di Luca Tremolada
Diablo II: Resurrected, il trailer
2' di lettura
Diablo 2 Resurrect non è la solita edizione rimasterizzata per risparmiare in creatività e costi di sviluppo. Lo scriviamo subito perché in questi ultimi anni di «remastered» di vecchie glorie del passato ne sono uscite fin troppo, segno che la voglia di sperimentare nuove Ip (nuovi giochi con personaggi e gameplay originali, ndr) e rischiare quindi un po’ non era poi così tanta. Il cambio di generazione di console ha fatto la sua parte ma puntare sulla generazione che negli anni Ottanta e Novanta giocava al Pc non è poi un errore in termini di marketing.
Anche perché adesso magari non si appassionano a Fortnite ma una partita a Diablo per sentirsi più giovani se la fanno. Ecco perché di solito le remastered non sono delle opere d’arte, giocano sull’effetto nostalgia e si accontentano di riportare in vita qualche cosa che tecnologicamente è superato. Vicarious Vision, lo studio di sviluppo che ha lavorato sul titolo Activision Blizzard, ha invece preso in mano un successo di 20 anni fa e lo ha adattato alla modernità senza toccare meccaniche di gioco, stile e atmosfera di uno degli hack ’n’ slash che hanno scritto la storia del videogioco. Lo ha fatto con intelligenza, rendendo attuale una grafica che non aveva ragion d’essere sui nuovi Pc e sulle nuove console senza però guastare il gusto del gioco.
Diablo 2 è il «dark fantasy» per eccellenza. Le dungeons sono scure e maligne, ma non solo: l’atmosfera è cupa, quello che si va ad attraversare per sconfiggere Diablo è un mondo putrefatto e perduto. Ogni pixel di questo gioco trasuda agonia. E il riadattamento ha rispettato la filosofia di fondo del gioco. Una scelta certamente conservativa ma appagante. Particolare cura al sound design: ritroverete il gorgoglio delle pozioni magiche, il clangore metallico delle armi e i«dindindin» delle monete. La colonna sonora poi è metal e lugubre come i toni del Diablo originario. Su Pc l’effetto nostaglia è assicurato. Ma ha senso anche si possedete PlayStation, Xbox e Switch.
Su console la gestione dell’inventario è faticosa. Molto più faticosa di avere un mouse in mano. E poi una parte di te avrebbe voluto fortissimo una gestione più intrigante e moderna degli avventurieri che ti seguono nell’avventura. Anche sul fronte del comparto multiplayer non tutto è perfetto e ci si perde un po’. Ma è un po’ come ritornare nel campo di pallone di quando eri bambino e pretendere di avere le porte in ordine e l’erba sintetica del calcetto da dopo-lavoro. Se deve essere un ritorno al passato che sia un ritorno al passato.
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