di Flavia Carletti ed Enrico Miele
La Borsa, gli indici del 19 aprile 2023
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Chiusura positiva a Piazza Affari, sostenuta da banche e utility, al termine di una seduta poco mossa in cui le Borse europee si sono mosse in ordine sparso, con Wall Street debole. Gli investitori tornano a guardare alle prossime mosse delle banche centrali, con Philip Lane della Bce che ha confermato la traiettoria di rialzi. Focus anche sull'andamento dell'inflazione (in Gran Bretagna è scesa al 10,1% a marzo dal 10,4% di febbraio, ma meno delle attese che erano al 9,8%, mentre quella europea è stata confermata in calo a 6,9%), mentre è ormai nel vivo la stagione delle trimestrali americane. Atteso, in serata, il Beige Book della Fed. Sul fronte trimestrali, dopo la delusione di Goldman Sachs e Netflix (conti in linea, ma crescita abbonati sotto le attese) che hanno frenato gli entusiasmi, occhi puntati su Morgan Stanley (che ha registrato conti in calo ma migliori delle attese) e Tesla.
A Milano il Ftse Mib ha chiuso in progresso dello 0,15%, sfiorando i massimi da gennaio 2022, a Parigi il Cac40 ha guadagnato lo 0,21%, a Francoforte il Dax40 lo 0,08%, quando a Londra il Ftse100 ha perso lo 0,13% e ad Amsterdam l'Aex lo 0,38 per cento.
Si muove sotto la parità Wall Street, con gli investitori alle prese con un'altra serie di trimestrali e la prospettiva di un altro rialzo dei tassi d'interesse negli Stati Uniti per combattere l'inflazione. Il titolo di Morgan Stanley è debole ma viaggia sopra i minimi dell'apertura, dopo che la banca ha visto calare utile (-19%) e fatturato (-2%), battendo comunque le previsioni degli analisti, grazie alla performance superiore alle stime delle attività di trading.
Il risiko bancario continua ad accendere le fantasie degli investitori a Piazza Affari: in rally Mps (+3,8%) quando le ipotesi di una fusione tra Banco Bpm (+2%) e UniCredit (+1,7%) sponsorizzata dal neo presidente della Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona, ente socio di entrambi gli istituti, hanno spinto le quotazioni. A sostenere il titolo di Piazza Meda anche la ricerca già avviata di una partnership con un «primario operatore» su Pos e carte. Tra le utility, in evidenza Hera (+2,57%) e A2A (+2,45%). Tra i titoli in “rosso”, sonoro tonfo di Tim (-8,3%) dopo i mini-ritocchi alle offerte per la rete, che restano distanti dai desiderata dei soci francesi di Vivendi. Debole anche Saipem (-2,5%) che ha esteso il contratto “drilling offshore Santorini” da 280 milioni di dollari. Giù St (-2,1%) dopo le stime deboli di Asml. Fuori dal segmento principale, Mfe A è salita dello 0,8% dopo i conti 2022 che vedono un utile di 217 milioni e ricavi in calo del 4% a 2,9 miliardi.
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund. A fine giornata, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco è indicato infatti a 185 punti base dai 182 punti del closing della vigilia. Aumento più sensibile per il rendimento del BTp decennale benchmark che chiude a quota 4,35% dal 4,28% della seduta precedente.
Sul valutario, il cambio tra euro e dollaro è in area 1,0958 (da 1,096 ieri). Euro/yen a 147,58 (da 146,85), dollaro/yen a 134,69 (da 134,5). Petrolio in netto calo a 79,5 dollari al barile (-1,7%) nel Wti giugno e a 83,4 dollari nel Brent giugno, col mercato che si torna a porre dubbi sulla tenuta della domanda. Il gas naturale, infine, cala ancora a 39,8 euro al MWh (-6,8 per cento).
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Enrico Miele
Redattore Radiocor
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