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Terremoto Turchia-Siria: in salvo altre 3 persone, dopo 198 ore

Terremoto Turchia, uomo estratto vivo dalle macerie a Antakya

Tre persone sono state tratte in salvo nella provincia sud-orientale turca di Kahramanmaras dopo essere rimaste per 198 ore sotto le macerie del terremoto del 6 febbraio

14 febbraio 2023
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2' di lettura

Tre persone sono state tratte in salvo nella provincia sud-orientale turca di Kahramanmaras dopo essere rimaste per 198 ore sotto le macerie del terremoto che il 6 febbraio scorso ha devastato il sud della Turchia e la Siria nord-occidentale facedno oltre 40mila morti.

Oxfam, al lavoro per soccorrere 2 milioni di persone

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Mentre continua a crescere il bilancio delle vittime causate dal terremoto che ha devastato Siria e Turchia, Oxfam è al lavoro per soccorrere 2 milioni di persone, il 10% della popolazione colpita nei due Paesi. Drammatica la situazione in Turchia dove il sisma ha colpito 13 milioni di persone, 1 abitante su 6, oltre 12 mila edifici sono stati distrutti e molti altri rischiano di crollare, le strade sono inservibili, e dopo il 6 febbraio sono state registrate quasi 300 scosse di assestamento.

In piedi solo 3 ospedali

Ad Hatay, una delle città più colpite, sono rimasti in piedi solo tre ospedali, si legge in una nota. “In questo momento tantissimi vivono in auto, nelle moschee, nelle tende, per resistere al gelo della notte hanno solo fuochi accesi per strada - spiega Stefania Morra, responsabile del programma di azione umanitaria di Oxfam Italia –. I rifugi allestiti per ospitare chi non ha più una casa, sono sovraffollati. Molti hanno paura di nuovi terremoti e vogliono andarsene, in centinaia di migliaia sono già stati evacuati. Secondo le stime per far fronte all'emergenza potrebbe volerci almeno 1 anno, ma la realtà è che le conseguenze di questa tragedia si faranno sentire per molti anni a venire”.

Gli aiuti sul territorio

In Turchia, Oxfam è al lavoro in queste ore, insieme a decine di organizzazioni locali e cooperative femminili per fornire cibo, riparo e aiuto piscologico ai sopravvissuti nelle aree più colpite, tra cui Gaziantep, Hatay e Mardin. Con l'obiettivo di raggiungere 1,5 milioni di persone.

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