di Andrea Gagliardi
Coronavirus: il bollettino del 14 luglio 2021
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L’epidemia di Covid-19 in Italia sta rialzando la testa sotto la spinta della variante Delta, che in Italia ha ormai superato per diffusione la precedente variante inglese “alfa”. Secondo i dati (parziali) nella banca internazionale Gisaid, nella quale vengono depositate le sequenze genetiche ottenute nei Paesi di tutto il mondo, la variante Delta in Italia è salita al 41,2%, contro il 40,7% della Alfa. Va precisato ad ogni modo che i dati pubblicati non costituiscono un ritratto della situazione nei diversi Paesi, ma si riferiscono esclusivamente alla quantità delle sequenze depositate nelle ultime 4 settimane.
Con il sorpasso avvenuto, la variante Delta è dunque dominante anche in Italia, come lo è ormai in almeno 32 degli oltre 100 Paesi nei quali è presente. Di questi, in sette la Delta rappresenta il 100% dei casi e in altri 7 supera il 95% dei casi. Il motore di questa corsa è nelle stesse caratteristiche genetiche della variante, che la rendono fra il 50% e il 60% più contagiosa rispetto all’Alfa. La maggiore facilità con cui la variante Delta si trasmette è anche la ragione per cui è ormai all’origine del 100% dei casi in Russia, Cina, Libano, Nigeria, Giordania, Macedonia del Nord e Kuwait; sono vicini a questa situazione il Regno Unito, dove la Delta provoca il 98,7% dei casi, seguito da Israele (98,4%), Bangladesh (98,2%) India (97,8%), Singapore (97,1%) e Indonesia (96%).
L’impennata trova riscontro in Italia a livello regionale. La variante Delta del coronavirus del resto è stata riscontrata nel 57,1% dei campioni analizzati nel Lazio. È uno dei dati che emerge dall’analisi dei dati dell’indagine regionale sulle varianti di Sars-CoV-2 avviata dal Servizio regionale di sorveglianza e controllo delle malattie infettive, unità del Dipartimento di epidemiologia e diagnostica dell’Istituto Spallanzani di Roma. Secondo l’analisi, la variante Alfa è stata riscontrata in 57 campioni (23,9%), la variante Gamma in 45 (18,9%) e la variante Delta appunto in 136 campioni (57,1%). L’indagine ha riguardato 238 campioni analizzati tra il 28 giugno e il 10 luglio 2021, che avevano una carica virale sufficientemente alta da consentire la caratterizzazione delle varianti. Questi dati, spiegano dallo Spallanzani, «non si discostano da quanto era atteso sulla base dei dati precedenti e dei dati nazionali».
Ma la variante Delta sta diventando sempre più preponderante anche in Lombardia. «I primi sette giorni di luglio segnalano Alpha al 24% (142 casi) e Delta al 45% (270 casi), sebbene su un totale di sole 603 genotipizzazioni eseguite in 7 giorni» ha comunicato in una recente nota la vice presidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti. «Nella prima settimana di luglio - ha precisato - si conferma in Regione Lombardia la progressione della variante Delta (indiana) che attesta lo switch in atto con la variante Alpha (inglese)»
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Andrea Gagliardi
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