di Giulia Crivelli
L’eleganza maschile diventa più rilassata, informale, sorprendente
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Un’azienda risanata, un marchio rinfrescato e tanti progetti per arrivare, forse anche prima del previsto, al traguardo dei cento milioni di ricavi entro il 2025. Giorgio Brandazza, amministratore delegato di Corneliani da quattro anni, spiega: «Nel 2022 abbiamo superato i 60 milioni, per il 2023 prevediamo di arrivare a 80 e guardiamo allo sviluppo in Cina e negli Stati Uniti, dove ci sono grandi potenzialità per un marchio come il nostro».
Dopo gli anni difficili della crisi della storica azienda mantovana e grazie all’intervento dell’allora ministero dello Sviluppo economico, con un’operazione pubblico-privato che resterà una case history di successo, e dopo il Covid, per Corneliani sembra finalmente arrivata una congiunzione favorevole.
«Il ritorno del formale ci aiuta, ma forse ancora più importante è la maggiore consapevolezza sulla sostenibilità ambientale a favorirci – aggiunge Brandazza –. Il nostro progetto Circle si evolve: a partire dalla primavera-estate 2024, diventa un contenitore di progetti sostenibili, con influenze multiculturali per innescare un dialogo inclusivo con altri talenti.
È nato così il Circle Pavillon, allestimento curato dagli architetti parigini Gaëlle Gabillet e Stéphane Villard per presentare la collezione e che al termine della campagna vendite sarà donato alla città di Milano». Il cuore naturalmente restano lo stile e i materiali, molti dei quali organici e certificati, come il twill di lino, la lana tech, il jersey, e il cotone piqué.
Giulia Crivelli
fashion editor
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