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Fatturato in crescita del 26% per xtraWine, che ora prepara lo sbarco in Uk

di Giambattista Marchetto

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Giro d’affari in crescita per xtraWine

Giro d’affari in crescita per xtraWine

Per la digital company di vendita e distribuzione vini (Made in Italy Fund) +15% di ordini sul 2020 per 13,6 milioni di fatturato e 2022 previsto in crescita. Il ceo Pazienza: l’incertezza non ferma i progetti di sviluppo

18 marzo 2022
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3' di lettura

Con oltre 900mila bottiglie vendute e distribuite attraverso tre portali – quello con base in Italia, che serve il mercato europeo, quello a Hong Kong che fa da riferimento per il mondo asiatico e l'ultimo nato, in Svizzera – xtraWine archivia il 2021 con numeri da record e guarda al 2022 con grande positività.

La digital company specializzata nella vendita e nella distribuzione di vini – oggi parte di Made in Italy Fund, il fondo di Quadrivio & Pambianco – ha infatti chiuso il bilancio con un fatturato globale di 13,6 milioni di euro, segnando un +26% sull'anno precedente e un incremento ordini significativo grazie ad una crescita del 15% sul 2020.La sede italiana ha registrato infatti un picco del +60% di vendite in Ue e la sede di Hong Kong ha raggiunto i 2,5 milioni di fatturato (+30%).

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«Un risultato pazzesco considerata la situazione – rimarca Alessandro Pazienza, ceo di xtraWine – e che io non ci vado da due anni e mezzo. E nel frattempo la neocostituita xtraWine CH fin dal principio ha raggiunto risultati 15 volte superiori alle aspettative stimate. Anche nel 2022 la prospettiva sembra più che positiva. In questi primi mesi dell’anno Hong Kong continua a crescere bene e la Svizzera sta andando come un treno, tanto che prevediamo prudenzialmente un risultato oltre il milione di euro per quest'anno. Per la casa madre italiana siamo a +8/10 per cento, ma sono mesi scarichi».

Nonostante i numeri volgano al sereno, l'ottimismo in casa xtraWine è molto prudente. «Purtroppo la parola che domina in questo momento è ‘incertezza' – ammette il manager – legata allo scenario geopolitico e alla crisi economica derivata dal rincaro delle materie prime. Nel settore vino abbiamo problemi con vetro, carta, legno e non solo con l'impennata di carburanti ed energia, perché la somma di tutto si ripercuote sul valore del prodotto e noi vediamo già gli aumenti nei listini».
Un impatto ineludibile, che rischia di far saltare gli equilibri nel carrello. «Nel nostro mercato si lavora con le soglie di prezzo – chiarisce il manager – e con i continui aumenti di prezzo ci possono essere spostamenti di fascia per alcuni prodotti e alcuni dei nostri best seller potrebbero non realizzare la stessa performance».

In prospettiva ne risentirà dunque più la fascia entry level rispetto alla premium, «perché è bello posizionarsi nella fascia alta di mercato – chiosa Pazienza – ma la verità è che la clientela è variegata. In questo momento la famiglia media probabilmente accantona un bene voluttuario come il vino, mentre la clientela che può permettersi vini premium non subisce eccessive ripercussioni».
Il primo effetto dei venti di guerra è stato infatti un raffreddamento delle operazioni: «Il giorno esatto in cui la Russia ha invaso l'Ucraina – riferisce il ceo xtraWine – abbiamo registrato una evidente riduzione nel numero ordini per due giorni, per cui la paura collettiva si è riflessa sulle scelte d'acquisto»; quando però il conflitto è stato, almeno in parte, “metabolizzato”, i flussi si sono normalizzati, ma con un aumento del prezzo medio a bottiglia.

Quale sarà dunque l'impatto di guerra e rincari sul mercato dei vini online? «Difficile dirlo – dice Pazienza – perché come tutti gli shock nel tempo verranno riassorbiti, ma l'auspicio è che non durino troppo. E se in Ucraina si fermano le bombe è un bene per il mondo e pure per il mercato»

Nel frattempo i progetti di xtraWine non si fermano e nel mese di marzo è previsto il lancio della nuova piattaforma xtraWine in Gran Bretagna.«La storia di xtraWine è chiara – aggiunge Pazienza – e fin dall’inizio nasce per affrontare il mercato del vino in ambito globale. L’operatività multipiattaforma risulta vincente. Stiamo rafforzando il nostro organico, inserendo una prima linea di top manager in diverse funzioni chiave e stiamo lavorando incessantemente per crescere oltreconfine. Negli anni il contributo delle vendite estere sta diventando sempre più significativo, nonostante l’Italia sia ancora la nostra roccaforte. Il 60% delle vendite viene però da Paesi Ue ed extra Ue, come Sud Corea e Hong Kong, Svizzera, Germania, Paesi Nordici, UK e Polonia».


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