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Così la moda circolare e il lusso danno una nuova vita alle coperte abruzzesi

di Chiara Beghelli

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Creatività contemporanea. Il progetto “Blanket Refitting” dell'Its Moda Pescara

Creatività contemporanea. Il progetto “Blanket Refitting” dell'Its Moda Pescara

Nell’Ottocento erano un prodotto di lusso, oggi sono a rischio estinzione: ma per le coperte di lana abruzzesi, creature di un distretto antichissimo, si sta delineando un nuovo futuro, grazie all’evoluzione in senso sostenibile e circolare dell’industria della moda

1 novembre 2021
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2' di lettura

Nell’Ottocento erano un prodotto di lusso, oggi sono a rischio estinzione, a causa del cambiamento dei consumi e della crisi della loro filiera d’origine: ma per le coperte di lana abruzzesi, creature di un distretto ultrasecolare fatto di montagne, pascoli, acque, piante tintorie, uomini e animali, si sta delineando un nuovo futuro, grazie all’evoluzione in senso sostenibile e circolare dell’industria della moda.

Il progetto Blanket Refitting dell’Its Moda di Pescara

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I progetti che proprio in Abruzzo si occupano di tutelare e rilanciare questa antica tradizione si stanno moltiplicando. Uno dei più interessanti ha messo in contatto gli studenti dell’Its Moda di Pescara, il lanificio Merlino, uno dei più antichi di Taranta Peligna, “capitale” delle coperte nel Parco Nazionale della Majella, e Bond Factory, azienda tessile innovativa di Chieti: “Blanket Refitting”, questo il nome del progetto, ha trasformato la lana dell’azienda, che stava rischiando la chiusura dopo 100 anni di attività, in capi contemporanei e realizzati con logica “rifiuti zero” grazie alla progettazione in 3D e a moderni macchinari che consentono di usare la pezza nella sua interezza.

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Un capo realizzato dagli studenti dell’Its Moda di Pescara

«Abbiamo trasformato queste lane in capispalla, un cappotto e una cappa comoda anche per andare in biviletta, una giacca modello Chanel dove le tipiche frange delle coperte diventano frange texane - racconta Chiara Di Bartolomeo, docente dell’Its, una lunga carriera nella moda e una passione per il recupero dei tessili anche tramite il suo marchio di accessori Peonia -. Ci sono anche un pantaloncino e una minigonna. I colori e i motivi della capsule che abbiamo creato sono pensati per un pubblico giovane», prosegue la docente, che coordina il progetto insieme alle colleghe Tiziana Musa e Luisanna Mastroleonardo. Blanket Refitting ha vinto il premio Its 4.0 Day nel 2020 ed è stata presentata al Maker Faire di Roma, con un ottimo riscontro: «Ora vorremmo diventare un fornitore tessile, magari per grandi marchi, e delle studentesse pensano di lanciare una start up - prosegue Di Bartolomeo -. Vogliamo dare un futuro anche al lanificio, che a sua volta ha investito nel territorio costruendo un generatore di energia idroelettrica ricavata dal fiume vicino».

Il lusso sostenibile di Vusciché

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Il lusso del fatto a mano secondo Vusciché

Le coperte sono state il nucleo creativo sul quale si è sviluppato Vusciché, marchio fondato da Diana Eugeni Le Quesne e basato a Roseto degli Abruzzi. Vusciché significa “mescolare”e propone capi e accessori che sono pezzi unici, creati a partire da tessuti di recupero della tradizione e grazie al coinvolgimento di una filiera locale di laboratori e artigiani tessili. «Lavoro anche con vecchie lenzuola, che magari hanno inserti di prezioso pizzo fatto al tombolo, collaborando con magazzini e centri di raccolta - spiega la designer e imprenditrice, ingegnere con un dottorato di ricerca in sostenibilità -. Il sistema di smaltimento dovrebbe essere ripensato, per selezionare e favorire la rimessa in circolo di ciò che si può riutilizzare». Oltre alla lana, Vusciché lavora anche con tessuti di lino e canapa realizzati su antichi telai, dando lavoro anche a molti artigiani in difficoltà. La preziosità e la limitata produzione rendono le creazioni oggetti di lusso a tutti gli effetti: «Stiamo crescendo, e a febbraio inizierà la distribuzione con la collezione AI 22-23».

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