di Marco Ludovico
Ucraina, Draghi: l'Italia non intende voltarsi dall'altra parte
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Già dal 1° marzo sono arrivati in Italia circa 2mila ucraini in fuga dalla guerra. In auto, bus e altri mezzi di trasporto, tra Trieste, Gorizia e altri punti di accesso del confine terrestre nord est dell’Italia. Il ministero dell’Interno, guidato da Luciana Lamorgese, è mobilitato da giorni per un’emergenza dai tempi lunghi. D’intesa con la presidenza del Consiglio, guidata da Mario Draghi, e con gli altri dicasteri coinvolti, a partire da quello degi Affari esteri e cooperazione internazionale.
Il 1° marzo al Senato il presidente del Consiglio ha detto: «Ai cittadini italiani, che sono preoccupati per le conseguenze di questo conflitto, voglio dire che il Governo è al lavoro incessantemente per contrastare le possibili ricadute per il Paese. Il ministero dell’Interno - sottolineato Draghi - ha emanato le direttive per le misure di vigilanza, a protezione degli obiettivi sensibili». Ha poi aggiunto: «Per gli aspetti legati ai controlli di sicurezza dei rifugiati, il Governo ha attivato tutti i meccanismi nazionali e di coordinamento internazionale per monitorare le potenziali minacce».
I 2mila ucraini, in prevalenza donne e minori, hanno raggiunto le molte famiglie di riferimento già Italia da anni. Dove al momento si stimano residenti circa 250mila persone di questa etnia. Molte sono donne in età avanzata, nonne ormai più che integrate nel nostro paese e pronte ad accogliere figli e nipoti. Il Viminale ora ha già un nuovo finanziamento deciso dal governo per coprire circa 8mila posti nel sistema di accoglienza se fosse necessario. L’altro profilo, all’attenzione del dipartimento di pubblica sicurezza guidato dal prefetto Lamberto Giannini, concentra l’azione delle forze dell’ordine contro i possibili attacchi.
Le ambasciate e le sedi diplomatica della Russia e dell’Ucraina in Italia, con il conflitto in atto, sono state subito messe all’attenzione del Viminale: i questori sono allertati, le direttive del dipartimento della Pubblica sicurezza raccomandano di vigilare su ogni altro luogo diventato sensibile: accademie, sedi di culto e altre dislocazioni delle due nazioni. C’è poi il fronte in fibrillazione degli attacchi hacker. Ieri all’evento CyberSec2022 svoltosi a Roma Nunzia Ciardi, vicedirettore dell’Agenzia nazionale cybersicurezza; Alessandra Guidi, vicedirettore generale Dis, Giambattista Raimondi, vicecomandante Cor (comando operazioni in rete) Difesa; Ivano Gabrielli, direttore del servizio di Polizia Postale e delle telecomunicazioni, hanno testimoniato il continuo svolgersi di riunioni, incontri, confronti e valutazioni in uno stato di massima allerta.
Marco Ludovico
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