di Emiliano Sgambato
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Le esportazioni dei distretti agroalimentari italiani nel 2021 sono salite del 9,2% a 22,6 miliardi di euro. Un trend in linea con l’evoluzione dell’export italiano di cibi e bevande, che hanno superato nel 2021 il traguardo dei 50 miliardi di euro. Secondo il monitor sul settore curato da Intesa Sanpaolo, il trend di crescita prosegue ininterrotto dal 2010 e non si è arrestato neanche durante la pandemia.
Non deve quindi ingannare il confronto con gli altri distretti manifatturieri italiani che hanno realizzato un rimbalzo maggiore (+20,3%) dopo la battuta d’arresto del 2020. Sul risultato – notano dalla Direzione studi e ricerche – influisce anche l’indice dei prezzi alla produzione sul mercato estero che per le industrie alimentari ha registrato una crescita del 2,6% nel 2021 rispetto al 2020, con un’accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno.
Inflazione e rialzo dei costi sono le due spine del fianco dell’economia in questo momento, che probabilmente metteranno a dura prova un Paese trasformatore con l’Italia. Mentre gli effetti negativi derivanti direttamente dalla guerra in corso dovrebbero essere limitati, dato che l’esposizione verso i mercati russo ed ucraino nel 2021 è stata pari solo all’1,6% delle esportazioni dei distretti agroalimentari (per un totale di 366 milioni di euro).
«Con l’obiettivo di supportare le imprese nei fabbisogni di liquidità per i pagamenti e di garantirne la continuità produttiva, Intesa Sanpaolo interviene con finanziamenti a 18 mesi con 6 di pre-ammortamento destinati a coprire il costo delle bollette passate e future. È una iniziativa – commenta Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo – che in un contesto di aumento dei costi consente alle imprese di mantenere liquidità rateizzando i pagamenti. Per limitare gli impatti a conto economico derivanti dall’aumento dei prezzi delle commodity offriamo consulenza sulla copertura di tali rischi, per mitigarne la volatilità. Per le imprese esportatrici verso la Russia e l’Ucraina abbiamo previsto anche la sospensione delle rate per i finanziamenti in essere a 24 mesi, o 36 mesi per il cerealicolo».
Guardando ai singoli settori, la filiera del vino, in testa per valori esportati nel 2021, supera per la prima volta la soglia dei 6 miliardi (+12,5%). Anche il lattiero-caseario registra un deciso progresso +15,5%, così come le carni e i salumi (+16,2%) e il settore del caffè (+14,1%). Bene anche i prodotti agricoli (+9,4%), pasta e dolci (+7,4%), e l’olio (+2%). In negativo invece la filiera delle conserve (-3,7%), che però si confronta con un 2020 di forte crescita e si posiziona nel complesso oltre i livelli prepandemici. Al contrario, il distretto dell’ittico sale del 20,3% ma non arriva a recuperare completamente i livelli pre-crisi.
Emiliano Sgambato
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