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Cresce il pressing, verso il super green pass anche per lavorare

Nuove regole green pass, Zaia: "Di fatto si va verso lockdown non vaccinati"

Il nuovo decreto legge su cui il governo ragiona dovrebbe essere discusso in un Consiglio dei ministri che potrebbe essere convocato il 5 gennaio

31 dicembre 2021
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2' di lettura

Il via libera alla nuova stretta anti-Covid, decisa mercoledì dal Consiglio dei ministri, è destinato a breve ad essere rafforzato con quello che Renato Brunetta definisce «l’ultimo miglio», ossia l’estensione del super green pass a tutto il mondo del lavoro. Un provvedimento che sancirebbe la stretta definitiva per i no vax. Il ragionamento nel Governo è avviato e si sta studiando come procedere, valutando le complessità nei vari settori. Gli approfondimenti tecnici e legislativi sul tema intanto continuano e all’inizio della prossima settimana potrebbero anche essere consultate parti sociali, sindacati e imprese.

Verso un Cdm il 5 gennaio

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Il nuovo decreto legge su cui si ragiona nonostante le “fumate nere” negli ultimi due Cdm, dovrebbe essere nuovamente discussa in un Consiglio dei ministri che potrebbe essere convocato il 5 gennaio. E già il 10 dello stesso mese entrerà in vigore il “quasi lockdown” per i non vaccinati, ovvero l’obbligo del certificato verde rafforzato obbligatorio ovunque, tranne che nei negozi e per i servizi essenziali.

Le divisioni nel governo

La prospettiva del super green pass al lavoro è appoggiata apertamente dal Pd, come ha dichiarato lo stesso segretario Enrico Letta. Lo stesso vale per Forza Italia che lo ha rilanciato ieri con Mariastella Gelmini. Tace invece la Lega, che le sue «perplessità» le aveva manifestate con Giorgetti in Cdm. Un «no» destinato ad avere vita breve a fronte della vertiginosa crescita dei contagi quadruplicati nel giro di una sola settimana.

Il pressing delle Regioni

Lo sanno anche i big della Lega, a partire da Matteo Salvini che deve fare pure i conti con il pressing che arriva dalle Regioni, per lo più a guida centrodestra, rappresentate dal leghista e governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga. «Si prosegue sulla linea delle mezze misure e del tempo perso», attacca il presidente campano, Vincenzo De Luca, mentre il ligure Giovanni Toti va oltre e chiede l’obbligo vaccinale: «Per me si può fare domani mattina - dice - semplificherebbe la vita e le regole per tante persone: qui posso entrare-lì non posso entrare, punto fine».

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