di Piergaetano Marchetti
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Il notariato, millenaria, mitica professione ha un futuro ovvero rappresenta un reperto archeologico da buttare? Ci si chiede che senso abbia l’obbligo dell’intervento del notaio per acquistare un box per auto quando contratti miliardari (si pensi, per toccare un argomento scottante, ai contratti di forniture di energia) sono stipulati con scambio di mail. E ancora, ci si chiede se in materia societaria il ricorso al notaio non costituisce un fastidioso e costoso handicap concorrenziale. E poi, il digitale, il mondo virtuale non rende inevitabilmente sorpassato il contesto caratteristico dell’attività notarile, e cioè: la presenza fisica, lo scritto, la firma autografa e via andare. Le cose non stanno, a ben vedere, in questi termini e le fake news come le opinioni non documentate e affrettate dilagano anche quando si parla di notariato. Inizierei proprio dal digitale per ricordare come sia un recente provvedimento legislativo, attuativo di una direttiva comunitaria, ad abilitare il notaio ad utilizzare piattaforme telematiche per costituire s.r.l con modalità tecniche che, a un tempo, non richiedono la presenza ma, allo stesso tempo, accertano volontà e identità. L’atto notarile telematico a distanza è ormai alle porte. Il notaio dialoga con la tecnologia. Le copie autentiche telematiche, gli atti notarili in presenza ma con modalità telematica e con firme elettroniche sono ormai nell’uso corrente. Al notaio, oggi notaio 2.0, si può quindi continuare ad attribuire la funzione classica di filtro di legalità e accertamento di volontà che nei nostri tempi sono quanto mai attuali. La fiducia è un bene fondamentale per l’economia di oggi. Le frodi in Paesi non solo ad alta criminalità economica organizzata, ma anche in quelli tecnologicamente più avanzati sono all’ordine del giorno. Le cautele non sono un costo, ma un risparmio di potenziali danni ai singoli e alla collettività. La crisi del 2007-2008 nata dai cosiddetti subprime americani è dovuto in gran parte, lo si riconosce, a una contrattazione immobiliare che non si dava cura di accertare vincoli gravanti sugli immobili dati in garanzia che, viceversa, il sistema fondato sulla pubblicità immobiliare e sull’intervento notarile consente di verificare tempestivamente. In un periodo di frantumazione della legislazione, di abbandono dei codici, di plurime fonti di produzione di norme, del sorgere di continue nuove esigenze e tipologie di affari, il notaio ha intrapreso anzitutto in campo societario (ma l’attività ben si può estendere alla contrattualistica) la formulazione di “massime”, cioè di linee guida cui i notai si atterranno nel valutare la conformità alla legge di statuti societari, clausole, operazioni anche del tutto nuove per la giurisprudenza e la stessa dottrina giuridica. Un contributo non da poco in un’epoca in cui la certezza del diritto è sempre più evanescente. Sempre di più si osserva come l’iniziativa e il ruolo del notaio filtro di legalità riduce il contenzioso in materie fondamentali, quali quelle immobiliari, la materia societaria, quella successoria. Una funzione suppletiva fondamentale che ha ragion d’essere nella qualifica pubblico-privata del notaio, nella sua terzietà; una funzione vitale in Paesi, come il nostro, caratterizzati da una giustizia lenta e spesso inefficiente. Quando poco più di vent’anni orsono si affidò al notaio, anziché al giudice, il filtro di legalità delle costituzioni, delle modifiche statutarie, delle più rilevanti operazioni societarie molti ebbero a temere una privatizzazione del controllo e un suo rilassamento. Nulla di tutto ciò è avvenuto. E anzi, in occasione della riforma degli enti del terzo settore non a scopo di lucro del 2017 che sta entrando in piena operatività sempre al notaio è stato affidato il compito di verificare la conformità di legge degli atti costitutivi, degli statuti, delle loro modifiche da iscrivere nel registro nazionale che attribuisce a tali enti la piena personalità giuridica. L’affidamento al notaio di un ruolo importante nella volontaria giurisdizione (ad esempio autorizzazioni a minori, incapaci, persone bisognose di assistenza) che la riforma della giustizia, oggi in discussione, contempla, la frequente presenza del notaio come presidente di collegi arbitrali, il delicato tema della evoluzione del diritto successorio che necessariamente dovrà essere sempre più aperto a patti regolatori della successione stipulati in vita, sono alcuni dei campi ove grandi spazi si aprono alla figura del notaio e della sua funzione pubblica anche si sussidiarietà a funzioni dello Stato.
La tecnologia può diventare alleato e non ostacolo alla funzione notarile. I tanto invocati sistemi di blockchain e, più in generale, l’intelligenza artificiale pongono problemi a tutto il sistema. Certo, come la Carta etica europea sull’intelligenza artificiale richiede, controlli sono necessari a evitare l’eclissi dell’uomo e della sua volontà. Il notaio per la sua parte è pronto. Un futuro per il notaio 2.0 c’è, dunque. In parte è già acquisito, in parte è da scoprire.
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