di Micaela Cappellini
(Nicola Marfisi / AGF)
2' di lettura
Quest’anno l’Italia coltiverà a riso non più di 211mila ettari: siamo al minimo degli ultimi 23 anni. Le previsioni arrivano dall’autorevole Ente Risi e non promettono nulla di buono. Per il secondo anno consecutivo il nostro Paese, che è il principale produttore di riso in Europa, con il 50% del raccolto continentale, subirà un drastico calo della produzione per colpa della siccità.
La risicoltura, infatti, è l’attività agricola che richiede il maggior quantitativo di acqua, e nel Norditalia, dove si coltiva il 94% del riso italiano, le riserve sono già in affanno. Ai risicoltori i consorzi dei bacini idrixi hanno già fatto sapere che a disposizione oggi c’è solo il 30% dell’acqua normalmente necessaria. Se da qui a metà aprile, cioè quando avrà inizio la semina, non pioverà, gli agricoltori dovranno decidere se piantare riso oppure passare ad altre colture.
Oltre ad essere il principale produttore europeo, l’Italia è anche pressoché l’unico Paese al mondo dove si coltivano le varietà più adatte per i risotti, come ad esempio l’arborio o il carnaroli. «L’acqua è scarsa - ha detto il direttore generale dell’Ente Risi, Roberto Magnaghi - le stime per il 2023 ci dicono che verranno coltivati 7.400 ettari in meno rispetto al 2022 e 16.000 in meno rispetto al 2021». L’anno scorso, dopo un’estate di siccità, la produzione complessiva di riso del Piemonte e della Lombardia è stata in media del 17% in meno rispetto al 2021.
Per produrre un chilo di riso sono necessarie quantità di acqua comprese tra i 3mila e i 10mila litri, a seconda della varietà e del tipo di terreno utilizzato. crescere, il riso ha bisogno di un quantitativo. Dopo che, in aprile, le piante vengono seminate, è subito necessario ricoprirle con 30-40 centimetri di acqua, il cui livello deve essere costantemente mantenuto. «Il mondo della ricerca sta già studiando nuove varietà più resistenti alla siccità - ha spiegato Magnaghi - ma finché la normativa Ue non aprirà la strada alle nuove tecnologie di biogenetica, diverse dagli Ogm, ci vorranno anni per vederla in campo».
Micaela Cappellini
redattore
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy