di Sara Monaci
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Oltre tre anni di vita, vari cambi di governance e di statuto, due decreti per finanziarlo. Ma all’attivo il fondo del Mise Enea Tech non ha start up finanziate, scopo per cui era nato. Questo almeno il bilancio di inizio 2023 (e il motivo formale potrebbe essere un cavillo burocratico, l’assenza di una convenzione vera e propria con il ministero). Se l’attività proseguirà o meno è difficile dirlo: per ora è una scatola vuota. E intanto si profila un altro cambio alla direzione, ruolo finora ricoperto da Marco Baccanti. Come presidente rimane Giovanni Tria, ex ministro dell’Economia.
Enea Tech ha avuto una storia travagliata: nato con un decreto nel maggio 2020, il fondo è diventato operativo solo nel dicembre dello stesso anno. L’obiettivo era inizialmente di valorizzare il lavoro delle start up in diversi settori, tra cui l’energia sostenibile, le nuove infrastrutture green e il biomedicale. Si parlava, nel 2020, di circa 500 domande per ottenere finanziamenti agevolati o a fondo perduto.
Pochi mesi dopo la sua nascita il fondo già subisce la prima trasformazione, anche a causa del Covid che mostra come la priorità della ricerca debba essere il settore biomedicale. Il fondo quindi si biforca in due rami: da una parte il biomedicale e dall’altra la parte dedicata alle start up innovative.
Ma tutto si ferma con il governo Draghi, che evidentemente aveva altre priorità. Da febbraio 2021 l’attività viene di fatto congelata. Nel 2022 viene modificato ancora lo statuto.
Il fondo era nato con una dotazione di 500 milioni, poi aveva avuto nel 2021 un’ulteriore iniezione di risorse per 400 milioni, proprio nel momento in cui si era pensato di sostenere una possibile filiera del vaccino anti- Covid (con l’indicazione che 650 milioni venissero usati proprio per il segmento biomedicale). Ma nel settembre 2021 anche la dote viene rivista: la direzione generale del Mise sottolinea che «non risultano esigenze di risorse aggiuntive e pertanto è possibile rinviare il trasferimento». E così i 400 milioni aggiuntivi tornano a Invitalia. Ma da allora tutto fermo. Nessun progetto ma tanta burocrazia.
Sara Monaci
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