di Luca Tremolada
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In Pentiment le parole sono importanti. E Josh Sawyer, autore del gioco per Xbox Series/X e Pc si candida essere uno degli scrittori videoludici più brillanti della scena. Siamo nel villaggio di Tassen sulle Alpi bavaresi, sopra di voi c’è l’abazia: siete nel XVI secolo, in un angolo di Sacro Romano Impero. Andreas Maler è un artista, non è ancora un maestro ma si ritroverà trascinato in una spirale di omicidi, scandali e intrighi. Quello di Obsidian è un giallo deduttivo ambientato nel basso medioevo. Dove non ci sono puzzle da risolvere, non si salta e non si combatte. È un gioco senza la “prospettiva” contemporanea, che racconta a suo modo il passaggio dai manoscritti miniati ai primi libri stampati. Un’avventura grafica con elementi di gioco di ruolo dove siete immersi in una xilografia medioevale guidati solo dai dialoghi e dalla curiosità di dedurre quello che è accaduto.
Siamo dalle parti del “Nome della Rosa”come atmosfera, ma fondamentalmente si gioca con dialoghi a scelta multipla decidendo chi è davvero Andrea Maler, i suoi viaggi e i suoi studi per aiutarlo a comprendere le psicologie, misteri e abitudini di chi lo circonda. Non aspettatevi un trattato sul medioevo, la scrittura è agile e divertita in alcuni passaggi. Ma passare una ventina di ore sostanzialmente a premere il tasto X ascoltando il suono della scrittura e cercando di scoprire l’assassino è certamente l’aspetto più sopredente del gioco.
È faticoso, a tratti fastidioso nel suo essere lento. In particolare nell’ultima parte del gioco, c’è un calo evidente come se fosse venuto a mancare qualcosa nel progetto. Ed è un peccato ma il consiglio è quello di non cercare scorciatoie e parlare con tutti ma proprio tutti gli abitanti di Tassen.
Luca Tremolada
Giornalista
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