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Usa, la Camera pubblica le dichiarazioni dei redditi di Donald Trump dal 2015 al 2020

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Donald Trump (Reuters)

Donald Trump (Reuters)

Saranno resi noti i documenti dal 2015 al 2020. Il tycoon aveva sempre lottato per mantenerne la segretezza

30 dicembre 2022
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2' di lettura

Una commissione della Camera ha pubblicato il 30 dicembre sei anni di dichiarazioni dei redditi di Donald Trump, svelando documenti finanziari che l’ex presidente Usa ha sempre cercato di mantenere segreti. La scorsa settimana la commissione parlamentare sul fisco, controllata dai Democratici, ha votato a favore della pubblicazione delle dichiarazioni dal 2015 al 2020, con alcune limature sulle informazioni sensibili, come i numeri di previdenza sociale e le informazioni di contatto.

La richiesta di divulgazione è avvenuta mentre la commissione indagava sulla «incapacità» dell’Internal Revenue Service di eseguire verifiche fiscali tempestive.

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Nei giorni scorsi, la commissione aveva reso pubblici alcuni dati: nei suoi primi tre anni di presidenza, Donald Trump ha pagato 1,1 milioni di dollari in imposte federali sui redditi, per poi non pagare nemmeno un dollaro nel 2020. I documenti comprendono 6mila pagine, di cui 2.700 sono dichiarazioni personali di Trump e sua moglie Melania e altre 3mila riguardano le sue aziende. I documenti hanno confermato che Trump ha pagato solo 750 dollari di imposte federali nel 2016 e nel 2017. Nel 2018, invece, ha pagato quasi 1 milione di dollari.

Una delle prime rivelazioni riguarda la presenza di conti al’estero riconducibili a Donald Trump, incluso uno in Cina dal 2015 al 2017.

L’ira di Trump: ho usato bene le deduzioni fiscali

«I democratici non avrebbero dovuto farlo, la Corte Suprema non avrebbe dovuto approvare» la diffusione delle tasse perché questo potrebbe «portare a cose orribili per molte persone. I democratici radicali di sinistra usano come arma qualsiasi cosa». Lo afferma Donald Trump. Documenti che, sostiene l’ex presidente, mostrano come «ho avuto successo e sono stato in grado di usare alcune deduzioni fiscali per creare migliaia di posti di lavoro».

Il peso politico della pubblicazione

I documenti potrebbero far emergere nuovi dettagli sulle finanze di Trump, avvolte da una certa opacità fin dagli anni della sua scalata nell’immobiliare a Manhattan. Il peso politico della vicenda è accresciuto dal ritorno in scena del tycoon per la corsa alla Casa Bianca, in concorrenza all’astro nascente dei Repubblicani Ron De Santis. Trump si è sempre rifiutato di rendere pubbliche le su dichiarazioni dei redditi, salvo sottolineare la sua ricchezza nei rendiconti finanziari forniti a banche e testate di settore per ottenere mutui o contestualizzare la sua posizione nei ranking dei miliardari. Non è la prima volta che le sue finanze finiscono sotto la lente pubblica. Nel 2018, un’inchiesta del New York Times ha svelato che Trump ha ricevuto l’equivalente di almeno 413 milioni di euro dalla holding del padre. Una quota rilevante delle somma arrivava da quelle che il NYT ha classificato come «evasioni fiscali» negli anni ’90.

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