di Serena Uccello
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Un quadro di profonda incertezza per quanto riguarda le prospettive, ma definito invece nelle sue conseguenze più critiche: secondo un’analisi realizzata da Piessepi e Nomisma con il supporto di Gidp (Gruppo intersettoriale direttori del personale), «le aziende stanno subendo in maniera trasversale l’impatto dell’inflazione spinta dal caro energia, con un aumento della bolletta energetica che si attesta a 110 miliardi di euro in più rispetto allo scorso anno. Anche i consumi risentono della spinta inflattiva, con una perdita di potere di acquisto delle famiglie italiane pari a 2.300 euro».
L’effetto inevitabile, spiegano gli analisti di Nosmisma, è la modifica dell’approccio delle aziende italiane verso la definizione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro. Che cosa vuol dire in concreto? Che «il 61% delle aziende coinvolte nell’indagine afferma di aver introdotto attività di cambiamento, sviluppo o revisione su organigramma e ruoli organizzativi, il 44% su sistemi informativi e più di un terzo ha modificato processi, procedure e competenze».
La ricerca è stata fatta su cento interviste (70 aziende private, 20 enti pubblici, 10 enti privati o del Terzo settore). Una parte, dunque, delle aziende interverrà sul proprio capitale umano, un’altra ridefinirà i propri processi. In particolare, per quanto riguarda il primo aspetto, tornano al centro dell’attenzione degli Hr le soft skill e la formazione dei dipendenti. «Quasi la metà delle aziende coinvolte dichiara di aver effettuato attività di formazione tecnica negli ultimi 24 mesi, il 42% ha svolto attività di formazione delle soft skill e il 23% ha intrapreso percorsi di coaching individuali che supportano le persone nella loro fase di crescita». Aspetti finora penalizzati dalla scarsa quantità di risorse umane dedicate (32%), budget economico a disposizione (22%) e sviluppo dell’organizzazione e gestione delle persone (20%).
In un contesto sempre più complesso, dunque, la chiave strategica per resistere punta ad aumentare le competenze individuali come strumenti per incidere sulla qualità e alla digitalizzazione dei processi. «L’indagine – spiega Silvia Zucconi, responsabile Market intelligence di Nomisma – definisce quanto le risorse umane siano oggi un asset imprescindibile per supportare performance e competitività di aziende ed enti pubblici».
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