di Cristina Casadei
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Nel perfezionamento continuo del suo modello organizzativo, il gruppo Nestlé interroga i giovani, attraverso una ricerca, intitolata “Il futuro del lavoro in Italia”, realizzata con Toluna, per capire come vorrebbero lavorare gli under 30. Un’iniziativa che avviene mentre la multinazionale si prepara ad implementare il suo modello di lavoro ibrido che ha chiamato Fab (flessibile, adattabile, bilanciato) working, ha attivato oltre 203 stage e assunto 566 giovani under 30 nelle sedi italiane. Ma non solo. L’attenzione ai giovani passa anche dal sostegno alla loro attività d’impresa, attraverso progetti per supportare le startup, in particolare nella filiera agricola e attraverso l’iniziativa globale Nestlé Needs YOUth.
Venendo alla ricerca il dilemma che ha tentato di sciogliere è se tornare a lavorare in ufficio o continuare a lavorare da casa. La modalità di lavoro di questi ultimi mesi in cui ha prevalso il lavoro da remoto viene valutato positivamente dal 74% degli oltre 400 ragazzi sentiti che sottolineano soprattutto la maggiore autonomia, come dice quasi la metà (47%) e l’acquisizione di nuove competenze utili per crescere, secondo quanto afferma il 44% degli intervistati. Non mancano però alcuni aspetti negativi come la ridotta socializzazione di cui parla un giovane su 3 (33%) e la difficoltà di “staccare” dal lavoro e godersi il tempo libero di cui parla il 26%
Nel bilancio, la prospettiva futura di un modello di lavoro ibrido è la preferita da più della metà degli intervistati, 52%, ma circa un terzo dei giovani preferirebbe tornare totalmente in ufficio, riconoscendo i benefici e i vantaggi del lavorare in presenza rispetto al lavorare sempre da casa. Per andare incontro ai giovani, ma non solo, Nestlé sta implementando il suo modello, il cosiddetto FAB working, una forma di lavoro che garantisce una maggiore flessibilità alle persone tutelando il corretto bilanciamento tra vita personale e professionale. Un modello che si coniuga con le politiche di welfare aziendale che diventano sempre più preponderanti per far vivere bene il lavoro. «Nonostante lo smart working sia una modalità di lavoro che adottiamo da tempo, gli impatti degli ultimi anni ci hanno spinto a far evolvere il nostro modello - spiega Giacomo Piantoni, direttore risorse umane del Gruppo Nestlé in Italia - . Insieme alle nostre persone abbiamo dunque costruito il FAB working, con la convinzione che un’organizzazione flessibile, adattabile e bilanciata oggi rappresenti la soluzione ottimale per conciliare la professionalità del singolo con il lavoro di team, al fine di raggiungere al meglio gli obiettivi aziendali».
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