di Barbara Ganz
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Una tecnologia con un approccio bio-ispirato sta riuscendo a superare i limiti delle attuali soluzioni di visione artificiale, offrendo un vero e proprio “occhio artificiale”, che imita quasi alla perfezione il funzionamento del sistema “cervello + occhio” negli esseri umani: l’artificial eye di AI4IV, azienda associata a Confindustria Udine, è salito alle luci della ribalta anche a Cannes, conquistando il premio come migliore startup italiana alla seconda edizione del contest organizzato al World AI Cannes Festival.
La vittoria è stata accolta con soddisfazione da Confindustria Udine, che, con la vicepresidente Anna Mareschi Danieli, ha accompagnato l’azienda a Cannes. AI4IV si sta ritagliando una fetta di mercato sempre più consistente nel campo dello sviluppo, produzione e commercializzazione di sensori di smart vision per applicazioni basate su IA.
I mercati di riferimento sono veicoli autonomi, robotica, visione artificiale, sicurezza e sorveglianza, agricoltura e aerospaziale.
«Già oggi la maggior parte dei sistemi di visione, basati su telecamere che acquisiscono immagini della scena e processori che ne estraggono le informazioni chiave, possono offrire buone capacità di riconoscimento, ma – spiega Giampietro Tecchiolli, uno dei soci fondatori e board chairman dell’azienda - nella maggior parte dei casi noi umani possiamo ancora superarli. Ad esempio, il sistema di visione artificiale di un’automobile può perdere di vista un pedone fermo all’uscita di un tunnel, se utilizza una telecamera accecata dalla luce solare esterna, oppure può riconoscere erroneamente un segnale stradale. Le soluzioni sono complesse e costose. Noi ci siamo impegnati a rendere disponibili prodotti e servizi che superino questo problema con un approccio innovativo all’implementazione di “occhi artificiali”: un’unità di visione intelligente su silicio basata su una tecnologia e un’architettura di calcolo ispirata ai sistemi biologici. La tecnologia AI4IV può fornire sensori di visione intelligenti che restituiscono immagini di buona qualità della scena e il contenuto informativo associato in qualsiasi condizione ambientale e allo stesso costo di un chip per fotocamera».
Barbara Ganz
Corrispondente a NordEst
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