di Alberto Annicchiarico
La sede del brand Volkswagen a Wolfsburg (Reuters)
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Il dopo Diess è iniziato ieri. I piani del vecchio ceo, scalzato a fine luglio e sostituito da Oliver Blume, capo di Porsche, sono stati riscritti e presentati dal management al consiglio di sorveglianza. Il gruppo Volkswagen accelererà il suo passaggio alle auto elettriche e rinnoverà la sua strategia software in un piano di investimenti quinquennale, ha affermato la casa automobilistica in una nota.
I vertici hanno discusso su come riorganizzare la rete di produzione del gruppo tedesco ma nulla è trapelato sui destini del progetto per la berlina evoluta Trinity, la fase due dell’auto elettrica secondo i desiderata di Herbert Diess, attesa per il 2026. E allora, nuova fabbrica o (più probabilmente) no? Blume aveva anticipato che una decisione sarebbe stata presa proprio a febbraio. I dettagli completi di ciò che è stato discusso in consiglio saranno presentati alla conferenza annuale della società il 14 marzo.
Il consiglio doveva anche discutere quali nuovi modelli potrebbero essere prodotti nello stabilimento di Hannover dopo la fine della produzione del VW Bus 6.1 e nello stabilimento di Osnabrueck, a cui potrebbe essere assegnato un nuovo modello Porsche, secondo il quotidiano economico tedesco Handelsblatt. I dipendenti temono che mille posti di lavoro potrebbero essere a rischio proprio ad Hannover, ma un portavoce del consiglio di fabbrica ha smentito Handelsblatt, affermando che i posti di lavoro sono stati garantiti da un accordo con l’azienda fino al 2029. «Troveremo una soluzione praticabile per Hannover», ha dichiarato un portavoce.
Un segnale che il gruppo di Wolfsburg deve mettere a punto, in fretta, alcuni processi viene dalle proteste di molti proprietari della prima Porsche completamente elettrica, la Taycan. Un’auto da oltre 90mila euro (prezzo di partenza) che per molti clienti è senza riscaldamento e sbrinamento a causa di un’unità di riscaldamento ad alta tensione difettosa. L’attesa per la riparazione è di settimane o addirittura mesi perché mancano elementi per sostituire il dispositivo. I forum si arricchiscono di aneddoti. Dalla Norvegia c’è chi ha scritto che senza riscaldamento il suo veicolo è «assolutamente inutile». Un altro ha descritto l’uso di un panno con uno sbrinatore per pulire il vetro interno ghiacciato durante un gelido viaggio di 1.200 chilometri.
Porsche si è scusata e fa di tutto ha affermato che mentre sta correndo per assicurare i ricambi ai concessionari, ma i noti problemi della catena di approvvigionamento e della logistica stanno ritardando il processo. Nel frattempo, la casa automobilistica tedesca offre veicoli sostitutivi ai clienti, ha spiegato un portavoce. Questo dispositivo è stato installato sui modelli Taycan dal 2020 in poi, su circa 96mila veicoli. Anche la berlina elettrica e-tron GT di Audi è interessata e la casa automobilistica sta riscontrando ritardi simili nelle riparazioni, ha affermato un portavoce.
Alberto Annicchiarico
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