Ucraina, Zelensky: "Ci aspettano giorni bui"
Il primo ministro russo, Mikhail Mushustin, ha firmato oggi un decreto che prevede la creazione di centri di addestramento militare in un massimo di 16 centri universitari pubblici in tutto il Paese. La decisione si inquadra nell’impegno del governo russo di “formare i cittadini”, in particolare gli studenti, seguendo i programmi di addestramento militare, riferisce l’agenzia di stampa Interfax.
Secondo l’elenco pubblicato dalle autorità russe i centri di addestramento militare saranno situati nelle università delle regioni di Astrakhan, Kirov, Izhevsk, Lipetsk, Novgorod, Orël, Pskov, Sakhalin, Smolensk, Tyumen, Vologda e Yaroslavl, nonché nelle repubbliche di Mordovia, Cecenia e Mari El. La scorsa settimana il ministero dell’Istruzione e della Scienza, insieme al Ministero della Difesa russo, ha riferito dello sviluppo di un modulo di addestramento militare, che sarebbe stato inviato alle università per essere incluso nei programmi educativi.
Tenendo conto dei nuovi 16 centri di addestramento militare, il numero totale di queste strutture nelle università statali della Federazione Russa aumenterà a 120, secondo l’agenzia di stampa Tass.
Il sostegno che il primo ministro ungherese Viktor Orban ha mostrato nei confronti di un cessate il fuoco e del dialogo tra Kiev e Mosca non è altro che una forma ’’indiretta’’ per sostenere il trionfo russo nella guerra e dimostra un ’’disprezzo patologico’’ nei confronti dell’Ucrania. Ne è convinto il ministero degli Esteri ucraino, che in una nota afferma che «le dichiarazioni del primo ministro dell’Ungheria dimostrano un disprezzo patologico verso l’Ucraina e il popolo ucraino, che resistono all’aggressione russa, oltre alla sua visione politica miope».
Kiev ha inoltre messo in guardia Orban dal fatto che un’eventuale sconfitta dell’Ucraina ’’indirettamente’’ non farà altro che «portare a un’altra minaccia di aggressione diretta della Russia verso l’Ungheria e gli ungheresi». Nella nota si legge anche che «il leader ungherese deve chiedersi se vuole la pace. Se la risposta è affermativa, deve usare i suoi legami con Mosca perché metta fine alla sua aggressione contro l’Ucraina e ritiri le sue truppe».
La Russia vieterà a partire dal primo febbraio 2023 la vendita di petrolio e derivati ai Paesi che utilizzano il price cap sul greggio russo, fissato a inizio dicembre a 60 dollari da Ue, G7 e Australia. «La vendita del petrolio e dei prodotti petroliferi russi a società e altri privati è vietata» se costoro fanno ricorso al tetto sui prezzi, è scritto in un decreto firmato oggi dal presidente russo Vladimir Putin.
Continuano i combattimenti tra le forze russe e ucraine a Kreminna , nella regione di Lugansk. A sostenerlo il governatore regionale, Sergy Gaidai, su Telegram. “Sulla mappa del Donbass, i punti più caldi sono Bakhmut e Kreminna. I combattimenti continuano vicino a Kreminna. I russi capiscono che se perdono” la città, “tutta la loro linea di difesa cadrà”, ha scritto il funzionario ucraino. Ieri, Gaidai ha riferito che i combattenti in una parte della città controllata dal comando russo sono stati costretti a ritirarsi a Rubizhne, città a poche miglia a sud-est, a causa della pressione militare ucraina. Secondo quanto spiegato dal Guardian, la riconquista di Kreminna e della vicina Svatove potrebbe aprire la strada a Kiev per lanciare un’offensiva su Sievierodonetsk e Lysychansk, due città perse dall’Ucraina durante l’estate.
Conversazione telefonica tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Il cordiale colloquio, spiega Palazzo Chigi, ha fatto seguito alla conversazione telefonica che Meloni e Zelensky avevano avuto il 28 ottobre. Meloni ha rinnovato il pieno sostegno del Governo italiano a Kiev in ambito politico, militare, economico e umanitario, nel ripristino delle infrastrutture energetiche e nella futura ricostruzione dell’Ucraina. Meloni ha ribadito il massimo impegno dell’Italia per ogni azione utile per arrivare ad una pace giusta per la Nazione ucraina.
«Ho ringraziato Giorgia Meloni per la solidarietà e il supporto all’ Ucraina . Ho lodato lo stanziamento del governo italiano di ulteriori 10 milioni di euro in aiuti. Meloni mi ha informato che si sta valutando la questione della fornitura di sistemi di difesa aerea a protezione dei cieli ucraini. Abbiamo discusso del piano di pace», ha poi scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il tribunale militare di Petropavlovsk-Kamchatsky, nell’estremo oriente russo, ha condannato a un anno e otto mesi di reclusione un militare accusato di non aver eseguito un ordine e di essersi rifiutato di combattere in Ucraina : lo riportano diversi media, tra cui Meduza e l’edizione in lingua russa della Bbc.
L’imputato ha presentato ricorso in appello contro la condanna di primo grado. Secondo Novaya Gazeta Europa, il tribunale sostiene che il 6 ottobre l’uomo avrebbe “violato la carta di servizio interno dell’esercito russo e la carta disciplinare dell’esercito russo” perché “consapevole che in Russia era stata annunciata la mobilitazione e rigettando l’idea di prendere parte alle ostilità” si sarebbe rifiutato di essere mandato in Ucraina.
“Saremo a fianco dell’ Ucraina per tutto il tempo necessario. Un inverno duro si prospetta per gli ucraini e noi lavoreremo senza sosta con il G7 e gli altri partner per riparare, sostituire e difendere l’infrastruttura energetica dell’Ucraina”. Lo twitta il segretario di Stato americano Antony Blinken.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken
Una persona è stata uccisa e altre sono rimaste ferite a seguito del bombardamento dell’esercito russo sulla città di Oleshki, nella regione di Kherson . Lo riferisce il sindaco della cittadina, Yevhen Ryschuk, via Telegram, come riporta Ukrinform. L’attacco “ha rotto le finestre del grattacielo Zhytloselyshche 5A”, si legge nel messaggio.
Il 45% dei tedeschi è contrario a fornire carri armati Leopard 2 all’ Ucraina , secondo un sondaggio commissionato dalla Dpa all’istituto demoscopico YouGov. Il 33% è a favore dell’invio dei carri armati, che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede da mesi, e che in Germania sono visti come un’icona della tecnologia militare del Paese; il 22% non ha un’opinione in merito. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha rifiutato diverse richieste arrivate dal governo ucraino, sostenendo che nessun altro Paese che appoggia l’Ucraina nella guerra contro la Russia ha fornito armi simili. In più, i militari ucraini avrebbero bisogno di una formazione intensiva per poter guidare i Leopard.
La divisione tra la popolazione tedesca fotografata dal sondaggio riflette quella esistente nella coalizione a ’semaforo’ (dai colori dei tre partiti) che governa il Paese. Mentre l’Spd di Scholz si oppone, molti Verdi e Liberali sono a favore dell’invio dei carri. Il blocco di opposizione Cdu-Csu è in maggioranza favorevole. Il sondaggio indica che nella popolazione tedesca il 41% degli elettori dell’Spd è contrario alla consegna dei tank, il 40% a favore. La metà degli elettori dei Verdi è a favore, il 25% contrario. Tra i Liberali dell’Fdp, il 42% è contrario e il 33% a favore. I seguaci dell’oppoisizione conservatrice sono in maggioranza contrari. Questa contrarietà è particolarmente evidente nel partito di estrema destra AfD, dove il 76% degli elettori è contro l’invio dei carri e solo il 13% a favore.
Da febbraio l’Unione Europea ha spedito “oltre 77mila tonnellate di assistenza” all’ Ucraina . Lo rende noto su twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. “Ciò include forniture salvavita come medicine, cibo, ripari, oltre a veicoli antincendio e ospedali mobili. La solidarietà dell’Europa con l’Ucraina sta solo diventando più forte”, le sue parole.
Pesanti combattimenti sono in corso nella città occupata dai russi di Kreminna, nella regione del Lugansk . Lo riferisce il capo dell’amministrazione militare regionale di Luhansk, Serhiy Haidai, citato dal Guardian. Secondo Haidai, per far fronte ai combattimenti l’esercito di Mosca sta portando nella città “un’enorme quantità di riserve e attrezzature”. “Hanno capito”, aggiunge Haidai, “che se perdono Kreminna, in linea di principio, l’intera loro linea di difesa si sgretolerà”.
La guerra in Ucraina difficilmente potrà terminare “finché Putin è al potere”. E’ il parere dell’ambasciatore d’Estonia a Mosca Margus Laidre. “La Russia”, ha affermato il diplomatico, “ha un’anima imperiale pluricentenaria. Credo che tutte le grandi potenze abbiano una mentalità nettamente distinta da quella dei piccoli Stati. Si tratta di un fatto inevitabile e derivante da diverse esperienze storiche e culturali”. Per questa ragione rappresenterebbe un grande errore ritenere che tutti gli oppositori di Putin “siano dalla nostra parte”. Sulla base di queste premesse, ha concluso Laidre, “è lecito aspettarsi che il presente conflitto si protragga per anni”.
L’esercito russo ha spostato molti dei suoi aerei da guerra dalla base aerea di Engels dopo che questa è stata attaccata ieri da droni ucraini. Lo riferisce un portavoce dell’aeronautica ucraina, citato dal Guardian. Gli aerei sono stati trasferiti in altre località. Tre militari russi sono rimasti uccisi nell’attacco alla base aerea, cruciale per le operazioni dell’aviazione russa contro l’Ucraina. Engels si trova infatti a circa 480 chilometri dal confine ucraino e a più di 720 chilometri a sud-est di Mosca.
L’Ucraina teme una nuova ondata di raid aerei russi a Capodanno, in grado di produrre «il peggior danno alle infrastrutture energetiche» del Paese. Lo afferma il ministro dell’Energia di Kiev, Herman Halushchenko, sottolineando che la situazione energetica dell’Ucraina resta «molto difficile» e prevedendo che durante le festività il rischio di bombardamenti potrebbe essere più alto. I russi, ha proseguito, «non hanno deciso di smettere di continuare a bombardare il nostro sistema energetico». I loro raid, ha aggiunto, «sono legati a determinate date. Penso che Capodanno sia una di queste date in cui cercheranno di causare il massimo danno al sistema energetico».
L’esercito russo ha spostato molti dei suoi bombardieri dalla base aerea di Engels ad altre località in seguito agli attacchi dell’Ucraina di ieri: lo ha dichiarato in tv il portavoce dell’aeronautica ucraina Yuriy Ihnat, come riferisce il Guardian.
Allarme aereo in tutta l’Ucraina. Come scrive il gruppo di monitoraggio bielorusso Gayun si sono alzati in volo MiG-31K ’Kinzhaliv’, così come l’aereo di tracciamento radar a lungo raggio Il-76 A-50 ’Serhiy Atayants’. Entrambi gli aerei sono decollati dall’aeroporto bielorusso Machulyshchi.
Secondo gli 007 ucraini, un ufficiale legato al gruppo Wagner è stato nominato comandante del distretto militare russo occidentale, come riporta il Guardian. Nel suo ultimo aggiornamento, il think tank statunitense Institute for the Study of War (Isw) ha affermato che Yevgeny Nikiforov sarebbe al comando del raggruppamento di forze occidentali russe in Ucraina da un posto di comando a Boguchar, nell’oblast di Voronezh, nella Russia sud-occidentale.
Nikiforov ha sostituito il generale Sergei Kuzovlev come comandante perché è un membro di un’alleanza formata da Sergei Surovikin, il comandante generale delle forze russe in Ucraina, e Yevgeny Prigozhin, il fondatore della compagnia mercenaria russa privata Wagner Group, scrive l’Isw. L’intelligence ucraina ha riferito in precedenza che Prigozhin ha stretto un’alleanza con Surovikin e che sia Prigozhin che Surovikin sono rivali del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. Nikiforov ha precedenti esperienze al comando di elementi del gruppo Wagner nel Donbass dal 2014 al 2015.
I commenti della Russia sui negoziati di pace in Ucraina sono solo modi per il governo di Mosca di guadagnare più tempo. Lo ha affermato alla Cnn il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Alexander Rodnyansky. “La Blitzkrieg è andata terribilmente storta per loro (i russi ndr) e lo sanno, quindi hanno bisogno di più tempo per riorganizzarsi e ricostruire le loro truppe”, ha detto Rodnyansky. E ha aggiunto che il Cremlino sta cercando di dissuadere il mondo dall’inviare più aiuti militari all’Ucraina. “Non dobbiamo cadere in quella trappola”, ha detto.
Il conservatorio nazionale di Kiev si è rifiutato di rimuovere dal proprio nome quello del compositore russo Pëtr Cajkovskij. Lo ha annunciato il ministro della Cultura e della politica dell’informazione ucraino Oleksandr Tkachenko. L’Accademia musicale nazionale ucraina su Facebook ha fatto sapere di non aver inserito la questione del nome nell’elenco di temi discussi nell’incontro di lunedì 26 dicembre.”La questione non riguarda il nome che questa istituzione dovrebbe portare”, ha affermato Tkachenko, “si tratta di una domanda di come marcare i nostri spazi educativi e culturali. Siamo delusi da questa decisione. Speriamo che la squadra torni presto per prendere una decisione definitiva”. Allo stesso tempo, ha sottolineato che gli studenti del conservatorio sono unanimemente favorevoli alla ridenominazione dell’istituto. Il ministro ha sottolineato: “Ai giovani non importa da chi prende il nome l’istituto in cui studiano”.
Torna a Roma con il camion vuoto il cardinale Konrad Krajewski, che ha concluso la sua missione in Ucraina dove ha consegnato alla popolazione al freddo e al buio generatori elettrici e magliette termiche. Ancora una volta, dallo scoppio della guerra, l’elemosiniere si è fatto messaggero della carità del Papa per gli abitanti del “martoriato” Paese. E proprio il Papa, in contatto costante con il porporato sin dall’inizio del viaggio il 17 dicembre scorso, ha voluto personalmente ringraziarlo con un messaggio vocale, inviato da un cellulare: “Il Santo Padre mi ha inviato un messaggio tramite WhatsApp. Era contento di ’essere qui’, di essere vicino al popolo ucraino attraverso il suo elemosiniere, di poter confermare la gente nella fede, pregare con loro, stare con loro, mangiare con loro, soffrire con loro, perché qui soffrono tutti. Basta pensare a questi grandi palazzi senza luce, senza acqua con la gente che non può nemmeno andare in bagno”, racconta il cardinale a Vatican News.
Il contatto con Krajewski avviene a Kiev, dove ha trascorso il Natale. In queste ore, l’elemosiniere sta facendo ritorno a Leopoli - prima tappa del suo viaggio - e da lì si dirigerà, alla guida di un furgone, verso casa, a Roma. Ripercorrendo quindi i giorni appena passati, soprattutto le festività natalizie trascorse nella capitale - dove dopo averne lasciato parte a Leopoli ha consegnato tutto il materiale alla Caritas, che ha subito cominciato a distribuirlo nelle varie parti dell’Ucraina -, il cardinale elemosiniere commenta: “Ho girato un po’… Dappertutto si sentono i rumori dei generatori. Parecchi sono venuti dall’Italia grazie alla generosità incredibile della gente. Tutti quelli che abbiamo portato noi, sono stati già distribuiti e funzionano. Direi che la missione è compiuta.
Il cardinale Konrad Krajewski (Ansa)
Nelle ultime 24 ore “il nemico russo ha subito le maggiori perdite nelle direzioni Bakhmut e Lyman”. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nell’aggiornamento di questa mattina. Secondo il report, l’esercito di Kiev ha respinto gli attacchi russi nelle aree di due insediamenti nella regione di Luhansk e sei nella regione di Donetsk. “Nelle direzioni Volyn, Polissya, Siverskyi e Slobozhanskyi la situazione non è cambiata in modo significativo”, si legge nell’aggiornamento.
L’agenzia di stampa statale russa Tass ha raccolto una dichiarazione dell’ufficio del capo delle Nazioni Unite secondo cui il segretario generale Antonio Guterres è pronto a mediare sul conflitto in Ucraina, a condizione che tutte le parti siano d’accordo con questa proposta. Ieri il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un’intervista all’Associated Press ha affermato che il governo di Kiev punta a tenere un vertice di pace entro la fine di febbraio alle Nazioni Unite con il segretario generale Antonio Guterres come possibile mediatore, proprio nel periodo del primo anniversario dell’invasione.
Il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres. (Ed JONES / AFP)
«L’Ucraina chiede di espellere la federazione russa dall’Onu». Lo scrive il vicepresidente del parlamento ucraino, Oleksandr Korniyenko, via Twitter. «La Russia occupa territori stranieri», si legge nel tweet, «occupa seggi nelle organizzazioni internazionali. L’adesione della Russia all’Onu è illegittima. L’Ucraina non resterà in silenzio». Al tweet di Korniyenko si aggiunge una dichiarazione di ieri del ministero degli Esteri ucraino, secondo cui la Russia avrebbe occupato illegalmente il posto dell’Urss nel Consiglio di sicurezza dell’Onu dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica nel 1991: «Da un punto di vista giuridico e politico, la conclusione può essere una sola: la Russia è un usurpatore del seggio dell’Unione Sovietica nel Consiglio di sicurezza dell’Onu».
«La libertà ha un prezzo elevato. Ma la schiavitù costa ancora di più», ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «In questa battaglia abbiamo un’arma potente ed efficace. Il martello e la spada del nostro spirito e della nostra coscienza. Il coraggio e l’audacia. Virtù che ci spingono a compiere buone azioni e a vincere il male». E ha aggiunto: «L’atto principale del coraggio è la resistenza e il portare a termine il proprio lavoro nonostante tutto. La verità illumina il nostro cammino. La conosciamo. La proteggiamo. La nostra verità è la lotta per la libertà».
Tre persone sono state arrestate con l’accusa di aver ucciso una famiglia di otto persone a Makiivka, comune della regione ucraina di Donetsk attualmente sotto il controllo russo (leggi sotto, ndr). Lo ha riferito l’ufficio stampa del ministero degli Affari interni della Repubblica popolare di Donetsk (Dpr). Lo riporta l’agenzia Tass. I tre sospettati «hanno confessato di aver commesso il crimine per motivi mercenari, al fine di rubare un’auto e beni di valore», ha osservato il ministero. Secondo il codice penale russo, una volta condannati i tre rischiano la pena di morte.
«Elementi della prima armata di carri armati delle Guardia russe erano probabilmente tra le forze russe che si sono recentemente spostate in Bielorussia». È quanto afferma il report quotidiano del ministero della Difesa del Regno Unito, osservando come si tratti di forze che necessitano di essere addestrate prima di poter essere utilizzate sul campo.
Il parlamentare russo Pavel Antov, che recentemente aveva criticato il presidente russo Vladimir Putin per la guerra in Ucraina ma poi aveva ritrattato le proprie dichiarazioni, è morto a Odisha, in India, il 24 dicembre scorso, cadendo dal terzo piano dell’albergo in cui alloggiava. Il suo corpo è stato trovato davanti all’albergo. La polizia ha parlato di sospetto suicidio: l’uomo era apparso depresso per la morte, avvenuta due giorni prima, dell’amico Vladimir Bidenov, trovato privo di sensi nella sua stanza, nello stesso albergo di Odisha e dichiarato morto al suo arrivo in ospedale. Secondo l’ambasciata russa - riporta SkyNews.com - la polizia di Odisha non ha trovato alcun riscontro criminale nella morte dei due cittadini russi.
Viene già chiamato «il miracolo di Natale». Il 23 dicembre, i russi hanno bombardato il centro di Kherson da Grady. Due razzi sono volati contro la chiesa cattolica che in quel momento era piena di persone e anche bambini, ma non sono esplosi. Uno è caduto e si è spezzato in due, l’altro è rimasto incastrato nel muro. Lo ha raccontato il vescovo cattolico latino di Odessa-Simferopol, mons. Stanislav Szyrokoradiuk, durante la messa della veglia di Natale. È quanto riporta il sito delle informazioni della Chiesa cattolica latina in Ucraina, rilanciato in Italia dal Sir.
I presidenti della Federazione Russa e della Bielorussia Vladimir Putin e Alexander Lukashenko stanno avendo un colloquio al Museo Russo di San Pietroburgo. Lo riferisce Ria Novosti. «Ci incontreremo di nuovo e discuteremo di ciò che è di reciproco interesse», ha spiegato Vladimir Putin.
«Il nemico sta subendo pesanti perdite a Bakhmut, in Donetsk»: ha dichiarato in un briefing Sergiy Cherevaty, portavoce del gruppo orientale delle forze armate dell’Ucraina. «Bakhmut rimane la direzione principale dell’attacco russo che ha concentrato lì tutto il suo fuoco di artiglieria, Mlrs e carri armati, cercando di sfondare le nostre difese. I nostri militari stanno respingendo gli attacchi», ha detto. Secondo Cherevaty, i soldati russi hanno cambiato le loro tattiche: non operano più come parte di compagnie o di battaglione, ma si dividono in piccoli gruppi di massimo 20 persone e camminano sparpagliati sul campo di battaglia, cercando di avvicinarsi alle posizioni avanzate delle truppe ucraine per ingaggiare un combattimento ravvicinato.
«Quanto alla durata del conflitto, la palla è dalla parte del regime e di Washington alle sue spalle. Possono fermare la resistenza insensata in qualsiasi momento. Le nostre proposte per la smilitarizzazione e la denazificazione dei territori controllati dal regime, l’eliminazione delle minacce alla sicurezza della Russia provenienti da lì, comprese le nostre nuove terre (le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, ndr) sono ben note al nemico». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in un’intervista alla Tass. «Il punto è semplice - ha aggiunto - realizzare nel miglior modo possibile le nostre proposte altrimenti, la questione sarà decisa dall’esercito russo».
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. (EPA/EVGENIA NOVOZHENINA)
«Gli occupanti russi si sono posti l’obiettivo di raggiungere il confine amministrativo della regione di Donetsk entro la fine di quest’anno». Lo ha detto in un’intervento alla tv ucraina la vice ministra della Difesa di Kiev, Anna Malyar. «Ora la città di Bakhmut è la ’nostra fortezza orientale’, dove il nemico ha concentrato la maggior parte di tutte le attrezzature e le armi militari - ha aggiunto - c’è stata una leggera avanzata, ma il nemico è stato cacciato».
Nelle ultime 48 ore, i combattimenti in Ucraina sono rimasti incentrati intorno al settore di Bakhmut, nell’oblast di Donetsk e vicino a Svatove, a Luhansk. Lo scrive l’intelligence Gb nel suo ultimo rapporto sulla situazione sul fronte in Ucraina. «La Russia continua ad avviare frequenti assalti su piccola scala in queste aree, anche se il territorio passato di mano è poco». «A nord - prosegue il rapporto, secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa di Londra - elementi della prima armata di blindati dell’esercito russo sono probabilmente tra le forze di Mosca recentemente schierate in Bielorussia. Questa formazione sta verosimilmente seguendo l’addestramento prima del suo dispiegamento ma è improbabile che disponga delle unità di supporto necessarie a renderla pronta al combattimento».
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito i combattimenti nelle regioni orientali di Bakhmut, Kreminna e in altre aree del Donbass «difficili e dolorosi» per le truppe ucraine. Parlando della situazione sul fronte nel suo intervento televisivo di ieri sera, Zelensky ha citato «la prima linea. Bakhmut, Kreminna e altre aree del Donbass, che ora richiedono la massima forza e concentrazione. La situazione è difficile, acuta. Gli occupanti stanno usando tutte le risorse a loro disposizione - e si tratta di risorse significative - per ottenere almeno un po’ di conquiste».
Il governatore regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko ha annunciato ieri che oltre il 60% delle infrastrutture nella città di Bakhmut, che è stata teatro di intensi combattimenti, è parzialmente o completamente distrutto. «La Russia bombarda costantemente le infrastrutture a Bakhmut. Il nemico continua con la tattica della terra bruciata», ha affermato.
Apre in rialzo il gas naturale sulla piazza Ttf di Amsterdam. I contratti futures sul mese di gennaio guadagnano l’1,23% a 84 euro al MWh.
Nella città di Makiivka occupata dai russi, nella regione di Donetsk, una famiglia di otto persone è stata uccisa ieri con colpi di pistola alla testa: tra le vittime ci sono tre bambini di 1, 7 e 9 anni. Lo riferiscono i media ucraini citando canali Telegram russi secondo cui gli omicidi sono avvenuti nel quartiere di Chervonogvardeisky. Subito dopo - scrive Unian - persone armate con fucili d’assalto sono fuggite in auto. I media ucraini ricordano che a novembre soldati russi hanno sparato a una famiglia con due figli nella regione di Zaporizhzhia dopo che il marito aveva cercato di difendere la moglie dalle molestie dei militari.
I servizi di sicurezza informatica dell’Ucraina hanno neutralizzato oltre 4.500 attacchi informatici russi dall’inizio dell’anno. In un’intervista televisiva, Ilya Vitiuk, capo del dipartimento di sicurezza informatica ucraino, ha riferito che la Russia «lancia in media più di 10 attacchi informatici al giorno. Fortunatamente la società ucraina non è nemmeno a conoscenza della maggior parte di loro. Siamo entrati nel 2022 con otto anni di esperienza nella guerra ibrida alle spalle. Al momento dell’invasione, eravamo già preparati per gli scenari peggiori», ha detto.
Secondo Vitiuk, Mosca prende di mira il settore energetico, la logistica, le installazioni militari, i database governativi e le risorse informative. «Monitoriamo i rischi e le minacce in tempo reale, 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana. Conosciamo per nome la maggior parte degli hacker dei servizi speciali russi che stanno lavorando contro di noi. Dopo la vittoria dell’Ucraina, dovranno comparire davanti a un tribunale militare internazionale», ha chiuso.
Il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, ha detto che il deficit nel 2023 potrebbe superare il 2% del Pil a causa delle ridotte entrate dovute al price cap sul petrolio.
Dichiarazioni rilasciate da «funzionari anonimi» del Pentagono in merito a un «attacco decapitante» contro il Cremlino parlano di una minaccia di tentato omicidio del presidente Vladimir Putin, afferma il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un’intervista all’agenzia Tass. «Alcuni ’funzionari anonimi’ del Pentagono hanno effettivamente espresso la minaccia di sferrare un ’attacco decapitante’ al Cremlino, che in realtà è una minaccia di tentato omicidio del presidente russo», ha detto Lavrov. «Se tali idee sono davvero ponderate da qualcuno, allora questo qualcuno dovrebbe pensare meglio alle possibili conseguenze di tali piani», ha affermato il ministro degli Esteri russo.
Nella medesima intervista, il ministro degli Esteri russo ha anche detto che Russia e Stati Uniti non sono in grado di mantenere aperto un canale di dialogo a causa della posizione conflittuale assunta dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. «Mantenere un normale dialogo con l’amministrazione Biden, che pone tra i suoi obiettivi la sconfitta strategica del nostro paese, è oggettivamente impossibile», ha affermato Lavrov, aggiungendo che «la linea conflittuale anti-russa di Washington assume un carattere sempre più marcato e generale».
Per il capo della diplomazia russa «le relazioni russo-statunitensi versano in uno stato davvero deplorevole, quasi in situazione di stallo a causa di Washington». «Abbiamo costantemente spiegato agli americani che non è nel nostro stile svalutare intenzionalmente le relazioni intergovernative», ha osservato Lavrov. «Tuttavia, ci atteniamo ad un principio di reciprocità in ogni circostanza quando si tratta di costruire un dialogo. In altre parole, di regola agiamo secondo il principio dell’’occhio per occhio’, ma non necessariamente in modo simmetrico», ha concluso.
«Il corso politico dell’Occidente, che mira alla totale repressione della Russia, è estremamente pericoloso: presenta rischi di uno scontro armato diretto tra potenze nucleari». Lo afferma il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov, in un’intervista all’agenzia Tass. Lavrov ha sottolineato che Mosca ha affermato più volte che non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e che «non deve mai essere scatenata». È l’Occidente invece che - secondo Lavrov - «con speculazioni irresponsabili» afferma «che la Russia sia presumibilmente sull’orlo dell’uso di armi nucleari contro l’Ucraina».
La Russia «non ha mai seguito le condizioni stabilite da altri. Solo il nostro buon senso». Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, commentando all’agenzia di stampa statale Ria Novosti la proposta del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Quest’ultimo, in un’intervista all’Associated Press (leggi sotto), ha dichiarato di puntare a ottenere un summit di pace entro fine febbraio, preferibilmente alle Nazioni unite e con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres come possibile mediatore, più o meno nel periodo dell’anniversario dell’inizio della guerra da parte della Russia.
L’Ucraina punta a tenere un vertice di pace entro la fine di febbraio, preferibilmente alle Nazioni Unite con il segretario generale Antonio Guterres come possibile mediatore. Ad annunciarlo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, secondo il quale la Russia potrebbe essere invitata solo se prima accetterà di essere perseguita per crimini di guerra da un tribunale internazionale. Kuleba ha dichiarato che il governo ucraino vorrebbe organizzare il vertice di pace entro la fine di febbraio, in prossimità dell’anniversario dell’invasione russa. «Le Nazioni Unite potrebbero essere la sede migliore per tenere questo vertice, perché non si tratta di fare un favore a un determinato Paese», ha detto. «Si tratta di coinvolgere tutti», ha sottolineato.
Durante l’intervista, Kuleba ha dichiarato che l’Ucraina farà tutto il possibile per vincere la guerra nel 2023, aggiungendo che la diplomazia gioca sempre un ruolo importante. «Ogni guerra finisce in modo diplomatico», ha affermato. «Ogni guerra finisce come risultato delle azioni intraprese sul campo di battaglia e al tavolo dei negoziati», ha aggiunto.
L’articolo live di ieri, lunedì 26 dicembre
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