di Luca Bergamin
Una ciaspolata nel Parco
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Compie cento anni il Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, eppure un viaggio invernale entro i suoi confini appare sempre un'avventura giovane. Perché le valli e le foreste sono in gran parte imbiancate, i ruscelli e i laghi ghiacciati, sulle montagne si possono praticare attività sportive, e soprattutto, sia che si viaggi da soli che in famiglia, si vive in simbiosi con gli animali. Magari non è questo il momento per imbattersi nel simpatico e socievole orso bruno marsicano, di cui qui sono stimati sessanta esemplari, sereni e rispettati, ma nei vari Centri natura e nei Musei (parcoabruzzo.it) si posso ricevere tanti consigli sulle avventure e incontri che si possono fare, come sulle tante e avvincenti esperienze culturali e gastronomiche.
Gioia dei Marsi (photo Parco d’Abruzzo, Valentino Mastrella)
A Pescasseroli batte il cuore del Parco, a 1.167 metri d'altitudine, sotto lo sguardo del Monte delle Vitelle. Il paesaggio intorno al borgo è uno scrigno di meraviglie naturalistiche di cui anche l'Unesco si è reso ben conto, tanto è vero che mille ettari di faggete nella fascia di territorio compreso tra Pescasseroli, Lecce nei Marsi, Opi e Villavallelonga sono entrati meritoriamente a far parte del Patrimonio dell'Umanità: hanno più di cinquecento anni di età, stanno attraversando la loro vecchiaia, talvolta taluni dei loro bracci cadono sul terreno, diventano sculture di legno, ma soprattutto costituiscono un tesoriere di biodiversità. Nel borgo medioevale di Pescasseroli, tra dimore erette utilizzando la pietra gentile del luogo, spicca Palazzo Sipari, dove nacque il filosofo e pensatore abruzzese Benedetto Croce. Al Bar dell'Orso si beve la cioccolata calda di ritorno dalla montagna o dalla camminata, neve permettendo, lungo il sentiero che all'interno di Pescasseroli conduce ad Arte Parco, dove le installazioni artistiche si sposano con la natura a rafforzare il legame tra uomo e bosco, qui molto sentito, e dal quale si ricava un pieno di energia. Chi ama sciare può raggiungere la ski-area locale oppure spostarsi al comprensorio dell'Alto Sangro. Soggiornare all'Albergo Villino Quintiliani è come fare un viaggio indietro nel tempo, ma con i comfort di oggi: è ospitato, infatti, in un palazzina degli anni 20 in stile Liberty, con il fascino tipico dell’epoca dei primi viaggi in montagna nell'Italia centrale.
Il borgo di Pescasseroli
L'opera in cui Escher rappresenta Opi
Tutto il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise è ricco di testimonianze storiche che risalgono addirittura al VI-VII secolo a.C., a quando il popolo dei Sanniti abitava il territorio in cui adesso sorgono, tra gli altri borghi, quelli di Opi e Barrea. In particolare l'insediamento in cui sono state rinvenute più tracce di quel periodo si identifica con la Val Fondillo, zona di confine in cui gravitavano anche gli Osci e i Marsi e dove poi calarono le orde dei Romani. Proprio alle pendici del Monte Marsicano è stata riportata alla luce un'autentica necropoli con oltre cento tombe, caratterizzate da cassoni in pietra calcarea e disposte in file parallele concentriche. Si stima che possano essercene alcune migliaia. Dall'abitato di Opi, un vertiginoso paese a forma di nido d'aquila cinto dagli iconici monti Marsicano, Serra delle Gravare e Amaro, si dipana un percorso che segue quello intrapreso dall'incisore e grafico olandese Maurits Cornelis Escher negli anni 30, che disegnò nel suo personale e originalissimo stile questi piccoli luoghi abitati abbarbicati sul becco degli speroni di roccia. Lungo questo tragitto si può arrivare anche all'abbazia benedettina di Castel San Vincenzo, che risale al periodo carolingio, intorno all'VIII secolo, per condividere la bellezza espressiva degli affreschi eseguiti dall’abate Epifanio.
Un lupo (photo ecotur.org)
Le spruzzate del mattino rinfrescano il palcoscenico bianco lungo tutto il territorio del parco. La quiete dei boschi, il gelo che si depone sugli alberi trasformandoli in slanciate sculture, il silenzio interrotto soltanto e talvolta dal vento, fanno sì che partecipare alle ciaspolate di gruppo con gli operatori privati autorizzati dall'ente parco (ecotur.org) rappresenti un'esperienza emozionante. Lungo il tragitto nelle foreste, infatti, le guide insegnano a riconoscere le impronte delle martore e del gatto selvatico, ne spiegano abitudini e caratteristiche. Il sogno collettivo è quello di vedere il lupo, ma questo animale fiuta l'uomo anche da lunghe distanze e si muove di notte, in branco, perciò poterlo avvistare è assai complicato. Bisogna accontentarsi, si fa per dire, di vedere qualche cervo o magari, se si è davvero fortunati, di scorgere il camoscio appenninico e scattare una fotografia che rimarrà stampata a lungo nella propria memoria. Lassù in cielo, intanto, ecco comparire l'aquila reale, mentre queste che si vedono dinnanzi ai nostri occhi sono proprio orme di un lupo. Il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise assomiglia tanto a un romanzo che si può scrivere e vivere camminando e osservando.
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