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Rincari del gas, ecco le possibili mosse del governo. L’ipotesi estrema del razionamento

di Mariolina Sesto

Rialzi del gas pesano, a settembre check sugli aiuti

L’aumento dei prezzi delle fonti energetiche preoccupa il governo, e nelle prossime settimane non è da escludere che Palazzo Chigi possa varare un nuovo intervento a tutela di famiglie ed aziende

23 agosto 2022
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3' di lettura

Il governo monitora con apprensione l’andamento dei prezzi del gas ad Amsterdam e l’apertura di questa mattina a 291 euro a megawattora (per poi ripiegare a 265 euro) di certo non aiuta ad abbassare il livello di allarme. Il premier Mario Draghi ha fissato una riunione con i tecnici oggi a Palazzo Chigi. L’esecutivo vuole capire se i picchi del gas sono frutto solo di una violenta speculazione, quindi un fenomeno passeggero, oppure se si tratti di rialzi strutturali. All’orizzonte ma solo ed esclusivamente in cui si arrivi al livello tre di emergenza (cioè il più alto) potrebbe scattare il piano di razionamento più drastico.

Garofoli: governo pronto a intervenire su prezzo gas

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A esporsi per il governo è stato lo stesso sottosegretario a Palazzo Chigi e braccio destro di Draghi Roberto Garofoli che dal palco del Meeting di Rimini ha assicurato: «I recenti aumenti dei prezzi delle fonti energetiche determinano ulteriore preoccupazione. Il governo continuerà nelle prossime settimane a monitorare questa situazione e a muoversi sul solco tracciato dal Capo dello Stato al momento dello scioglimento delle Camere» lasciando così presagire il possibile varo di provvedimenti che si aggiungono a quelli già messi in campo negli ultimi mesi per contrastare gli effetti dell’aumento dei prezzi.

Le ipotesi in campo

La linea dell’esecutivo è quella di evitare nuovi decreti e lasciare al nuovo governo l’iniziativa anche sul fronte gas ma se l’allarme continuerà ad aumentare sarà gioco forza necessario porvi un qualche rimedio e non è dunque escluso che il governo uscente possa reintervenire per decreto dopo essersi consultato con i partiti della vecchia maggioranza di larghe intese ormai frantumata in tre poli che battagliano ogni giorno l’uno contro l’altro in campagna elettorale. L’altra grande incognita è poi rappresentata dalle coperture che un eventuale decreto di questo tipo richiederebbe.

L’aggiornamento trimestrale delle bollette

Con l’impennata ormai fuori controllo delle quotazioni del gas, a ottobre, quando arriverà l’aggiornamento trimestrale delle tariffe da parte dell’Autorità dell’energia (Arera), c’è chi teme il raddoppio delle bollette. E le misure già prese dal governo Draghi per contenere i rincari con il decreto Aiuti bis rischiano di non bastare. Il numero uno dell’Arera, Stefano Besseghini, ha già detto che a settembre sarà necessario verificare se le risorse messe in campo finora sono sufficienti. Alla fine del mese prossimo l’Autorità varerà l’aggiornamento delle tariffe, che entreranno poi in vigore dal primo ottobre. Una revisione che arriverà proprio nella fase di passaggio fra l’esecutivo in carica e quello che si insedierà dopo le elezioni del 25 settembre e che, nella migliore delle ipotesi sarà operativo a metà novembre.

Il piano di razionamento

Se poi in autunno dovesse scattare il terzo livello di emergenza (cosa che per ora viene esclusa dal governo) si potrebbe arrivare ad un piano di razionamento con misure anche drastiche. Nelle abitazioni, per esempio, la temperatura dei termosifoni dovrebbero essere ridotte di due gradi con un orario ridotto di accensione. I comuni dovrebbero ridurre l’illuminazione pubblica fino al 40% dei consumi totali (alcune città, come Belluno, hanno già avviato in proprio un piano di riduzione). Come ultima ratio ci sarebbe persino l’eventualità di una chiusura anticipata degli uffici pubblici e persino dei negozi. Per i locali pubblici potrebbe esserci un orario limite di apertura fissato alle 23.. In questo quadro anche le imprese energivore potrebbero essere costrette a sacrifici.

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