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Def, ok commissioni Senato e Camera: asse M5s-Lega. No di Forza Italia

di An.Ga.

Di Maio: oggi forse chiudiamo contratto di governo

16 maggio 2018
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3' di lettura

Dopo le audizioni di ieri via libera della commissione speciale della Camera e del Senato al mandato al relatore sul Documento di economia e finanza. Il testo passa ora all’esame dell'Aula. Alla Camera hanno votato a favore M5S-Lega, mentre Forza Italia ha votato contro («pronta a difendere in aula - si legge in un nota - le proposte del centrodestra in materia di economia, fisco e bilancio») e il Pd si è astenuto. Stesse posizioni a palazzo Madama dove i dem hanno però votato a favore. «Il relatore - ha spiegato il senatore Dem Mauro Marino - ha fatto una relazione tecnica in merito al quadro tendenziale, vale a dire la foto dell'esistente. Non c’era ragione per non votare a favore». E il relatore, ossia , il senatore della Lega Alberto Bagnai, ha sottolineato come quello arrivato dal Pd «certo non si tratti di un voto politico».

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Il nodo delle clausole di salvaguardia
Il documento di economia e finanza, approvato oggi dalla commissione speciale della Camera, dovrebbe essere all’esame dell’Aula di Montecitorio martedì o mercoledì della prossima settimana. Mentre il Def dovrebbe passare all’esame dell’Aula di palazzo Madama tra la prossima settimana e quella successiva. Sempre con un occhio però ai tempi sulla nascita del nuovo governo.

È in Aula, ad che i partiti dovrebbero finalmente scoprire le carte sulle risoluzioni da presentare. E anche se saranno più di una, il filo conduttore tra tutte sarà quasi certamente la richiesta espressa al Governo di sterilizzare le clausole di salvaguardia e dunque di scongiurare l'aumento dell’Iva per 12,4 miliardi nel 2019 e per oltre 19 miliardi nel 2020. Una richiesta su cui c’è ampia convergenza.

Le divergenze M5s-Lega sul deficit
Ma non mancano le divergenze, anche in vista di un governo M5s-Lega. I Cinque Stelle, al momento sono fedeli alla linea di riduzione del deficit tracciata nell'ultimo Def (dall’1,6 di quest’anno allo 0,8% del 2019), mentre la Lega continua a spingere per salire vicini al 3%. Un punto di convergenza andrà trovato non solo nel «contratto di governo» in via di definizione, ma anche nella discussione parlamentare in vista delle risoluzioni al Documento di economia e finanza. L’obiettivo è che la risoluzione sul Def che metteranno a punto «M5S e Lega sia condivisa ampiamente, con lo stesso spirito con cui si è lavorato oggi» ha detto la relatrice e deputata 5S Laura Castelli in vista dell’esame del Def da parte dell’Aula della Camera.

Bagnai (Lega): eventuale discussione politica in Aula
«In questa fase il mio compito è di presentare il documento e la mia relazione avrà un carattere meramente tecnico; il momento politico sarà quello della
discussione in Aula e dipenderà certo anche dalla fase in cui ci troveremo. Io auspico che si formi un governo e che questo possa chiarire i ruoli», ha commentato il relatore al Def al Senato ed esponente della Lega, Alberto Bagnai.

Crescita più lenta, nel Def a 1,5%
Il Def “asettico” con il solo quadro macroeconomico tendenziale, quello cioè prospettato dai tecnici del Tesoro a legislazione vigente, è stato approvato dal Cdm lo scorso 26 aprile. Nelle previsioni ufficiali della crescita ha vinto la prudenza, che fissa un aumento del Pil dell’1,5% quest’anno e poi una discesa da un decimale all’anno nel 2019 e nel 2020. Sul debito pesa invece l’effetto degli interventi salva-banche, che si riflettono su un passivo 2018 al 130,8% del Pil, cioè un punto sotto i livelli del 2017 ma otto decimali sopra le previsioni di autunno. Nessun effetto strutturale, invece, sul deficit, che dopo il 2,3% del 2017 conferma la propria discesa all’1,6% e allo 0,8% il prossimo anno, per arrivare al pareggio sostanziale nel 2020.

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