di Giovanni Parente e Marco Rogari
(ANSA)
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Duecentodieci euro. È la stima media annua del vantaggio fiscale per i pensionati dalla rimodulazione dell’Irpef prevista dalla legge di Bilancio 2022. A precisarlo è la risposta del ministero dell’Economia in commissione Finanze alla Camera a un question time del Pd (primo firmatario Gian Mario Fragomeli). Dei 6,79 miliardi impegnati a regime nella riduzione delle imposte, circa un terzo (2,17 miliardi) sono stati destinati ai contribuenti con reddito prevalente da pensione (10,3 milioni di soggetti): l’82% di questa cifra è attribuibile alla rimodulazione delle aliquote.
Nella fascia di reddito 15-28 mila euro (la più numerosa con 4,9 milioni di contribuenti) il beneficio medio annuo è stimato in 167 euro. Mentre il vantaggio più corposo è di 744 euro medi annui nella fascia 50-55mila euro, dove però i contribuenti sono poco meno di 96mila.
Il capitolo pensioni è stato al centro di alcune dichiarazioni del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha precisato che il tavolo sulla riforma non è stato affatto accantonato, aggiungendo che però in questo momento nell’agenda del governo ci sono altre priorità «sul fronte dell’accoglienza e del contenimento degli effetti della guerra» in Ucraina «su alcune filiere in particolare». In altre parole il confronto con i sindacati per individuare le soluzioni più idonee per rendere maggiormente flessibile la legge Fornero, che si è interrotto a metà febbraio, non può che restare congelato in attesa di ripartire nelle prossime settimane. Anche se a questo punto l’orizzonte non sembra più essere quello del Def in arrivo a fine mese.
Marco Rogari
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Giovanni Parente
Redattore
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