di Silvia Anna Barrilà
Bertina LOPES, Totem n. 1, 1968, Olio su tela, 140 x 160 cm, © The Estate of Bertina Lopes. Courtesy the Artist and Richard Saltoun Gallery, Rome
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Con la sua storia millenaria e il suo eccezionale patrimonio artistico, Roma continua ad esercitare il suo fascino sugli artisti di tutto il mondo, tanto che non di rado le gallerie straniere la scelgono come sede permanente o temporanea per dependance nel nostro paese, com'è stato, per esempio, per Gavin Brown, Gagosian ed Emanuel Layr. Ora aprono, nella prima settimana di marzo, l'inglese Richard Saltoun e la tedesca Gisela Capitain.
Richard Saltoun celebra la Festa delle Donne, l'8 marzo, inaugurando il suo nuovo spazio permanente in Via Margutta, portando una ventata di contemporaneo alla storica strada dell'arte dove hanno vissuto e lavorato artisti e letterati, da Fellini a Truman Capote da Cy Twombly a Salvatore Scarpitta. “La galleria ha una lunga relazione con l’Italia” ha affermato la direttrice della galleria, Niamh Coghlan. “Abbiamo partecipato alle fiere italiane sin dai primi anni della galleria e rappresentiamo artisti e archivi italiani, tra cui Silvia Giambrone. I collezionisti italiani sono molto ben informati e comprano ciò che amano, per viverci. L’acquisto speculativo non esiste ed è molto stimolante lavorare con loro”.
Bertina Lopes, «Raiz antica (Ancient root)», 1964, Collage e Olio su tela, 130 x 150 cm, © The Estate of Bertina Lopes. Courtesy the Artist and Richard Saltoun Gallery, Rome
La galleria aprirà in uno spazio moderno con una mostra di Bertina Lopes, artista del Mozambico, classe 1924, definita “madre della pittura africana contemporanea”. Attivista politica, è arrivata a Roma da esiliata nel 1964 e vi è rimasta fino alla sua morte, avvenuta nel 2012. “Per noi è importante riconoscere il multiculturalismo dell'Italia – continua la gallerista – e mostrare una gemma nascosta, un'artista che ha trovato in questo paese un porto sicuro. Lopes ha avuto una carriera impressionante, ma non è ancora riconosciuta come dovrebbe”. La mostra segna l'inizio della collaborazione con l'archivio della galleria, presieduto dal marito dell'artista, Francesco Confaloni.
Bertina Lopes «Grido grande (Big Cry)», 1970, Oil on canvas, 150 x 150 cm, © The Estate of Bertina Lopes. Courtesy the Artist and Richard Saltoun Gallery, Rome
I prezzi in galleria partono da 12.000 euro fino a 200.000 euro per le opere più importanti. Anche all'asta il suo mercato si è mosso negli ultimi due anni, segnando i prezzi più alti - ancora contenuti - proprio nel corso del 2021. Il record, pari a 22.450 euro, è stato segnato da Sotheby's a Londra lo scorso ottobre per un'opera astratta degli anni 70 proveniente da una collezione italiana. Altre opere astratte dello stesso decennio, sempre provenienti da collezioni del nostro paese, sono state vendute da Sotheby's e Bonhams tra ottobre e novembre dello scorso anno a prezzi tra i 16.000 e 20.000 euro.
Isabella Ducrot, «Small Tendernesses VII», 2021, Collage, matita, pastello e pigmenti su carta giapponese, 96 x 65 cm, Courtesy Galerie Capitain
Negli stessi giorni, il 5 marzo, apre a Roma un nuovo spazio temporaneo della galleria tedesca Galerie Capitain in una ex-officina in via dei Volsci a San Lorenzo. Anche Capitain, galleria fondata a Colonia da Gisela Capitain nel 1986, che rappresenta importanti artisti degli anni 80 tra cui il lascito di Martin Kippenberger, punta su un'artista italiana da rivalutare: Isabella Ducrot, classe 1931, con cui la galleria lavora dal 2019 e che negli ultimi mesi ha ricevuto attenzione grazie alle mostre allestite presso la galleria T293 di Roma e Le Scalze di Napoli. “Isabella Ducrot in passato non ha ricevuto l'attenzione internazionale che si merita” ha affermato la direttrice della galleria, Regina Fiorito, “ci auguriamo di espandere la sua visibilità. A marzo presenteremo anche un nuovo catalogo dell'artista”. I prezzi delle opere in mostra vanno da 3.000 e 38.000 euro. Un mercato secondario ancora praticamente non esiste.
Isabella Ducrot, «Small Tendernesses V», 2021, Collage, matita, pastello e pigmenti su carta giapponese, 96 x 65 cm, Courtesy Galerie Capitain
Accanto alla Ducrot, l'austriaco Tobias Pils, classe 1971 (35-75.000 euro), e la peruviana Ximena Garrido-Lecca, classe 1980, attualmente in mostra anche al Madre di Napoli nella mostra “Rethinking Nature” (25-45.000 euro). I tre artisti condividono un interesse per i materiali grezzi che usano come base dei loro lavori, pur partendo da diversi punti di vista. “Questa connessione ci sembra vicina all'importante eredità italiana dell'Arte Povera” ha spiegato la direttrice della galleria. “In un mondo in cambiamento, ancora in stand-by per la pandemia, volevamo creare qualcosa di un po’ più flessibile e possibilmente significativo per gli artisti”. L'iniziativa, chiamata “Zweigstelle Capitan”, cioè succursale, sarà itinerante. La prima edizione si svolgerà a Roma, ma poi potrebbero seguire altre città in Italia. “Con un modello del genere non è necessario limitarsi a una città specifica” continua la gallerista. “Volevamo creare opportunità per gli artisti di interagire con un luogo ricco e saturo di cultura come Roma. Una piattaforma dalla mentalità aperta, fluida, si spera trasmetta ottimismo e un senso di curiosità positiva. Ci auguriamo di creare spazi di incontro e scambio di idee, per facilitare nuovi contatti con il pubblico della cultura e la scena artistica locale”. La galleria intrattiene già buoni rapporti con le istituzioni locali, i curatori e i collezionisti italiani, ed è per questo che ha scelto il nostro paese, “ma sarà molto diverso lavorare sul luogo e creare contatti a livello personale. Roma, con la sua straordinaria ricchezza culturale, ci è sembrata il giusto punto di partenza giusto. Tutti amano Roma!”
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