di Maria Adelaide Cerizza
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La strategia Europa 2020 promuove le smart cities in tutta Europa attraverso investimenti in nuove tecnologie , per la crescita del capitale umano, e in soluzioni che sfruttino le opportunità connesse alla digitalizzazione, al fine di migliorare la sostenibilità e la qualità di vita e di lavoro di cittadini e imprese; aumentare l’efficienza e l’accessibilità dei servizi; ridurre povertà, disoccupazione, esclusione sociale, inquinamento e degrado ambientale.
È fondamentale, secondo la Commissione europea, puntare su iniziative che possano declinarsi variamente a livello locale e che abbiano come presupposto quello di perseguire il contemporaneo impatto su Pil, crescita, occupazione, produttività, qualità della vita e benessere della persona. La strada da percorrere è quella di favorire gli investimenti nelle smart cities perseguendo una logica di partenariato pubblico-privato con l’obiettivo di adottare in sede europea un modello di sviluppo che si caratterizzi per la capacità di generare contemporaneamente ritorni sociali, ambientali, produttivi e occupazionali
A livello europeo non esiste un fondo specifico dedicato alle smart cities, ma una pluralità di possibilità di accesso a diverse tipologie di finanziamenti. Oltre ai programmi dei singoli Stati membri che si basano sull’integrazione tra risorse nazionali e fondi strutturali (Fesr, Fse, Feasr), esistono fondi europei a gestione diretta che possono finanziare aspetti particolari di una smart city, quali Horizon 2020, il Meccanismo per collegare l’Europa, i programmi Cosme e Life.
Le sovvenzioni europee possono intervenire su tre ambiti: infrastrutture e sviluppo urbano; sostegno della cooperazione e della capacity building; supporto a ricerca, innovazione e competitività.
I finanziamenti per infrastrutture e sviluppo urbano provengono dal programma Life - a favore di un migliore utilizzo del suolo, per la mitigazione del clima e per le tecnologie sostenibili-, dal Meccanismo per collegare l’Europa - per quanto riguarda Itc, trasporti intelligenti ed energia rinnovabile- e dalle due inziative Eureka Smart Cities e Jpi Urban Europe (Enscc), entrambe sostenute dal programma Horizon 2020 e da contributi nazionali.
Cooperazione e capacity building, invece, attingono risorse dai fondi strutturali, mentre ricerca e innovazione soprattutto da Horizon 2020, ma anche dalle iniziative tecnologiche congiunte “Celle combustibile e idrogeno” (JU Fuel Cells & Hydrogen ), Ecsel ( Electronics Components and Systems for European Leadership) e dal programma Cosme.
Anche la Bei (Banca europea per gli investimenti), attraverso i cosiddetti strumenti finanziari innovativi introdotti nella programmazione 2014-2020, può erogare credito, assistenza tecnica, garanzie o capitale di rischio. In particolare, tramite il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis) può contribuire allo sviluppo delle smart cities. Gli strumenti Innovfin , Jessica (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas), Jeremie (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises) ed Elena ( European Local Energy Assistance) - tutti gestiti dalla Bei - contribuiscono grazie all’erogazione di prestiti, strumenti di debito ed equity.
Un progetto all’interno di una smart city deve dunque prevedere il coinvolgimento di più strumenti finanziari. I finanziamenti Ue in via diretta e indiretta sono infatti legati a diverse fasi del ciclo di vita dei progetti. Horizon 2020 si focalizza sul ciclo ricerca, sviluppo e innovazione; i fondi strutturali sulle fasi di sviluppo dei progetti e sulle infrastrutture; Cosme sostiene le piccole/medie imprese e gli strumenti Bei possono invece stimolare processi di partenariato pubblico e privato.
Diventa quindi fondamentale conoscere tutti gli strumenti disponibili, al fine di poter procedere all’utilizzo della misura ad hoc nel momento giusto.
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