di Nicol Degli Innocenti
Raphael - Saint John the Baptist Preaching - 1505 - Oil on poplar - 26.2 x 52 cm © The National Gallery, London
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È valsa l'attesa: la pandemia ha costretto la National Gallery a rinviare di due anni la grande mostra dedicata a Raffaello, che avrebbe dovuto coincidere con il cinquecentesimo anniversario della morte dell'artista nel 2020.
Il ritardo forzato ha solo accentuato l'importanza del momento e la gioia dell'apertura della prima mostra al di fuori dell'Italia che rivela il Sanzio in tutta la sua multiforme e multidimensionale completezza di artista.
Abile disegnatore e sublime pittore, ma anche valente architetto, progettista ricco di inventiva, archeologo, collezionista e conservatore, imprenditore e maestro, creativo e innovativo designer di mosaici, sculture, stampe, arazzi e arti decorative.
La National Gallery è riuscita a ottenere prestiti di opere mirabili dai maggiori musei del mondo, Uffizi e Vaticano compresi, che aggiunte ai nove quadri della collezione permanente permettono un ricchissimo approfondito viaggio nella breve ma intensa vita artistica di Raffaello.
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Quasi cento opere, quadri e disegni ma anche modelli e disegni dei palazzi da lui progettati, stampe e cartoni, grandi arazzi e tondi in bronzo da lui disegnati, esposti per la prima volta fuori dall'Italia. Raffaello era abile a lavorare sia in miniatura che su grande scala e la collocazione della mostra nelle splendide sale al “piano nobile” della National Gallery, non nella parte nuova di solito riservata alle mostre temporanee, rende giustizia alle opere. La mostra è un'occasione rara per vedere numerosi esempi della Vergine con il bambino, sia del periodo fiorentino di Raffaello che dell'inizio degli anni romani, quadri provenienti da Monaco e da Washington, da Berlino e da Perugia, da Edinburgo e Lille, da Napoli e Madrid.
Raffaello, che non ha mai avuto figli e che era rimasto orfano di madre da bambino, ha creato con le sue Madonne con il bambino Gesù alcune delle immagini più tenere e realistiche ma al tempo stesso sublimi di amore materno. Nei suoi quadri è riuscito a fondere il dinamismo espressivo delle figure di Michelangelo con l'intensa contemplativa vita interiore delle figure di Leonardo, aggiungendo una grazia, armonia e naturalezza del tutto nuove e uniche.
Rigorosamente cronologica, la mostra apre con un autoritratto a 15 anni, un delicato disegno che dimostra perchè l'abilità di Raffaello fu riconosciuta così presto, portandolo a diventare capobottega da ragazzo nella sua nativa Urbino. L'autoritratto successivo è del 1506, e nel quadro l'artista poco più che ventenne, ora trasferito a Firenze, si volta direttamente verso chi lo guarda, con tutta la sicurezza di sé di chi ha assaporato presto il successo, ma con la serenità pacata di chi non sa cosa sia l'arroganza.
Nella sala finale c'è l'ultimo autoritratto degli anni romani, dipinto poco prima della sua morte prematura. Raffaello, il maestro, è in piedi con la mano sulla spalla del suo allievo, Giulio Romano, che si volta verso di lui come a chiedergli consiglio. In mostra anche ritratti degli amici Bindo Altoviti e Balsassare Castiglione, di Lorenzo de' Medici e della misteriosa Fornarina.
La mostra illustra anche le qualità umane oltre che artistiche di Raffaello – non solo il suo carattere gradevole e diplomatico che gli ha assicurato la benevolenza di mecenati esigenti e colti come Agostino Chigi, Papa Giulio II e Papa Leone X, ma anche la sua generosità verso altri artisti come Domenico Alfani, Luigi de Pace, Giulio Romano e Agostino Veneziano.Non servono conferme, ma la mostra alla National Gallery sottolinea l'accuratezza della descrizione di Giorgio Vasari, primo biografo di Raffaello, che lo definì “l'artista universale”.
Raphael: the Credit Suisse Exhibition, fino al 31 luglio 2022, National Gallery, Londra
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