di Flavia Carletti
La Borsa, gli indici del 10 giugno 2022
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il venerdì nero delle Borse europee appesantisce il bilancio settimanale e accentua la performance negativa degli indici rispetto a venerdì scorso. Nell'ottava degli appuntamenti chiave con la Banca centrale europea e l'inflazione Usa, il Ftse Mib ha perso il 6,7%, il Dax40 di Francoforte il 4,8%, il Cac40 di Parigi il 4,6%, l'Ibex35 di Madrid il 3,8%, il Ftse100 di Londra il 2,9% e l'Aex di Amsterdam il 2,7 per cento. A livello settoriale, in Europa hanno pagato dazio soprattutto le banche (-6%) e i servizi finanziari (-5,9%) in una settimana comunque di vendite per tutti i comparti. A Milano, tra i titoli del Ftse Mib, nessuno ha chiuso l'ottava con una performance positiva. I peggiori sono stati Finecobank (-13,7%), Banco Bpm (-13,4%), Saipem (-12,8%) Banca Generali (-12,5%) e Tim (-11,5%).
L'ultima seduta della settimana si è chiusa in deciso calo per le Borse europee all'indomani della Bce e nel giorno dell'inflazione Usa, salita ai massimi dal 1981. Le forti vendite sul comparto bancario hanno appesantito soprattutto Milano, maglia nera, con il Ftse Mib che ha perso il 5,17%, pagando anche l'allargamento dello spread tra BTp e Bund e toccando i minimi dal marzo scorso. A Parigi il Cac40 è sceso del 2,69% e a Francoforte il Dax40 del 3,08 per cento. Le vendite sono partite fin dalla mattina sulla scia della Bce di ieri, che ha annunciato due rialzi dei tassi a luglio e settembre, è apparsa poco incline a varare da subito piani anti-spread e ha abbassato le stime di crescita per il 2022 e il 2023, alzando quelle dell'inflazione. Proprio sui prezzi al consumo, a maggio negli Usa, l'indice è salito dell'1% su mese e dell'8,6% su anno, sopra le attese e al top da dicembre 1981. Sempre sul fronte macro, il dato di giugno (preliminare) sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti si è rivelato il più basso mai registrato, con 50,2 punti - a causa soprattutto dell'inflazione - paragonabile solo a quanto avvenuto con la recessione a metà degli anni '80, secondo l'Università del Michigan.
In calo Wall Street, dopo la pubblicazione dell'indice dei prezzi al consumo: il dato è salito dell'8,6% a maggio, mentre gli analisti prevedevano un rialzo dell'8,2%, con il dato 'core' - quello depurato dai prezzi dei generi alimentari e dell'energia - cresciuto del 6%, contro stime per il 5,9%. Giovedì, seduta peggiore delle ultime tre settimane a Wall Street, con la giornata segnata dalle decisioni della Bce e dall'aumento del numero delle richieste dei sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, che hanno raggiunto i massimi da gennaio; le decisioni della Bce hanno poi spinto ulteriormente in rialzo i rendimenti dei titoli del Tesoro statunitense, mettendo ulteriore pressione sugli indici. Alla Borsa di New York alla fine il Dow Jones perde il 2,73 per cento.
A Milano seduta di passione per i bancari, guidati al ribasso da Bper (-12,92%), che ha pagato la giornata negativa per il comparto e i realizzi dopo la presentazione del piano al 2025. Forte debolezza anche per Banco Bpm (-12,05%). Tra i principali numeri attesi utile netto a 800 milioni nel 2025 e a 640 milioni nel 2024 dai 384 milioni ricorrenti del 2021, ricavi a 4,37 miliardi (da 3,38) con crescita sia sul margine di interesse (a 2 miliardi da 1,5) che sulle commissioni (a 2,2 miliardi da 1,6), oneri operativi a 2,5 miliardi (da 2,1), con un Cet1 oltre il 13%. Il piano prevede anche «operazioni straordinarie, volte a rafforzare ulteriormente la posizione competitiva a livello nazionale e garantire una maggiore focalizzazione sulle attività core del gruppo, mediante anche cessioni e deconsolidamenti di asset non strategici che consentiranno di liberare capitale per oltre 500 milioni da destinare allo sviluppo del business».
In una seduta in cui hanno subìto vendite tutti i bancari europei (-4,96% il sottoindice Stoxx 600 banche), a Milano Unicredit ha perso il 9,1%, Intesa Sanpaolo il 7,38% e Mediobanca il 6,59 per cento. In Europa, a Francoforte Deutsche Bank è scesa del 5,85%, a Parigi Societé Generale del 6,15% e Credit Agricole del 5,91%, quando a Madrid Bbva ha perso il 9,13 per cento. Tornando a Milano, nel Ftse Mib hanno subito forti vendite anche i titoli del risparmio gestito: Finecobank -9,47%, Azimut -9,08%, Banca Generali -8,3% con Banca Mediolanum -6,81 per cento. Tra i finanziari male anche Unipol (-8,2%), primo azionista di Bper, e Nexi (-6,93%). Non sono stati risparmiati dal sell-off anche i titoli dell’energia e delle utility: Saipem ha perso il 7,97%, Hera il 7,18% e A2A il 6,57%, quando Eni ha lasciato sul terreno il 5,6% ed Enel il 4,33 per cento. Sul fronte industriale, ancora una seduta di vendite per Iveco Group (-7,35%) con Tim -6,65 per cento. Ha limitato i danni Atlantia (-0,27%), seguita da Ferrari (-1,61%), che la prossima settimana presenta il nuovo piano industriale, quando l’amministratore delegato Benedetto Vigna dovrebbe illustrare la nuova strategia della Casa di Maranello anche sull'elettrificazione.
Continua la corsa dello spread BTp/Bund che consolida la tendenza all'allargamento seguita alle comunicazioni della Bce sui tassi e sulla fine del piano di acquisto dei titoli di Stato europei. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco è indicato a 234 punti, sei in più rispetto ai 228 punti base del closing della vigilia. In netto rialzo il rendimento del BTp decennale benchmark che ha chiuso al 3,85% rispetto al 3,72% di ieri, aggiornando i massimi da ottobre 2014.
Rendimento in netto rialzo per i BoT annuali assegnati dal Tesoro. Nel collocamento odierno il Tesoro ha emesso 6,5 miliardi di Buoni a 12 mesi scadenza 14/06/2023 con un rendimento tornato sui massimi da ottobre 2018 allo 0,893%, in aumento di 77 centesimi rispetto all'asta del mese precedente. Buona la domanda che si e' attestata a 9,145 miliardi di euro, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,41. Il regolamento dell'asta cade sul prossimo 14 giugno.
Sul fronte dei cambi, in calo la moneta unica che passa di mano a 1,0518 dollari (1,0632 questa mattina e 1,0658 di ieri sera) e che, secondo gli analisti di Unicredit, paga le tensioni sui titoli di Stato periferici dell'area euro e i rendimenti elevati dei Treasury Usa. Il cambio euro/yen è a 141,097 (142,37 e 142,857), dollaro/yen 134,152 (133,94 e 134,035).
In chiusura dei mercati europei, è passato in deciso ribasso il prezzo del petrolio: il contratto consegna Agosto sul Brent scivola del 2,4% a 120,13 dollari al barile e quello scadenza Luglio sul Wti del 2,39% a 118,61 dollari al barile. Gas in discesa a 83,75 euro al megawattora in Europa: -1,34% nel contratto luglio.
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Flavia Carletti
Redattore Radiocor
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