di Marzio Bartoloni
(ANSA)
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Stipendi più alti, l’opzione di scegliere il part time a fine carriera e poi la possibilità di incassare pensioni più pesanti. Ecco i nuovi incentivi contenuti nel decreto bollette appena approdato sulla Gazzetta Ufficiale per provare a trattenere medici e infermieri nella trincea del pronto soccorso da dove vogliono fuggire tutti, a cominciare dalle nuove leve. Non solo: contro la piaga delle aggressioni in corsia da ora in poi scatterà la procedura d’ufficio (senza bisogna della querela) e chi colpisce un sanitario rischierà da due a cinque anni di carcere+.
«Il sistema del pronto soccorso in Italia versa in una condizione di reale emergenza nazionale, al punto che in molte strutture del Paese si corre un concreto e quotidiano rischio di interruzione del servizio», avverte la Società italiana di medicina d'emergenza urgenza (Simeu) che saluta positivamente l’ultimo decreto approvato dal Governo che contiene diverse misure per i pronto soccorso e «rappresenta il primo concreto riconoscimento della natura usurante dell'emergenza urgenza». «Fino a oggi lavorare nell'emergenza-urgenza ha significato turni molto pesanti e spesso una scarsa gratificazione economica e professionale. Stiamo ponendo in essere tutte le condizioni per rendere più attrattivo il lavoro in pronto soccorso e fare in modo che si scelga di entrare e di restare nel servizio sanitario», ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
In particolare il pacchetto di misure per i pronto soccorso prevede innanzitutto che l'indennità per il personale che lavora nell’emergenza-urgenza scatti subito dal 1 giugno e non più dal 2024 come previsto dalla manovra che per questo obiettivo ha stanziato 200 milioni. È previsto anche l’aumento della tariffe orarie per le prestazioni aggiuntive nei pronto soccorso che possono essere pagate fino a 100 euro lordi. Il decreto riconosce ai fini dell'accesso alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata anche l’incremento dell'età anagrafica a cui applicare il coefficiente di trasformazione pari a due mesi per ogni anno di attività effettivamente svolta nei pronto soccorso per un limite massimo di ventiquattro mesi e per i pensionamenti fino al 30 giugno 2032.
Per ovviare anche il tema della carenza di personale sanitario nei pronto soccorso fino al 2025 i precari che hanno lavorato «in area critica» per almeno 3 anni, potranno partecipare ai concorsi anche se «non in possesso di alcun diploma di specializzazione». E «in via sperimentale» gli specializzandi al di fuori dall'orario per la formazione potranno assumere incarichi libero-professionali nei pronto soccorso per un massimo di 8 ore settimanali e con un compenso pari a 40 euro lordi. Non solo sempre fino al 2025 chi lavora nei pronto soccorso e ha i requisiti per la pensione anticipata potrà chiedere il part time «fino al raggiungimento del limite d’età».
Contro l’emergenza delle aggressioni ai sanitari nelle corsie degli ospedali - se ne contano 5mila negli ultimi 3 anni secondo le denunce ufficiali all’Inail - si modifica anche il codice penale inasprendo la sanzione per le lesioni personali quando la persona offesa è esercente una professione sanitaria o sociosanitaria nell'esercizio o a causa delle funzioni o del servizio. In pratica scatterà da ora in poi la procedibilità d’ufficio (non servirà più per forza la querela del sanitario aggredito per far partire la procedura) e poi la reclusione viene aumentata da 2 a 5 anni anche in caso di lesioni non gravi o gravissime.
Marzio Bartoloni
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