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Yilport riscrive il piano industriale per il terminal container

di Domenico Palmiotti

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Taranto Porto Industriale

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Saltati gli obiettivi che Yilport si era data attraverso la società concessionaria San Cataldo Container Terminal

13 aprile 2022
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3' di lettura

A quasi due anni dalla ripartenza del terminal container del porto di Taranto, il gruppo turco Yilport, concessionario dell’infrastruttura, riscrive il piano industriale. Le difficoltà insite nel riavvio (il terminal è stato fermo per cinque anni per l’abbandono del precedente concessionario Evergreen) e la pandemia, hanno fatto saltare gli obiettivi che Yilport si era data attraverso la società concessionaria San Cataldo Container Terminal (SCCT). Questo, nelle scorse settimane, ha portato il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, porto di Taranto, Sergio Prete, a contestare alla società il mancato raggiungimento degli obiettivi su traffico container e investimenti per l’ammodernamento.

Prospettata la revoca della concessione

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Prete ha prospettato la revoca della concessione, relativa a 1.800 metri lineari di banchina e ad un milione di metri quadrati di aree restostanti, o, in alternativa, la sua revisione. A seguito della lettera dell’Authority, da Yilport sono giunti segnali favorevoli ad una rimessa a punto della situazione. Ed ora Yilport annuncia un nuovo piano industriale per le prossime settimane. La compagnia parla di «ristrutturazione per il piano operativo della SCCT» e di «un vero e proprio reset per SCCT a Taranto dopo 8 anni di inattività del terminal». «Ad oggi – specifica la società – il terminal è operativo con 7 gru di banchina, 16 RMG, 15 ralle portuali e 2 locomotive. Nel terminal sono inoltre in uso due magazzini ristrutturati ed un’officina. A partire dal 1 luglio 2022 – dichiara la società – il primo treno sarà operativo nel terminal» mentre «l’Autorità portuale si occuperà delle operazioni di dragaggio che consentiranno il pescaggio fino a -16.5 metri nel più breve tempo possibile». Per la società, «sulla base di queste premesse, nuovi target sono stati discussi con un approccio collaborativo e costruttivo da parte di tutti i partner. Gli stessi saranno presentati da Yilport nell'ambito di un piano operativo revisionato che sarà sottoposto all'attenzione dell’Authority nelle prossime settimane».

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Yilport: già investiti 20 milioni

Yilport ha inoltre dichiarato di aver già investito 20 milioni di euro sull’infrastruttura di Taranto. Secondo l’Authority e i sindacati, il nuovo piano dovrà essere realistico e tarato sulle effettive capacità del gruppo di portare traffico a Taranto proprio perché i primi due anni sono stati lontani dagli obiettivi programmatici dichiarati dal terminalista. Sulla scorta del piano rielaborato, l’Authority effettuerà le valutazioni e prenderà le decisioni. «Yilport – spiega il presidente Prete – ci ha presentato le difficoltà, alcune oggettive, altre no. Attendiamo ora il piano industriale rielaborato per vedere se è possibile una nuova condivisione delle attività. Yilport ha detto che ci sono possibilità di miglioramento. Ce lo deve dimostrare. Non siamo ancora entrati nel merito del nuovo traffico».

Esame tecnico per dragaggi più profondi

Circa i dragaggi per aumentare la profondità dei fondali antistanti il terminal container in modo che possano attraccare navi più grandi, Prete dichiara «che è in corso l'esame tecnico imposto dal nuovo decreto in materia di Valutazione di impatto ambientale. Sarà completato nel giro di alcune settimane, dopodiché si potrà partire con i lavori. Il quadro economico complessivo ammonta a circa 80 milioni ed è relativo a dragaggio e cassa per il deposito dei materiali dragati, quest’ultima già costruita».

la posizione dei sindacati

Michele De Ponzio di Cgil, Oronzo Fiorino di Cisl e Carmelo Sasso di Uil dichiarano «di aver preso atto delle nuove dichiarazioni di Yilport. Peró, siccome già altre volte sono stati prospettati impegni che poi non sono stati mantenuti, vogliamo vedere cosa c’è di concreto nel nuovo piano industriale. Vogliamo vedere i contratti di Yilport, gli atti ufficiali che dicano quale traffico e quali gruppi verranno a Taranto». «Quando Yilport ha ottenuto la concessione – rammentano i sindacalisti –, presentò una serie di manifestazioni di interesse. Disse che c’erano diversi soggetti interessati ad usare il terminal container». «La situazione – osservano i sindacalisti – è invece andata diversamente. I traffici sono stati nettamente al di sotto delle aspettative per cui Yilport deve dimostrare che stavolta fa sul serio».

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