di Cl.T.
Missione scuola: "convincere 215 mila prof a vaccinarsi"
2' di lettura
ll ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, non ha dubbi. A settembre la scuola deve tornare alla normalità, e in presenza in larghissima parte. Ma tenendo tuttavia presente la lezione avuta dall’uso della didattica a distanza e in generale delle nuove tecnologie. Sono tanti tuttavia a dubitare che il nuovo anno scolastico potrà essere per tutti in presenza dal momento che andrà mantenuto il distanziamento e le varianti purtroppo continuano a moltiplicarsi e a diffondersi. Il Cts per ora ha ripetuto che le misure emergenziali dovranno essere mantenute anche a settembre considerato che larga fetta dei ragazzi non è ancora vaccinato. E c’è anche una fetta di docenti e Ata non immunizzati.
Il primo “alert” riguarda le cattedre vuote (112mila solo in organico stabile). Nel decreto Sostegni bis si è allargata la platea di precari da stabilizzare, ma molte di queste cattedre rischiano di rimanere vuote, e quindi da assegnare a un supplente. I sindacati mettono le mani avanti e parlano di 200mila cattedre precarie.
Il secondo “campanello d'allarme” in vista della ripresa è legato alle classi pollaio. Con le regole sanitarie attualmente in vigore, distanziamento, reperimento nuovi spazi, mascherine, orari e ingressi scaglionati, le scuole hanno ridotto le presenze in classe dei ragazzi, anche grazie all’organico Covid . Il decreto Sostegni bis lo riconferma, soprattutto Ata, al momento fino al 31 dicembre.
Il ritorno alla scuola in presenza (e in sicurezza) mai come stavolta è legato, a doppio filo, all’andamento del virus , e delle varianti. Da un po’ di settimane è partita la campagna vaccinale per gli studenti: l’obiettivo del governo è arrivare all'inizio delle lezioni con la somministrazione di almeno una dose di siero ai giovani con oltre 12 anni per arrivare a una copertura del 70-80% che consente l’immunità di gregge (è ancora in fase di studio il vaccino per gli alunni più piccoli, ma difficilmente il via libera arriverà prima di settembre).
Sul fronte dell’università, infine, la ministra Cristina Messa punta a «ricominciare in presenza ma sempre con molta prudenza perché non possiamo rischiare ulteriori lockdown, quindi dobbiamo essere pronti e flessibili a tornare ma anche a contemperare la presenza con la distanza».
Claudio Tucci
Redattore
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy