di Marco Rogari
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È di natura assistenziale il 44,2% delle pensioni liquidate nel solo 2021. E sono riconducibili ad assegni anticipati o d'anzianità quasi 5 milioni, ovvero oltre il 35%, dei 13,7 milioni di assegni previdenziali che risultavano complessivamente erogati dall'Inps al 1° gennaio 2022, su un totale di 17,7 milioni di pensioni escluse quelle dei dipendenti pubblici. Dalla fotografia scattata dall'Osservatorio sulle pensioni dell'Istituto guidato da Pasquale Tridico emerge anche che la spesa complessiva annua è di 218,6 miliardi.
Al 1° gennaio 2022 risultavano pagate dall'Inps 17.749.278 pensioni, di cui 13.766.604 (il 77,6%) di natura previdenziale e 3.982.674 (il 22,4%) di natura assistenziale. La spesa complessiva è annua è pari a 218,6 miliardi di euro: 195,4 miliardi assorbiti dalle gestioni previdenziali e 23,2 miliardi da quelle assistenziali.
Il 48,4% dei trattamenti grava sulle gestioni Inps dei dipendenti privati, a cominciare dal Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti che gestisce il 45,8% del complesso delle pensioni erogate e il 58,7% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 28,2% degli assegni per un importo in pagamento pari al 24,3% del totale, mentre alle gestioni assistenziali è collegato il 22,4% delle prestazioni, con un importo in pagamento pari al 10,6% del totale.
Nel 2021 sono state liquidate dall'ente previdenziale 1.315.171 pensioni, il 44,2% delle quali di natura assistenziale. Dall'Osservatorio Inps emerge che gli importi annualizzati stanziati per i nuovi trattamenti liquidati del 2021 ammontano a 14,1 miliardi di euro. Che rappresentano circa il 6,5% dell'importo complessivo annuo in pagamento al 1° gennaio 2022. Le prestazioni di tipo assistenziale sono costituite per il 20,3% da pensioni e assegni sociali e il restante 79,7% da trattamenti a invalidi civili sotto forma di pensione e/o indennità.
Oltre 236mila sono gli assegni anticipati o di anzianità liquidati nel 2021, al netto delle uscite dei lavoratori del pubblico impiego. Complessivamente le pensioni erogate prima del raggiungimento dei requisiti di vecchiaia al 1° gennaio 2022 erano 4,95 milioni. Il 68% delle prestazioni previdenziali è comunque assorbito da trattamenti di vecchiaia.
I dati dell'Osservatorio Inps mettono in evidenza come il 75,1% degli assegni anticipati e d'anzianità sia erogato a uomini, ai quali è destinato anche il 37,1% dei trattamenti di vecchiaia.
L'area geografica con la percentuale più elevata di prestazioni pensionistiche è l'Italia settentrionale, con il 47,85%. Al Centro viene erogato il 19,31% delle pensioni, mentre in Italia meridionale e nelle Isole il 30,77%; il restante 2,06% (366.226 pensioni) è destinato a soggetti residenti all'estero. Il Nord ha un numero di pensioni per residente maggiore per le categorie vecchiaia e superstiti, seguito dal Centro e dal Mezzogiorno, mentre l'ordine si inverte per le pensioni di categoria invalidità previdenziale e per le prestazioni assistenziali. L'importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.285,44 euro, con un valore più elevato nel settentrione (1.379,92 euro).
Il monitoraggio dell'Inps evidenzia una età media dei pensionati di 74,1 anni. Con una differenza tra i due generi di 4,7 anni: 71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne.
Marco Rogari
vicecaporedattore
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