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Cina

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(© José Fuste Raga)

(© José Fuste Raga)

28 novembre 2017
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L'adesione della Cina a fine 2001 al World Trade Organisation (Wto) ha permesso di rimuovere gli ostacoli all'accesso di società straniere nel mercato. Sono previsti incentivi fiscali per le aziende straniere che operano in tecnologia, agricoltura, protezione ambientale e conservazione delle risorse idriche. Le società straniere ad «alta tecnologia» beneficiano di un tasso d'imposta del 15%, contro il 25% del diritto comune. Nelle «zone economiche speciali» (città portuali, poli tecnologici e manifatturieri) le aziende possono scaricare, lavorare e riesportare merci con esenzione da dazi doganali e imposte indirette su importazioni ed esportazioni. «Negli ultimi anni – spiega Antonello Martinez – a causa di una scarsa propensione all'internazionalizzazione, la percentuale di aziende italiane fallite è stata al di sopra dei trend internazionali. Gli imprenditori devono guardare ad altri mercati come quello cinese, dove le aziende che vogliono investire possono beneficiare di minori costi del lavoro e bassa pressione fiscale».

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