di Carlo Marroni
Papa Francesco: "La Chiesa impegnata a rendere giustizia vittime abusi"
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«La tassazione è segno di legalità e giustizia. Deve favorire la redistribuzione delle
ricchezze, tutelando la dignità dei poveri e degli ultimi, che rischiano sempre di finire schiacciati dai potenti. Il fisco, quando è giusto, è in funzione del bene comune. Lavoriamo perché cresca la cultura del bene comune, perché si prenda sul serio la destinazione universale dei beni». Papa Francesco riceve in udienza una delegazione dell'Agenzia delle Entrate, guidata dal direttore generale Ernesto Ruffini, e pronuncia un lungo discorso in cui ripercorre vari passaggi delle Bibbia dove ci sono i riferimenti al tema delle tasse. «In questo quadro – dice - i principi di legalità, imparzialità e trasparenza diventano una bussola preziosa»
«Oggi, come ai tempi della Bibbia - dice il Papa - chi riscuote le tasse rischia di essere percepito nella società come un nemico da cui guardarsi. E purtroppo una certa cultura del sospetto si può estendere verso coloro che sono incaricati di far rispettare le leggi. Eppure questo è un compito fondamentale, perché la legalità tutela tutti. È garanzia di uguaglianza. Le leggi consentono di mantenere un principio di equità laddove la logica degli interessi genera disuguaglianze. La legalità in campo fiscale è un modo per equilibrare i rapporti sociali, sottraendo forze alla corruzione, alle ingiustizie, alle sperequazioni. Ma questo richiede una certa formazione e un cambiamento culturale. Come spesso si dice, infatti, il fisco viene visto come un “mettere le mani in tasca” alle persone»
Poi in tema della imparzialità. «Il vostro lavoro appare ingrato agli occhi di una società che mette al centro la proprietà privata come assoluto e non riesce a subordinarla allo stile della comunione e della condivisione per il bene di tutti. Tuttavia, accanto ai casi di evasione fiscale, di pagamenti in nero, di illegalità diffusa, voi potete raccontare l'onestà di molte persone che non si sottraggono alloro dovere, che pagano il dovuto contribuendo così al bene comune. Alla piaga dell'evasione risponde la semplice rettitudine di tanti contribuenti, e questo è un modello di giustizia sociale.L'imparzialità del vostro lavoro afferma che non esistono cittadini migliori di altri in base alla loro appartenenza sociale, ma che a tutti è riconosciuta la buona fede di essere leali costruttori della società. C'è un “artigianato del bene comune” che andrebbe narrato, perché le coscienze oneste sono la vera ricchezza della società».
Inoltre, per il Papa, «il fisco sostiene i medici. Per favore continuate con il sistema sanitario gratuito e questo viene dal fisco, difendetelo, perché non dovremmo cadere in un sistema sanitario a pagamento dove i poveri non hanno diritto a nulla. Una delle cose belle che ha l’Italia è questo. Per favore conservatelo».In questo quadro si innesta il tema della trasparenza: «Chi gestisce il patrimonio di tutti ha la grave responsabilità di non arricchirsi”, e infatti “la trasparenza nella gestione del denaro, che proviene dai sacrifici di molti lavoratori e lavoratrici, rivela la libertà d'animo e forma le persone a essere più motivati nel pagare le tasse, soprattutto se la raccolta fiscale contribuisce a superare le disuguaglianze, a fare investimenti perché ci sia più lavoro, a garantire una buona sanità e l'istruzione per tutti, a creare infrastrutture che facilitino la vita sociale e l'economia».
Carlo Marroni
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