, curato come tutti gli altri dallo chef Giancarlo Morelli. Menu leggero, con ceviche e altre ricette fusion e interpretazioni della cucina italiana, come il baccalà mantecato con polenta. Di giorno i camerieri servono in salopette in ricordo di quando nel sito dell'albergo c'era un centro culturale underground
Lo chef's table nella cucina del nuovo ristorante di Giancarlo Morelli, ormai trasferito stabilmente a Milano

Il fiore all’occhiello è la terrazza all’ultimo piano, ora che anche Milano ha scoperto il piacere di godersi i suoi tetti. Da lassù si vede l’ago dell’Unicredit, i giardini verticali di Boeri, il cimitero Monumentale, la Torre Velasca, la Madonnina, e nelle estemporanee giornate di sole e vento, anche le Alpi. Lounge, bar e piscina, almeno per ora, sono riservati agli ospiti dell’hotel, eventi privati e una lista molto limitata di invitati. Non che gli altri non siano graditi, ma si cerca di preservare la privacy di chi vi soggiorna.

Al contrario, tutto il piano terra del VIU vuole diventare un ritrovo per i milanesi, con un ristorante informale e camerieri in salopette (il Bulk), un mixology bar con dj set, e il nuovo ristorante di Giancarlo Morelli che, oltre a curare tutto il comparto gastronomico (compreso il room service), ha realizzato lì la sua cucina ideale, concepita come un menu: è divisa in sezioni dall'antipasto al dolce, con isole di lavoro su suo progetto, e una zona pranzo con tavolo e credenza francese d’antan riempita con vecchi oggetti e libri di cucina. Invece la sala del ristorante gastronomico ha pochi tavoli, mise en place raffinate, pareti nere e murales ripresi dai quadri della Pinacoteca di Brera, piatti à la carte e una selezione dei suoi evergreen (che lui chiama “heritage”), evitando il solito menu degustazione. Il piano terra è abbracciato da un dehors che sarà rinfrescato da un pergolato di glicini e dalla cascata di piante sulla facciata di via Bramante, non appena crescerà il giardino verticale. Sull’altro lato invece si affaccerà su una piazzetta comunale ancora in cantiere.

Ad animare la vita dell’hotel, invece della solita pr, hanno scelto l’influencer inglese Natasha Slater, che con il suo seguito di oltre 80 mila follower, i suoi famosi eventi e i suoi contatti nel mondo della moda farà salire assai l’OTS, la cosidetta e ambitissima Opportunity to See, versione digitale del fondamentale “vedere ed essere visti”. «Qui intorno sta nascendo una nuova, straordinaria realtà. Ci sentiamo un po’ dei pionieri», dice Samantha Williams, direttore Sales & Marketing, che tratta l’hotel come una creatura da far crescere nel rispetto della tradizione ma cosmopolita e open minded. «Vogliamo creare un’atmosfera social, essere un luogo di riferimento per chi lavora nel design, divertire i nostri ospiti e anche un po’ sorprenderli», dice, e un po' arrossendo racconta che metteranno in camera un “Sexy Kit”, con mascherine e altri gadget soft, e un “Hangover Kit”, nel caso si esagerasse con i cocktail del bartender Ivan Patruno.

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