di Flavia Carletti ed Enrico Miele
La Borsa, gli indici del 3 febbraio 2022
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L’aumento dei timori della Bce sull’inflazione manda in fibrillazione le Borse europee, che dopo tre sedute positive chiudono tutte in “rosso” di fronte alle parole di Christine Lagarde. A Piazza Affari il Ftse Mib è sceso del'1,09%, a Parigi il Cac40 dell'1,54%, a Francoforte il Dax40 dell'1,57% e a Londra il Ftse100 ha perso lo 0,71 per cento. La presidente della Banca centrale europea non ha escluso, come nel recente passato, un ritocco dei tassi già nel corso del 2022 (se ne capirà di più dopo la prossima riunione di marzo). Nonostante la Bce, come da attese, abbia lasciato invariato il costo del denaro, la sua presidente ha spiegato come lo scenario ormai sia cambiato: «I rischi per l'inflazione, soprattutto nel breve periodo, ora sono orientati al rialzo» e pur evitando «passi affrettati» la valutazione sui tassi verrà fatta il mese prossimo in base alle stime macroeconomiche aggiornate.
E nell’attesa, la Bank of England ha già alzato il costo del denaro allo 0,5 per cento. Tanto è bastato ai mercati per rendersi conto di quanto l’aria stia cambiando anche nel Vecchio Continente dopo le decisioni della Fed per frenare l’impennata dei prezzi. Il possibile cambio di rotta sui tassi si è subito tradotto in un balzo dell’euro a 1,14 dollari (da 1,12 pre-Lagarde) e in una fiammata dei rendimenti dei Btp decennali, che a tratti sono tornati ai massimi da maggio 2020, con lo spread che ha chiuso in area 150 punti (dai 138 di ieri). Questo clima di tensione è stato poi amplificato dal crollo a Wall Street di Meta Platforms (Facebook) di oltre il 20% a causa del primo calo di utenti della sua storia, producendo a cascata vendite su tutti i titoli tech. La fine della stagione dei “tassi zero” ha invece dato vigore ai bancari, che vedono migliorare le prospettive del conto economico.
Chiusura in netto rialzo per lo spread tra BTp e Bund che sale dopo le parole della Presidente della Bce Christine Lagarde che hanno alimentato le attese per un rialzo dei tassi nel 2022 più rapido del previsto. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco e' indicato a 150 punti base rispetto ai 138 punti base della vigilia. Forte aumento anche per il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione all'1,64% rispetto all'1,42% del finale di ieri.
La Banca d'Inghilterra ha alzato il tasso di interesse di riferimento per la seconda riunione consecutiva, anticipando ancora una volta le altre principali banche centrali alle prese con l'aumento dell'inflazione. Il comitato di politica monetaria ha, infatti, deciso di aumentare il tasso ufficiale della BoE allo 0,5%, dallo 0,25%, affermando che si aspetta che l'inflazione annuale acceleri oltre il 7% entro pochi mesi
Andamento molto negativo per gli indici a Wall Street, con il settore tech trascinato in ribasso dal crollo di Meta Platforms, che ha ceduto oltre il 26% dopo una trimestrale sotto le attese. Chiusura pesante per la Borsa americana: Dow -1,45%, S&P 500 -244% e soprattutto Nasdaq -3,74 per cento. Tra i dati deludenti, spicca quello sugli utenti giornalieri di Facebook, diminuiti da un trimestre all'altro per la prima volta nella sua storia. Sul fronte macro, ra atteso il dato sulle nuove richieste dei sussidi di disoccupazione, diminuite di 23.000 a 238.000, contro attese per un calo a 245.000. L'indice della produttività nel quarto trimestre è salito del 6,6%, contro attese per un +4,4 per cento.
Le parole di Chistine Lagarde hanno risvegliato il comparto bancario in tutta Europa. A Milano, i titoli del settore hanno chiuso in testa al segmento principale con Unicredit +2,31%, Bper +1,96%, Banco Bpm +1,74% e Intesa Sanpaolo +1,15% che domani presenterà il nuovo piano industriale. Gli analisti di Equita, intanto, raccomandano di comprare le azioni (‘Buy’) del primo istituto italiano per dimensioni. Gli esperti prevedono che la banca abbia chiuso il quarto trimestre 2021 con un utile netto di 174 milioni, contro il rosso di 902 milioni dello stesso periodo 2020. Nell’intero anno appena chiuso, Intesa dovrebbe aver registrato un risultato netto di 4,18 miliardi, contro i 3 miliardi del 2020. Quanto al piano industriale, gli esperti ritengono che i vertici della banca annunceranno un tasso medio di crescita dei ricavi del 3%, tanto da arrivare a 23 miliardi nel 2025.
Non c’è stata pace per il titolo Saipem neanche in questa seduta, con le azioni che hanno perso il 6,38% e “bucato” al ribasso la soglia di 1,3 euro e hanno chiuso a 1,23 euro. Non è andata meglio a Maire Tecnimont (-5,4%), nonostante la società abbia smentito nel corso della giornata l’ipotesi di una possibile aggregazione, oggetto di alcune indiscrezioni di stampa, proprio con Saipem per creare un polo italiano dell'ingegneria. Le vendite hanno poi penalizzato Amplifon (-6,1%), Interpump (-4,3%) e tra i tech St (-4,1%) in scia alla debolezza del Nasdaq. Fuori dal paniere principale è continuata la corsa di Orsero (+8,5%), sugli scudi da ieri dopo aver comunicato la nuova guidance.
Sul fronte dei cambi, in chiusura dei mercati europei l’euro è in netto rafforzamento a 1,1442 dollari (da 1,1297 ieri in chiusura), a 131,40 yen (129,18), mentre il dollaro-yen è pari a 114,83 (114,35). Riparte il petrolio, all’indomani della decisione dell’Opec e dei suoi alleati di ratificare un aumento della produzione: il Wti di marzo scambia a 88,7 dollari (+0,4%) e il Brent di aprile a 89,7 dollari (+0,3 per cento).
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Flavia Carletti
Redattore Radiocor
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