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Intelligenze parallele: che ne sarà di noi all'epoca di Chat Gpt?

di Davide Dattoli

Dalle ricette alle domande esistenziali: come trovare le risposte anticipando bisogni ed eliminando errori? Se lo chiedono nella Silicon Valley dove tutti sono impegnati ad addestrare la prossima AI.

4 aprile 2023
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2' di lettura

Siamo nati e cresciuti con il concetto di “ricerca delle risposte”. Prima si usavano enciclopedie e libri di testo, poi è arrivato Google: con Wikipedia, i siti web e tutto il resto. Oggi, se ho un dubbio, non devo più cercare più di una risposta, soppesare quelle che ritengo migliori e farmi un'idea complessiva. Oggi c'è qualcuno, o meglio qualcosa, che mi risponde e, visti i primi risultati, tendenzialmente lo fa in modo corretto. Chat Gpt (Generative pre-trained transformer, strumento che utilizza algoritmi per generare reazioni simili alle nostre, ndr) velocizza i processi e, a tendere, sarà sempre più affidabile, quindi potrebbe arrivare a minimizzare o azzerare gli errori umani.

Un cambiamento epocale che porterà a una rivoluzione complessiva del sistema: che ne sarà del diritto d'autore? E delle testate giornalistiche di approfondimento? Arriveremo a chiederci: perché devo leggere un giornale quando posso trovare tutte le soluzioni e le connessioni alle mie più recondite curiosità semplicemente chiedendole a un'intelligenza artificiale? E se si stanno studiando delle Chat Gpt vocali o addirittura basate sui video, la questione si fa ancora più seria. Non ascolteremo più radio o podcast? Non utilizzeremo più Alexa o Siri? Non serviranno più Netflix, Sky, la televisione? Non nego di essermi posto queste domande. Mi sono chiesto: come sto usando le nuove opportunità dell'AI? E mi sono dato una risposta che, a pensarci, è preoccupante, certamente allettante, ma altrettanto minacciosa: ma certo, la utilizzo per diventare tuttologo! Sapere tutto. Avere tutte le risposte in tasca, nel vero senso della parola.

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Qualche settimana fa dovevo prepararmi per l'assemblea di un cda riguardo a nomine e relazioni nelle società quotate. L'ho digitato su Chat Gpt. Risultato: una considerazione tutt'altro che stupida, anche andandola a confrontare con documenti e testi legali. Poi sono tornato a casa, ho aperto il frigorifero e non c'era molto. Ho chiesto ancora al mio alleato: che cosa cucino con questi tre ingredienti? Anche in questo caso il consiglio è stato ottimo. Google deve iniziare a tremare? Sembra l'abbia già fatto e che a Mountain View si siano messi al lavoro i due fondatori, Larry Page e Sergey Brin, richiamati dal ceo Sundar Pichai, e che ora Google sia prossimo al lancio di venti nuovi prodotti di intelligenza artificiale, oltre a un chatbot tutto suo, Sparrow. La risposta a Chat Gpt si basa sull'AI di DeepMind e sfrutta Chinchilla, modello linguistico che ha 70 miliardi di parametri contro i 175 miliardi di Chat Gpt. Ma non per questo Sparrow sarà meno sapiente: un numero inferiore di token per farlo esercitare realizzano un sistema meglio addestrato, quindi meno performante, ma più preciso.

Forse, quando Chat Gpt supererà la fase Beta, i motori di ricerca moriranno, ma le Big Tech saranno già pronte a rispondere. Vedremo. Intanto, nel mio piccolo, cercherò di non eccedere e, nel day by day, sceglierò di usare l'AI soltanto per completare e approfondire conoscenze. Senza esagerare, senza farmi prendere troppo la mano. Sempre che non l'abbia già fatto… Siete sicuri che questo articolo sia stato scritto da Davide Dattoli e non da Chat Gpt?

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