di Annarita D'Ambrosio
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Un vero gioiello nascosto la Galleria Storica dei Vigili del Fuoco di Napoli, unica città italiana che la CNN consiglia di visitare in questo 2022 ancora segnato dall'emergenza sanitaria. Accanto ai tesori più noti, in pieno centro storico, la Galleria di via del Sole numero 10 va inserita nell'itinerario del turista più attento, per l'imponente sede e per la ricchezza che vi è custodita. L'edificio sorge nell'ex convento della Pietrasanta, e gli spazi museali, inaugurati nel 2017, sono di nuovo visitabili previo appuntamento da richiedere via mail a dir.campania@vigilfuoco.it.
Nell'unica grande sala completamente ristrutturata sono esposti materiale, documenti e immagini riguardanti l'attività dei Vigili del Fuoco a partire dalla prima meta' del 1800 oltre ad alcuni quadri del ‘700 e dell'800 napoletano. La sottoscritta ha avuto la fortuna di avere un cicerone d'eccezione, chi ha curato la Galleria sin dalla nascita: Michele La Veglia, ingegnere vice dirigente, che dal 2013 è anche responsabile dell'Ufficio Memoria e Patrimonio Storico della Direzione Regionale VVF Campania. E quanto a memoria gli aneddoti da raccontare sono davvero tanti, a partire dal fatto – ci ha raccontato - che i pompieri a Napoli nacquero prima che nel resto dello stivale: nel 1806 con Giuseppe Napoleone, fratello di Napoleone Bonaparte, che fondò in città il primo corpo dei Pompieri Italiani sul modello francese dei Sapeurs Pompiers.
Poi, dopo il decennio francese, con Ferdinando II di Borbone il Corpo dei Pompieri fu rifondato e nel 1833 vi fu assegnata la sede dell'ex Monastero della Pietrasanta. Nel cortile d'ingresso ci imbattiamo nella lapide marmorea che ricorda proprio il decreto di fondazione, quello che all'articolo 42 precisa che un ingegnere dovrà essere a capo delle operazioni in caso di intervento, che ricordiamo, non è solo per incendi, ma anche per crolli o altre emergenze. Come detto però a Napoli l'editto del 28 febbraio 1806 segnò la nascita dei pompieri molto prima che altrove e il manifesto custodito nella Galleria storica ci riferisce di un'altra curiosità: la divisa dei pompieri napoleonici era nera con banda laterale rossa, sull'elmetto una granata dalla quale usciva una fiamma, simboli tuttora presenti sulle divise dell'Arma dei Carabinieri, mentre sono scomparse da quelle dei Pompieri. Napoli prima in Italia, Napoli che fu di esempio in tutto lo stivale quanto al prestigio della sua guida affidata ad un padre speciale come Francesco del Giudice, entrato nel corpo da ingegnere aiutante il 14 marzo 1836 a Napoli, padre però di tutti i pompieri italiani grazie alle sue invenzioni. Del Giudice fu direttore dei pompieri di Napoli dal 1838 al 1880, “unico caso di figura pubblica del Regno delle Due Sicilie che mantenne la sua carica anche dopo l'Unità d'Italia”. Comandante, scienziato, innovatore e docente, del Giudice innovò le pompe idrauliche rendendole più leggere e quindi trasportabili, introdusse per la prima volta la vigilanza antincendio preventiva “da applicare nei teatri cittadini della capitale del Regno”, inventò la scala di salvataggio su ruote, il ponticello di salvamento e brevettò l'avvisatore elettrico di incendi. A lui è dedicata una strada nel centro storico di Napoli, un busto in Villa comunale e la stessa caserma di via del Sole. Affascinanti le piccole e grandi storie del corpo e della città che La Veglia ci ha fornito per ognuno degli oggetti conservati nel museo. Le storie sono immortalate anche nelle foto esposte nel bel corridoio di accesso, il cui allestimento è stato voluto dal nuovo Direttore Regionale dei VVF Campania, Emanuele Franculli, che ha rilanciato la possibilità di visita agli spazi museali. Una visita che non ci aspettavamo così appassionante e che non possiamo che consigliarvi.
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