di Nicol Degli Innocenti
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Il titolo della mostra dice tutto: “pioniera modernista”. Bice Lazzari, a cui ora la Estorick Collection dedica la personale più completa mai realizzata in Gran Bretagna, è stata un'artista innovativa e originale, coraggiosa e poetica che ha trovato da sola la strada verso l'astrazione.
Nata nel 1900 a Venezia, ha attraversato quasi tutto il secolo. All'inizio della sua carriera nel periodo fascista le fu consigliato di dirigere il suo talento verso il design perché era una donna. E' riuscita a eccellere anche in questo campo: in mostra si possono vedere una borsa e una cintura che ha tessuto nel 1929 e che sono ancora risolutamente moderne. Un cuscino a sagome geometriche rosso e arancio che ha cucito nel 1930 è giustamente incorniciato perché potrebbe e dovrebbe essere un quadro. Fu solo dopo la seconda guerra mondiale, trasferitasi a Roma, che Lazzari riuscì finalmente a dedicarsi alla pittura, ottenendo riconoscimenti e partecipando alla Biennale di Venezia.
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“Durante l'era fascista in Italia creare arte astratta era difficile – scrisse -. Io sono arrivata all'arte astratta senza insegnante o modello, non sapevo nulla dell'arte astratta straniera”. Nella sua evoluzione solitaria Lazzari è approdata a un'astrazione molto evocativa e personale, ispirata dalle note musicali. Partita da opere rigorose e geometriche, l'artista ha poi esplorato il colore e la forma.
Le quaranta opere in mostra parlano da sole e dialogano tra di loro con un linguaggio segreto quasi musicale. Lei scrisse che il modo migliore per creare è “ascoltare attentamente il ritmo della giornata”. I suoi quadri hanno un ritmo visibile e quasi udibile, come una sinfonia, un'armonia perfetta tra i segni – cerchi, quadrati, linee curve e linee rette - e il colore.Negli anni Sessanta i problemi alla vista causati dalla pittura a olio la costrinsero ad abbandonare il medium che preferiva, ma invece di abbattersi decise di passare alla tempera e alla pittura acrilica. Negli ultimi anni creo' quadri minimalisti ma saturi di energia e di colore.
L'arte è “un segno d'amore” e “una ricerca continua”, scrisse, “un impegno morale che richiede una dedizione totale alla scoperta di nuove strade e nuovi modi di esprimersi”. Lei ha proseguito questa ricerca continua con grande coerenza fino alla fine. L'ultima opera in mostra è del 1981, l'anno della sua morte: domina il nero che sembra prefigurare il buio che l'attende, ma rischiarato da quattro cerchi rossi, punti di luce che lasciano spazio alla speranza.
Bice Lazzari: Modernist Pioneer, fino al 24 aprile 2022, Estorick Collection, Londra. www.estorickcollection.com
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