di Mariolina Sesto
Elezioni, Calenda: "Decisione sofferta, coalizione fatta per perdere"
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Già prima dello strappo di Calenda, i sondaggi avevano fotografato un solco abbastanza ampio tra centrodestra e centrosinistra. Dopo l’addio di Azione al Pd, la forbice è ulteriormente cresciuta. Questo almeno è il parere dei sondaggisti che stanno monitorando la campagna elettorale.
«Al momento il centrodestra è intorno al 47-48% e il centrosinistra tra il 26 e il 27%» dice Antonio Noto che guida la società demoscopica “Noto sondaggi”. Secondo il sondaggista «per il centrosinistra la partita era persa anche prima che Calenda abbandonasse la nave del centrosinistra». Noto infatti è convinto che l’unica possibilità di vittoria per Letta passasse da un campo larghissimo che andasse da Calenda ai Cinque stelle. Alleanza dimostratasi irrealizzabile.
Per Noto tuttavia, lo strappo di Calenda non porterà solo effetti negativi al Pd: «Nell’uninominale - spiega - Azione in assetto terzo polo farà perdere al Pd alcuni collegi uninominali che erano in bilico e che andranno al centrodestra, ma nel proporzionale la scelta di Calenda avvantaggerà il Pd che potrà conquistare qualche seggio in più»
Anche Fabrizio Masia, ad di Emg Different non vede al momento partita tra i due poli. «Rebus sic stantibus - afferma il sondaggista - tra i due poli principali ci sono 15 punti di distacco». Masia dà il centrodestra al 48 per cento e il centrosinistra al 32-33 per cento.
Masia pone l’accento in particolare sui collegi uninominali dove si gioca un terzo della partita: «In questi collegi il match per il centrodestra è assolutamente in discesa» commenta. «I collegi in forse per il centrodestra sono soprattutto nel Mezzogiorno dove potrebbe esserci un’affermazione del M5s e in Emilia Romagna dove alcuni seggi potrebbero esseri vinti facilmente dal centrosinistra» è la sua analisi.
Per Masia il polo di centro, al momento poco presidiato, ha un potenziale di circa il 15 per cento. «Sia Calenda che Renzi si pongono in continuità con Draghi e quindi attraggono i moderati sia di sinistra che di destra. Questo fa di loro un progetto politico interessante capace di arrivare a un risultato a doppia cifra». Noto però scommette sul fatto che Renzi e Calenda non correranno in coalizione ma presenteranno semmai una lista unica. «Questo - dice il sondaggista - permetterebbe ad Azione di non dover raccogliere le firme e avrebbe il pregio di una soglia di sbarramento al 3% anzichè al 10%». In ogni caso, Noto dà al momento Calenda al 7% e Renzi al 3-4%.
Tutto sarà più chiaro tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Tutti i sondaggisti sforneranno allora delle rilevazioni che potranno rivelarsi più attendibili. A quell’altezza infatti coalizioni, programmi, alleanze, simboli e candidati saranno ormai noti e, a vacanze concluse, gli italiani avranno le idee un po’ più chiare sulle possibili scelte.
Mariolina Sesto
vice capo servizio
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