di Gianni Rusconi
Torino si sveglia sotto un manto di neve
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Italiani popolo di santi, poeti, navigatori e …. smanettoni di app meteorologiche. Se è vero che il 96% dei nostri connazionali ammette di informarsi sulle condizioni atmosferiche almeno una volta al giorno (lo dice una recente ricerca Doxa-iLMeteo.it), ecco che la parafrasi della famosa espressione entrata nel nostro linguaggio comune non passa come azzardata. Le previsioni meteo, insomma, sono per gli italiani qualcosa più di un'abitudine, sono una vera e propria passione che trova sfogo nei palinsesti televisivi e, soprattutto, negli schermi degli smartphone attraverso le apposite app.
Ma come è stato, dal punto di vista strettamente atmosferico, l'anno che sta per concludersi? Il portale iLMeteo.it ha ricostruito attraverso i dati le tendenze che hanno caratterizzato gli ultimi dodici mesi per capire meglio i fenomeni in atto, cambiamento climatico ovviamente in testa. Scopriamo allora che il 2021 è stato un anno caratterizzato da eventi eccezionali: picchi di caldo, precipitazioni intense e brevissime, grandinate extra large, trombe d'aria sempre più frequenti e pure alcune trombe marine particolarmente violente. L'assunto degli esperti? Viviamo una realtà di prolungata mezza stagione ma colorata da straordinari eccessi, eccessi che si spiegano con l'aumento medio delle temperature dell'aria e di quelle del mare, con i conseguenti contrasti termici che danno origine a imponenti celle temporalesche, alte anche fino a 10/15 km e con le enormi quantità di vapore acqueo che, condensandosi in nubi, provocano piogge torrenziali.
A inizio gennaio, quando la riapertura degli impianti sciistici era ancora una possibilità annunciata nonostante il perdurare dell'emergenza sanitaria, eravamo alle prese con un inverno che gli esperti hanno definito “indeciso”, con temperature di oltre un grado sopra la media rispetto al trentennio 1980-2010, e in assoluto l'ottavo più caldo della storia considerano i dati Cnr-Isac). La neve ha però deciso di cadere copiosa sull'intero arco alpino (e sulle Alpi Centro-Orientali in particolare), facendosi beffa degli appassionati degli sci e segnando sull'Appennino Tosco-Emiliano il record degli ultimi 50 anni, con oltre 7 metri complessivi registrati al Rifugio Segheria, nel cuore dei boschi dell'Abetina Reale, in provincia di Reggio Emilia.
Le forti nevicate scese sulle Alpi fra aprile e maggio hanno influito direttamente sul clima, spesso tutt'altro che mite quest'anno, della primavera. Le temperature registrate da iLMeteo.it sono state infatti al di sotto della media, con valori in flessione di circa mezzo grado. E se Pasquetta ha regalato una tregua a pioggia e maltempo, offrendo l'opportunità di gite fuori porta con tempo soleggiato, l'inversione di tendenza è durata poco: già nei giorni successivi si è aperta una fase meteorologica tipicamente invernale con l'arrivo di un fronte freddo proveniente dalla Groenlandia che ci ha accompagnato per tutta la prima metà di aprile.
Qualche vacanziero potrà oggi sicuramente affermare con un po' orgoglio “io c'ero” ma non ci sentiamo di invidiarlo per l'esperienza vissuta: l'anticiclone africano che ha portato a più riprese ondate di caldo intenso al Centro Sud e sulle isole ha dato il meglio di sé l'11 agosto, quando a Siracusa la colonnina di mercurio ha toccato i 48,8°C, segnando la giornata più calda di sempre. Oltre all'afa, fanno però notare i meteorologi, l'estate 2021 sarà ricordata anche per gli eccezionali intermezzi temporaleschi accompagnati da eventi davvero estremi. Nell'ultima decade di luglio sul torinese e nel mantovano i chicchi di grandine scaricati a terra avevano un diametro di 6 centimetri, sul Lago di Garda una tromba d'aria ha scoperchiato una scuola media e un hotel e in Veneto un tornado si è abbattuto sull'altipiano di Asiago.
L'episodio più curioso? Fortunatamente senza danni: all'aeroporto di Milano Malpensa, un Boeing dell'Emirates è rientrato d'emergenza a causa di una grandinata che ha danneggiato vetri e fusoliera.
Anche l'autunno 2021, si legge infine nel rapporto, ha regalato precipitazioni record. Fra il 3 e il 5 ottobre, nell'entroterra di Savona, in una frazione di Cairo Montenotte, si sono registrati infatti 496 mm di pioggia in meno di 6 ore mentre a Rossiglione, nel genovese, sono caduti in 12 ore 740,6 mm. Se la Liguria è finita sott'acqua, non è andata meglio al Sud e la memoria di tutti va alle immagini provenienti da Catania: in 72 ore, secondo i dati Sias, nella città etnea si sono accumulati ben 268,4 mm di pioggia (l'equivalente di tre mesi di precipitazioni), nella vicina Lentini ne sono caduti in totale 341,8 mm sempre nello stesso arco di tempo e a Linguaglossa Etna Nord si sono superati i 500 mm. Tutta colpa dell'uragano Medicane, che a fine ottobre ha colpito l'isola scaricando in 48 ore dai 700 ai 1.000 millimetri di pioggia, un quantitativo che generalmente si registra in otto-nove mesi. Il gran finale è arrivato, sempre in Sicilia, il 16 novembre quando il passaggio di un pericoloso vortice ciclonico ha scatenato piogge torrenziali, grandine e ben 15 tornado. Un evento, dicono gli esperti, “degno delle plains americane”.
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