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Miedler (Century 21): «La casa è emozione. L’agente ha successo se vede oltre la transazione»

di Laura Cavestri

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Per il ceo di Century 21, l’Italia resta strategica negli investimenti e nell’interesse internazionale degli acquirenti nel comparto residenziale

4 marzo 2022
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3' di lettura

«La casa era un posto dove si mangiava la sera e si riposava la testa. Oggi, non c’è una chiara delimitazione tra momenti personali e intimi e tutto il resto della vita. Oggi la casa è il posto in cui lavorare, studiare, fare ginnastica e divertirsi con amici e familiari. Con la pandemia, in casa abbiamo internalizzato quello che prima andavamo a cercare, un angolo tranquillo per lavorare e studiare, ma anche uno spazio per il fitness, l’home theatre, per i più fortunati anche sauna e piscina. Qualsiasi cosa viviamo in un resort o in un hotel, cerchiamo di riprodurla in casa».

Secondo Mike Miedler, presidente e ceo di Century 21 è questa l’eredità più consistente che la pandemia ci ha lasciato. Certo, i portafogli non sono tutti uguali, ma la tendenza è questa. Anche di questo parlerà Miedler a Roma – in collegamento da remoto – nel corso dell’evento C21, che avrà luogo all’interno di Franchising Meet (del quale Century 21 Italia è main sponsor) e che si terrà a Roma sabato 5 marzo, presso le Industrie Fluviali, dalle 9 alle 17.30.

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La società Usa è sbarcata in Italia lo scorso autunno e in 5 anni punta ad aprire 115 uffici in tutta Italia sviluppando una rete che può arrivare a contare quasi 2mila consulenti immobiliari e a coprire il 14% della quota di mercato delle agenzie in franchising in Italia. «L’Italia è per noi un mercato strategico. C’è un fortissimo interesse per l’Italia da parte di una clientela internazionale – ha confermato Miedler – cresciuti soprattutto negli ultimi due anni. Più che lo spazio, oggi, si cerca di acquistare “un’esperienza”, calarsi in un contesto paesaggistico suggestivo, vivere una comunità, scoprirne gli usi. L’immagine del “saper vivere” italiano è ancora cresciuta in questi anni e la tecnologia ha reso la ricerca di casa più accessibile». In più, ha aggiunto Miedler, «vediamo una domanda in forte crescita di seconde case». Il covid non ha però inciso allo stesso modo in ogni Paese. In una rilevazione effettuata qualche mese da Century 21, il 58% degli acquirenti in Francia ha affermato che il covid avrà un impatto duraturo sui beni da acquistare per la propria casa, mentre iIl 43% degli acquirenti in Spagna ha espresso il desiderio di cambiare o acquistare una nuova casa. Voglia di cambiare abitazione anche in Usa tra chi ha figli e fa smart working. In tutti i mercati, la maggior parte delle persone intervistate ha riferito di essersi spostata entro 20 miglia o chilometri dall’abitazione precedente».

La tecnologia metterà in ginocchio la figura dell’intermediatore immobiliare? «Sottovalutiamo l’impatto emotivo dell’acquisto di una casa – ha risposto Miedler –. Una casa è generalmente il più grande acquisto economico di una persona. Tecnologia e dati renderanno il consumatore più preparato sul processo di mercato, l’offerta immobiliare e i compratori. Ma quando gli acquirenti si rendono conto che si tratta di un processo davvero lungo e ricco di possibili contrattempi, si rendono conto che hanno bisogno di un professionista in grado di offrire un’esperienza di alta qualità. I professionisti che continuano a vincere in questo spazio sono quelli che si prendono cura del cliente, hanno forti capacità comunicative e comprendono l’esperienza del cliente. La tecnologia ci renderà più efficienti – ha concluso Miedler –. Ma il successo è pensare oltre le transazioni e accompagnare il cliente attraverso un’esperienza di acquisto serena».

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