di Marta Casadei
(AFP)
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Sono passati 40 anni da quando Franco Moschino - scomparso a soli 44 anni nel 1994 - decise di creare un marchio di moda a propria immagine e somiglianza: ribelle e irriverente, trasgressivo e all’avanguardia. Capace di dare voce alle mode del tempo, ma anche di ironizzare sul sistema moda.
Il brand, che oggi fa capo al 100% al Gruppo Aeffe, ha scelto di festeggiare questo anniversario con una sfilata evento che si terrà il 21 settembre a Milano, città natale del marchio: lo show - di cui non è ancora stata resa nota la location - sarà un tributo al fondatore, Franco Moschino e alla sua inestimabile eredità. Con il contributo di quattro stylist di fama mondiale: saranno infatti Carlyne Cerf de Dudzeele, Katie Grand, Gabriella Karefa-Johnson e Lucia Liu a creare i capi della collezione Moschino donna primavera/estate 2024. Ognuna di loro realizzerà 10 look ispirati al lavoro di Franco Moschino.
Il coinvolgimento delle stylist sopra menzionate è anche conseguenza del fatto che, al momento, la poltrona di direttore creativo di Moschino non è occupata da un nome “forte”: a marzo 2023 l’americano Jeremy Scott - che aveva preso le redini del marchio da Rossella Jardini, la collaboratrice più fidata di Moschino, e saputo interpretare a modo suo lo spirito del fondatore - ha lasciato il ruolo ricoperto per dieci lunghi anni. Ad aprile gli è subentrato un team interno, almeno secondo quanto riportato nella nota che il gruppo Aeffe aveva diffuso per annunciare l’addio del designer.
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Il gruppo romagnolo - cui fanno capo anche Alberta Ferretti, Philosophy di Lorenzo Serafini e Pollini - ha iniziato a lavorare su Moschino razionalizzandone le linee e riportando sotto una gestione diretta la distribuzione in Asia. Sarebbe stata proprio questa scelta a far crescere a doppia cifra (+22,4%) i ricavi retail del gruppo che ha archiviato il primo trimestre 2023 al 31 marzo con ricavi 93,2 milioni di euro, -8,2% sul primo trimestre dell’anno prima ed Ebitda a 11,5 milioni di euro contro i 20,4 dello stesso periodo 2022. A incidere sulla redditività sono state proprio le operazioni riguardanti Moschino: «La marginalità del trimestre è diminuita sia a seguito del nuovo corso strategico del brand Moschino con i connessi costi relativi al cambio di modello distributivo in Cina (da 100% wholesale a retail) sia all'avvio del piano di riposizionamento delle diverse collezioni Moschino con conseguenti effetti sia a livello di fatturato sia di royalties», recita la relazione trimestrale.
Marta Casadei
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