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Lo stile di vita sostenibile regge alla crisi, Italia in testa

di Alexis Paparo

Sda Bocconi e Atlantia, un hackathon per la mobilità sostenibile

L’EY Future Consumer Index fotografa gli italiani come campioni di comportamenti green: il 74% si preoccupa per il Pianeta, il 65% acquista in base all’impatto ambientale. Puntando al risparmio

12 febbraio 2023
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6' di lettura

Nel libro «Possiamo salvare il mondo, prima di cena» Jonathan Safran Foer scriveva che la crisi climatica è anche una «crisi della nostra capacità di credere». Di pensare che sia un pericolo reale, tale da indurre ad apportare cambiamenti rilevanti nei comportamenti quotidiani.

Circa quattro anni dopo, la prova del nove per uno stile di vita attento all’ambiente arriva grazie al clima di instabilità economica, sociale, geopolitica. Una sorta di stress test, che ha contribuito a mettere a fuoco alcuni elementi: gli italiani sono tra i più preoccupati per le fragilità del pianeta e, di conseguenza, sono campioni di comportamenti sostenibili. Poi, allargando il raggio, che in un clima di preoccupazione generalizzata per il futuro a breve termine e per l'aumento dei prezzi, cresce l'attenzione alla sostenibilità, si consuma “meglio” invece che “di più”.

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È quanto emerge dall’ultimo EY Future Consumer Index, commentato in anteprima per Il Sole 24 Ore del Lunedì, elaborato a ottobre 2022 su un campione di 21mila rispondenti di 27 nazioni. Mettendo il nostro Paese sotto la lente, gli italiani spiccano fra quelli più preoccupati per l’ambiente (sono il 74% contro il 65% globale), si aspettano che il cambiamento climatico peggiorerà nei prossimi sei mesi (63% contro 43%), affermano che acquistare e comportarsi in modo più sostenibile sia un principio fondamentale della propria vita (59% contro il 53%), acquistano in base all’impatto ambientale (65%).

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Comportamenti concreti

Entrando nel merito, Stefano Vittucci, retail & consumer products leader di EY in Italia, sottolinea che «in tutte le cinque edizioni del rapporto, l’Italia si posiziona fra i leader della classifica europea e non solo, con comportamenti concreti: risparmiare energia e acqua, ridurre le emissioni e i viaggi aerei, riciclare e riutilizzare prodotti e imballaggi dopo l’uso, acquistare in base all’impatto ambientale ed etico dei prodotti, diffondere questo tipo di azioni. Pochi i comportamenti in controtendenza: dieta a base vegetale (21% in Italia, contro il 29% europeo) e compostaggio dei prodotti (38% in Italia, contro il 55% europeo)».

Vittucci spiega che «dall’indagine, ripetuta trimestralmente da maggio 2021, si legge un’accelerazione globale dei comportamenti che hanno meno impatto sull’ambiente, come un limitato consumo di latticini e carne (dal 45% al 50%), l’utilizzo dei mezzi pubblici (dal 51% al 56%) mentre sempre molto alti rimangono gli sforzi legati al risparmio di energia e acqua (92%), il riciclo dei prodotti dopo l'uso (88%), la scelta di non usare l’auto per viaggi brevi (52%)». Secondo Vittucci, è interessante osservare la prospettiva a tre anni, che mostra una chiara intenzione a implementare in futuro quel che non si riesce a fare oggi, come il passaggio a un’auto alimentata da energia rinnovabile: il 32% afferma che intende farlo entro tre anni.

Scelte frugali

L’attenzione alla sostenibilità non è l’unico driver verso comportamenti più frugali. Spicca il dato della benzina - il 36% compra meno, il 12% sceglie alternative più economiche, il 4% ha smesso di acquistare - e di abiti e accessori: il 41% ha ridotto l’acquisto. Eppure, un 43% avverte di possedere più di quel che gli serve, il 67% cerca di riparare invece di rimpiazzare, l’85% si sta impegnando per ridurre lo spreco alimentare e il 38% intende acquistare più prodotti usati. «Emerge anche una maggiore accettabilità sociale legata a modelli di consumo come il second hand e il riuso. Una tendenza che le aziende, non più solo del lusso, hanno intercettato e sulla cui gestione ci chiedono un supporto, soprattutto lato retail», sottolinea Vittucci.

Experience di consumo tendenza in crescita

Carlo La Giglia, responsabile insights & leads del settore retail&consumer di EY in Italia, spiega che «la recente crisi economica ha fatto crescere il segmento di popolazione più preoccupato della situazione finanziaria, specialmente nella generazione dei baby boomer, dove rappresenta il 34%, e nella generazione X, dove rappresenta il secondo segmento con il 19 per cento. Il segmento più impegnato sulla sostenibilità rimane il più numeroso sia nella generazione X (dove è il 33%), sia nelle generazioni più giovani (Gen Z col 33%) e, in particolare, per i millennial, dove rappresenta il 39 per cento. Oltre al posto centrale della sostenibilità, queste due generazioni più giovani mettono al secondo posto l’experience di consumo, tendenza in crescita rispetto agli ultimi due anni di pandemia».

Raffrontando l’indagine con le edizioni precedenti, Vittucci segnala un mutato atteggiamento verso le aziende: «A maggio 2021 era emerso un dissenso dei consumatori verso un marketing considerato ingannevole dal 63% dei rispondenti, una qualità dei prodotti definita bassa dal 63% e meno duraturi dal 51 per cento. Percentuali che, in Italia a ottobre 2022, scendono rispettivamente al 50%, 43% e 39 per cento. «Si riconosce un marketing più rispondente alla realtà, le aspettative riposte nelle aziende sono mediate da un aumento dell’autoresponsabilità. Dall’analisi emerge anche come siano gli italiani stessi a dare alle aziende la responsabilità e il compito di guidare iniziative che portino a privilegiare comportamenti con impatti positivamente sostenibili per l’ambiente e la società (75% in Italia e il 70% nel mondo). Inoltre, i consumatori del nostro Paese chiedono alle stesse aziende di assicurarsi che i loro fornitori seguano le stesse regole di sostenibilità (75% in Italia e il 69% a livello globale)».

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I comportamenti da considerare per spendere meno

Spreco alimentare

Adottare una corretta rotazione delle scorte

Nel 2022, in Italia, lo spreco alimentare domestico vale oltre nove miliardi di euro, circa 150 euro a persona (dati Waste Watcher International). Ogni settimana, vengono gettati 674,2 grammi pro capire di prodotti alimentari, soprattutto ortofrutta e pane fresco. Fra i consigli per limitare gli sprechi: pianificare i pasti della settimana, andare a fare la spesa con una lista dettagliata e rispettarla, adottare una corretta rotazione delle scorte, secondo l’acronimo “fifo”: ovvero first in, first out .

150 euro, sperpero che si può evitare
È il valore annuale pro capite. Ogni settimana si gettano 674,2 grammi a testa di prodotti alimentari

Acqua

Abbandonare le bottiglie di plastica usa e getta

Bevendo acqua di rubinetto invece che acqua minerale si ha un risparmio ambientale ed economico. Chi consuma acqua di rubinetto spende 1.77 euro all’anno, chi sceglie quella in bottiglia spende circa 204 euro l’anno. Inoltre, consumando l’acqua del sindaco al posto di quella minerale si risparmiano 13 chili di plastica all’anno (dati Altroconsumo).

1,77 euro, costo all’anno
Chi sceglie quella in bottiglia spende circa 204 euro l’anno e consuma 13 chili di plastica

Abbigliamento

L’usato trend globale, dal lusso al fast fashion

Un fenomeno globale, trasversale e in crescita, che tocca il lusso come il fast fashion. Le piattaforme resale di abiti e accessori usati continuano ad aumentare a a guadagnare utenti attivi. Fra le più note: Vestiaire Collective, The RealReal, Depop, Vinted, Wallapop, Facebook marketplace. Oggi anche realtà come Zalando e Zara consentono di rivendere capi e accessori usati sulle proprie piattaforme.

338,4miliardi di dollari, abiti di seconda mano

Stima sul valore della rivendita di abbigliamento, che crescerà dell’85,5% tra 2022 e 2026 (GlobalData)

Mobilità

Per sostituire la seconda auto sharing e due ruote

Abbandonare un’auto per passare alla mobilità in sharing o a una bici elettrica è sempre più spesso possibile. I costi partono da circa 1.100 euro, da spalmare sulla vita utile del prodotto, i costi energetici sono abbastanza contenuti, quelli di manutenzione si aggirano intorno ai 150-200 euro annui. La seconda auto è il mezzo che sta per la maggior parte del tempo fermo, ma comporta spese di bollo, assicurazione, parcheggio.

1.100 euro, valore medio di una bici elettrica

Insieme alla mobilità in sharing, è un’alternativa sempre più possibile alla seconda auto

Attenzione alla dieta

Sostituire la fonte di proteine quotidiana

Una porzione da 100 grammi di carne può costare intorno a 1,20 euro, se al suo posto se ne consuma una di ceci, fagioli o lenticchie si risparmia circa il 40% quando sono in scatola (porzione da 150 grammi) e quasi l’80% se si cucinano quelli secchi (porzione da 50 grammi). Per la carne sono stati presi in considerazione i prezzi rilevati nell’indagine Supermercati 2022 Altroconsumo. Per i legumi, sei delle principali insegne Gdo presenti in Italia.

80%, riduzione del prezzo

Sostituendo una porzione da 100 grammi di carne (bovino, vitello, maiale) con una di legumi secchi

Elettrodomestici

Uso e manutenzione fanno la differenza

Corretto uso e manutenzione sono importanti come acquistare modelli ad alta efficienza. Fra i comportamenti che fanno la differenza, impostare un grado in meno o in più di riscaldamento e raffrescamento (8% in bolletta), utilizzare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico e con temperature basse, staccare i dispositivi in standby, optare per scaldacqua a pompa di calore (meno 75% rispetto agli elettrici).

7,70 euro, soldi spesi in più
Se usati male tutti i giorni, gli elettrodomestici presenti in casa possono far spendere oltre 230 euro al mese

Acquisti

Esplorare il second hand anche per l’arredo

Nel 2021, il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, il 15% per la prima volta. Dall’Osservatorio Second Hand Economy 2021 emerge che l’usato non è più una seconda scelta: il 66% di chi ha acquistato è partito da lì. L'online conta quasi per il 50% del volume d’affari e sono ormai tanti i marketplace di arredi second hand anche di alta gamma, come Deesup, Designxall, Di Mano in Mano o il sito di aste Catawiki.

24miliardi di euro, acquisti vintage e non solo
Il valore generato nel 2021 (Osservatorio Second Hand Economy 2021, di BVA Doxa per Subito)

Infanzia

Con i pannolini lavabili costi sotto i due terzi

Nei suoi primi tre anni di vita, un bambino cambia poco meno di 5mila pannolini, che si trasformano in una tonnellata di rifiuti non differenziabili, il 10% di tutti i rifiuti urbani (si presume necessitino di 500 anni per decomporsi). Altroconsumo ha calcolato un costo medio di 590 euro all'anno per i pannolini usa e getta. Per un parco di circa 20 pannolini lavabili si spendono in media 500/600 euro totali.

600 euro, budget per i modelli riutilizzabili

Per i primi tre anni di vita ne servono circa 20. Quelli usa e getta costano in media 590 euro all’anno.

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