di Marika Gervasio
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Centottanta persone assunte in un anno con la previsione di salire presto a quota 250 e un obiettivo di crescita del business - che a retail vale 1,2 miliardi di euro - del 20% nei primi dodici mesi di attività: sono i primi risultati del nuovo capitolo dedicato alla bellezza firmato Dolce&Gabbana che l'anno scorso, dopo trent'anni, ha deciso di assumere il controllo diretto della produzione, distribuzione e vendita delle sue linee di fragranze, makeup e, in futuro, skincare chiudendo il rapporto di licenza con Shiseido e costituendo la società Dolce&Gabbana Beauty.
«Un anno fa abbiamo fatto cenno a questo progetto che ha visto il nostro partner Shiseido occuparsi ancora della parte produttiva e distributiva per tutto il 2022 mentre noi prendevamo in mano la parte di ricerca e sviluppo e comunicazione per poi essere completamente autonomi dal 1° gennaio 2023 con il passaggio totale delle consegne - racconta Alfonso Dolce, presidente e amministratore delegato di Dolce&Gabbana Beauty . E quello che abbiamo detto abbiamo fatto: da una realtà che il 1° settembre 2021 era costituita da due persone siamo passati oggi a una società che ne impiega circa 180 di cui 107 nella nuova sede milanese e altre 70 in giro per il mondo nelle filiali delle varie region che abbiamo creato: a Miami, Singapore, in Francia, Spagna e a Dubai».
Il capitale umano, dopotutto, è il vero motore di questo progetto, secondo Dolce ed è destinato a crescere. «Arriveremo a 250 molto velocemente - aggiunge Gianluca Toniolo, amministratore delegato operativo di Dolce&Gabbana Beauty - . A Milano lavorano persone che arrivano da 25 Paesi perché ci serve avere visione variegata dei gusti del mondo. L'età media è di 36 anni, il 67% è composto da donne e parliamo 18 lingue».
Continua Dolce: «Abbiamo dato credibilità a questo progetto creando una legal entity, dandole una casa con personale qualificato e collaborando con partner sia nell'area della supply chain che in quella distributiva. Intercos è la partnership più significativa: siamo entrati nel 2% del suo capitale pari a circa il 10% del flottante. Quindi non abbiamo fatto una scelta leggera, ma di strategia di lunga vita».Il primo risultato del nuovo corso è il recente lancio della fragranza donna Queen a cui seguirà a settembre quello di un nuovo blockbuster, sempre femminile, strettamente legato al mondo della moda oltre al restyling di packaging e prodotti di partenza. Il tutto con un approccio che vede centrali due concetti cari all'azienda Dolce&Gabbana: italianità e artigianalità. «L’idea - spiega Dolce - è raccontare il marchio da un punto di vista unico in tutte le sue declinazioni, dalla casa al gioiello agli orologi.
Il beauty è strettamente legato al fashion con la stessa direzione strategica e gli stessi direttori creativi, Domenico Dolce e Stefano Gabbana «e quindi possiamo beneficiare dei codici della marca - aggiunge Toniolo -. Abbiamo cercato terzisti molto specializzati per un processo produttivo che ha richiesto una grande ricerca per un prodotto che non è solo una porta di accesso al marchio, ma una vera esperienza. Da adesso in poi sarà tutto made in Italy. È presto per dare numeri concreti perché siamo in fase di sviluppo e migrazione. Partiamo da un business che a valore retail mondo va a sfiorare 1,2 miliardi. Il nostro consolidato sarà minore perché vanno tolti due livelli di marginalità: quella del retail che è del 50% e un altro 20% tra distributori e agenti».
E continua: «L'obiettivo di questo primo anno, a fine 2023, è crescere di un 20% rispetto al fatturato fatto da Shiseido. Siamo partiti fortissimi a gennaio. Nei primi giorni il magazzino ha evaso il 40% in più di quello che pensavamo il che dimostra la fiducia che ci è stata riconosciuta a dimostrazione che questo progetto è partito bene e la visione di lungo periodo è stata premiata in un settore stravolto da una miriade di marchi di celeb, per esempio, che sfruttano le potenzialità date dai grandi numeri di follower su social media. Queste realtà, soprattutto negli Usa e nel makeup, hanno un po' destabilizzato il mercato dei grandi marchi. Però poi il consumatore è intelligente e dopo un flirt iniziale il makeup sta tornando ai grandi brand per qualità, professionalità».
Il marchio - che per il beauty fattura solo il 6% in Italia e il resto all'estero - ha un appeal fortissimo in Usa, America latina e Medio Oriente. «È un marchio internazionale che, però, precedentemente non è mai stato sostenuto adeguatamente - sottolinea Toniolo -. Questo ci permette di avere una grande opportunità di crescita in questi mercati. Essere focalizzati solo sul proprio marchio permette di velocizzare tutti i processi a differenza di quello che succede avendo un licenziatario che cura molteplici brand. E questo da un punto di vista strategico si traduce in un piano lanci fragranze molto aggressivo nel primo anno che continuerà anche dopo; il restyling di quasi l'80% del catalogo fragranze già esistente nel 2024 anno in cui rilanceremo totalmente la linea di makeup e nel 2025 arriverà lo skincare».
Marika Gervasio
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