di Daniela Russo
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Non solo rinnovabili nei progetti green delle imprese meridionali che aderiscono al programma di emissione minibond “Bond Food Mezzogiorno” (tasso variabile e durata pari a 7 anni), promosso da UniCredit e Sace e finalizzato al finanziamento di piani di sviluppo di medio-lungo termine legati alla crescita sostenibile della filiera agroalimentare. L’iniziativa ha visto crescere il numero delle partecipanti, fino alla recente sottoscrizione, da parte di UniCredit del prestito obbligazionario da 3 milioni di euro, garantito da Sace, emesso da Società Agricola Garofalo, capofila della filiera agricola/bufalina del gruppo campano Fattorie Garofalo.
L’azienda si è impegnata a favorire l’approvvigionamento del 100% di energia elettrica interamente da fonti rinnovabili, anche attraverso il revamping degli impianti fotovoltaici di Francolise (CE) e di Cerignola-Zapponeta (FG) e a realizzare obiettivi sociali per valorizzare lo sviluppo professionale delle proprie risorse interne.
“Bond Food Mezzogiorno” è partito a ottobre con otto aziende aderenti: Caffè Moak, Cantine Ermes, Gustibus Alimentari e Pastificio Di Martino (che hanno beneficiato della garanzia Sace), oltre a Caseificio Palazzo e Gruppo Leone (Mangimi Leone, Almeda e Leone Group). Le risorse complessive raccolte, dalle otto emittenti, superano i 27 milioni di euro.
Tra gli emittenti che guardano ai risvolti sociali delle iniziative messe in atto c'è la siciliana Cantine Ermes, cooperativa agricola oggi attiva anche in Veneto e Puglia. Con il minibond di 3 milioni di euro si propone di garantire un approvvigionamento di energia elettrica interamente da fonti rinnovabili e di formare i soci della Cooperativa su pratiche agricole e di business sostenibili, oltre che di pubblicare un Manifesto di Sostenibilità contenente i principi di generazione di valore sociale e ambientale condivisi.
Caffè Moak, attiva nella torrefazione e commercializzazione del caffè, invece, punta alla riduzione dell'impatto ambientale e all'ottenimento di certificazioni della catena di fornitura. L’azienda siciliana, con il minibond di 1,5 milioni di euro, ha finanziato la realizzazione della nuova linea di capsule interamente compostabili e del packaging 100% riciclabile dei prodotti monoporzionati.
«La sostenibilità è da sempre un pilastro delle nostre attività – commenta Alessandro Spadola, amministratore delegato di Caffè Moak –. Da 11 anni, produciamo energia elettrica al 70% del consumo e da tre compriamo solo energia verde per il rimanente 30 per cento. Puntiamo a trasformare del tutto l'azienda, con qualche difficoltà per la parte relativa agli imballi. Lavoriamo da tempo per sostituire l’alluminio presente, senza però ottenere risultati positivi per la conservazione, e per utilizzare il biogas nella tostatura».
Il progetto innovativo, sostenuto con le risorse del minibond, è For You, un sistema chiuso dedicato agli uffici, composto da due formati di capsule interamente compostabili e da una nuova macchina brevettata, dotata di un gruppo a doppia erogazione e del sistema Moak Business Control, che grazie alla connessione bluetooth e tramite app, permette di dialogare con il cliente e di avere un monitoraggio della gestione dei prodotti e dei servizi di assistenza. «For You risponde all'esigenza di aprirci al settore uffici, ampliando il nostro mercato di riferimento, tradizionalmente costituito da realtà HoReCa», aggiunge Spadola.
Crescere in chiave 4.0 è l'imperativo della pugliese Caseificio Palazzo, che opera dal 1957 nel settore lattiero/caseario. Il minibond da 6 milioni di euro è finalizzato a sostenere lo sviluppo dello stabilimento. «Nel 2022 – racconta Claudia Palazzo, amministratore delegato di Caseificio Palazzo – l’azienda sarà impegnata in un importante progetto di ristrutturazione e ampliamento dello stabilimento industriale, che si estenderà su una superficie di 5000 metri quadri, oltre che nell'acquisto di nuove attrezzature in ottica 4.0 e di impianti alimentati da fonti rinnovabili. Un'azione già in atto è quella legata al recupero delle acque utilizzate nella produzione casearia. Abbiamo istituito un consorzio con un'azienda agricola del territorio, nella Murgia: un impianto di depurazione trasforma gli scarti liquidi in un fango attivo, dotato di un alto potere metanogeno, utile alla loro produzione di biogas e alla concimazione dei terreni».
Con un fatturato di 60 milioni di euro, serve importanti clienti del settore HoReCa e della GDO internazionale. L’export rappresenta oltre il 30% del fatturato e le persone impiegate in azienda sono 230, tra operai e dipendenti.
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