Deficit 2022 all'8%, pesa il calcolo del Superbonus
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In attesa che banche e assicurazioni ricomincino ad acquistare i crediti maturati dai bonus edilizi, alleggerendo famiglie e imprese che hanno bisogno di liquidità, il governo si muove per dare un po’ più di tempo a chi non è riuscito ancora a cedere quelli maturati nel 2022. E che si ritrova dietro l’angolo la scadenza del 31 marzo, data entro cui la cessione va comunicata all’Agenzia delle Entrate, pena la decadenza. Aprendo adesso una nuova pratica di cessione in banca, non ci sarebbero i tempi tecnici per la verifica e la successiva comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il termine fissato dalla legge, e non prorogabile.
Si va dunque verso una soluzione rapida per consentire la cessione dei crediti edilizi maturati nel 2022. Secondo quanto si apprende il governo sarebbe pronto a dare parere favorevole alla soluzione individuata nei giorni scorsi dal relatore del dl Superbonus, Andrea de Bertoldi (Fdi), che consente di iscrivere il credito sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate fin dal momento in cui viene preso in carica dalla banca.Secondo quanto si è appreso, con un comunicato legge il governo consentirà di iscrivere il credito sulla piattaforma dell’Agenzia fin dal momento in cui viene preso in carica dalla banca.
Sono 311 gli emendamenti al Dl Superbonus depositati in commissione Finanze alla Camera. Lo ha annunciato il relatore al provvedimento, Andrea De Bertoldi (FdI), dicendosi soddisfatto per il numero contenuto di proposte di modifica complessivamente presentate. Un dato, fa rilevare, che rivela l’accoglimento da parte delle opposizioni al suo invito a dialogo sulle modifiche da apportare al testo e che non fa scattare il ricorso ai cosiddetti ’segnalati’. Giovedì alle 14 la commissione dovrebbe riunirsi sulle ammissibilità. Le richieste di modifica dei partiti vanno dalla proroga per di tre mesi, dal 31 marzo al 30 giugno 2023, per la conclusione dei lavori con Superbonus al 110% per le villette, allo sblocco dei crediti tramite la compensazione con gli F24.
Il pacchetto di emendamenti prioritari di Fi interviene sullo sblocco dei crediti posseduti dalle banche tramite la compensazione con gli F24 con metodo funzionale, frazionabilità del credito e acquisto da parte delle partecipate di Stato. Inoltre si prevede la non applicazione del blocco della cessione dei crediti con sconto in fattura da bonus edilizi per i territori terremotati, terzo settore, aree oggetto di rigenerazione urbana e per la rimozione delle barriere architettoniche.
Nel corso di una riunione tenuta nella mattinata di martedì 7 marzo al ministero dell’Economia, ha inoltre riferito De Bertoldi, si è fatto il punto sulle operazioni di cessione del credito e sconto in fatture che dovrebbero “sopravvivere”. Risultano pertanto confermate quelle relative a immobili ex Iacp, Onlus, Sismabonus e, per quanto riguarda i lavori eseguiti prima del varo del Dl, quelli relativi alla cosiddetta edilizia libera (caldaie o infissi, tra gli altri).
Si lavora inoltre, si apprende, ai cantieri in atto per le residenze unifamiliari. Mentre resta ancora in ’stand by’, in attesa di ulteriori riflessioni da parte della Ragioneria generale dello Stato, la soluzione ’F24’ sollecitata dal sistema bancario e delle imprese. La Commissione procederà al voto degli emendamenti tra il 20 e il 24 marzo mentre la discussione generale sul provvedimento da parte dell’Assemblea di Montecitorio è attesa dal 27.
C'è anche tutto il filone legato all'edilizia libera: chi ha pagato acconti, ad esempio su caldaie e infissi, entro i termini ma non ha iniziato i lavori prima dell'arrivo del decreto cessioni. Per questi cittadini ci dovrebbe essere la possibilità di provare, con data certa, i pagamenti o la firma di un contratto, restando comunque nel vecchio regime.
Resta, infine, aperto il problema degli incapienti, i contribuenti che non possono beneficiare delle detrazioni, in assenza di cessioni e sconti, non avendo imposte da pagare.
«Occorre risolvere il dramma legato ai crediti incagliati, che sta colpendo numerose famiglie e imprese: c’è spazio per una liquidazione immediata». Così la vicepresidente di Ance, Vanessa Pesenti, in audizione presso la commissione Finanze del Senato, spiegando che «l’Istat ha rivisto le stime sugli effetti dei bonus sui conti delle amministrazioni pubbliche per il triennio 2019-2021, alla luce delle indicazioni di Eurostat. La riclassificazione dei bonus, da ’non pagabili’ a ’pagabili’, ha determinato un peggioramento del deficit imputabile agli anni scorsi, dal 2020 al 2022, ma ha migliorato il deficit degli anni futuri. I dati Istat hanno chiarito che i crediti derivanti dai bonus edilizi sono già stati contabilizzati nel bilancio dello Stato e, quindi, c’è spazio per una liquidazione immediata dei crediti incagliati in capo a famiglie e imprese».
«Considerando uno stock di crediti fiscali incagliati in capo alle imprese di 19 miliardi di euro gli effetti macroeconomici potrebbero essere estremamente preoccupanti: 32.000 imprese fallite e 170.000 disoccupati in più nel settore delle costruzioni, che raddoppiano se si considera l’indotto» ha aggiunto Pesenti, sottolineando che «una simile situazione provocherebbe problemi su circa 115.000 cantieri, che si tradurrebbero in altrettanti nuclei familiari in crisi». «Si stima - ha spiegato - che 1 miliardo di crediti incagliati produce il blocco di circa 6.000 interventi, tra unifamiliari e condomini, con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9.000 occupati».
«Appare quindi indispensabile introdurre soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi. La soluzione principale e più efficace è utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati. Si tratta di una misura di carattere straordinario, limitata nel tempo e nella quantità, volta a evitare la crisi di numerose imprese», ha sottolineato l’Ance.
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